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Campo Testaccio
05/10/1947
h.15.30
ROMA - TORINO 1-7 (1-0)
Roma
: Risorti, Brunella, Contin, Valle, Fusco, Schiavetti, Ferrari, Di Paola, Amadei, Perretti, Pesaola. All.: Senkey.
Torino: Bacigalupo, Ballarin A., Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Fabian, Mazzola, Ferraris. All.: Sperone.
Arbitro: Bernardi di Bologna.
Reti: Amadei 33' (R), Mazzola 60', 64', 74' (T), Castigliano 62' (T), Fabian 81', 86' (T), Ferraris 82' (T).
Spettatori: 26.000 circa per un incasso di circa 8 milioni di lire.
Note: Al 60', al seguito di un riacutizzarsi di un vecchio stiramento, Mazzola si cambiava ruolo con Ferraris, salvo poi uscire definitivamente all'82'. Calci d'angolo 4-2 per il Torino, stadio esaurito in ogni ordine di posti, in una magnifica giornata di sole.
Cronaca
[Tratto da La Gazzetta dello Sport del 6 ottobre 1947]
Proviamoci un po' a dire di questa partita che il Torino ha risolto alla sua maniera con una grandinata di palloni nella rete di Rosorti. E' un compito difficile, per quanto è stato facile quello dei campioni d'Italia nel ridurre alla ragione una squadra che era partita con il vento in poppa, che aveva tenuto il campo in vantaggio fino a mezz'ora dalla fine, che forse pregustava già la soddisfazione per un insperato successo. Da qual verso pigliarla questa partita proprio non si sa. Il primo tempo si era chiuso in vantaggio della Roma: un gol, il settimanale gol di Amadei su calcio di punizione, pesava sul risultato dei primi 45' di gioco più di tutte le azioni del Torino, rimasto quasi costantemente all'attacco, quasi costantemente sotto la porta di Risorti. Tre minuti, tre gol. Gli attaccanti del Torino, rapidi a muoversi tra le maglie della difesa giallorossa, non avevano il piede centrato e più di un pallone manovrato a regola d'arte finì alto o ai lati della rete romana. Eppure, proprio nel primo tempo, prima di subire il gol il Torino ebbe i suoi momenti migliori: per un buon quarto d'ora dopo la sfuriata iniziale giocò come solo i ''campioni'' sanno giocare quando la squadra è in piena salute e gli uomini si trovano quasi senza cercarsi. La Roma di contro, pure adottando uno schieramento errato (le ali del Torino completamente libere per attrappare i difensori a pochi passi da Risorti) aveva tenuto il confronto senza danni opponendo all'evidente superiorità tecnica e tattica degli avversari il suo cuore, cioè un gioco tutto slancio ed entusiasmo. Ma non poteva durare. E nella ripresa, infatti, dopo un quarto d'ora di gioco alterno (il più brutto momento del Torino) la squadra granata passò. Il gol del pareggio smorzò l'entusiasmo della Roma e la partita finì lì. In 3' il Torino segnò tre gol e poi ne collezionò in totale sette, raggiungendo un primato difficilmente eguagliabile. Non vi fu più che una squadra in campo, nonostante l'infortunio che costrinse Mazzola all'ala sinistra prima ed a lasciare il campo poi. Le deficienze della Roma. Il Torino ha messo a nudo le deficienze della Roma. Inutile, secondo noi, cercare le cause di una sconfitta che prima ancora che nel comportamento della squadra vanno ricercate nella sua composizione. Non è questione di giornata più o meno indovinata, di rendimento di questo o quel giocatore. La ragione prima è di altra indole. Con gli elementi che ha a disposizione la Roma non può dare di più e non può tenere assolutamente il confronto con una squadra della classe del Torino, anche del Torino di oggi, che è apparso forte sì, ma tutt'altro che irresistibile. La compagine dei campioni d'Italia è ancora lontana dalla forma migliore: la difesa è a posto, ma i due laterali hanno ancora delle incertezze, specialmente Castigliano, un po' tardo un po' pigro, tanto che spesso deve ricorrere ad inutili scorrettezze. E l'attacco presenta pure qualche neo: Menti, ad esempio, non scattante e preciso come nei momenti migliori; Ferraris, che nel primo tempo ha sciupato qualche buon pallone; Fabian, buon palleggiatore e ottimo nella manovra, ma poco affiatato con i compagni di linea. Ma il Torino è Mazzola, e basta Mazzola anche zoppo, come quello dello Stadio, per far perdere la bussola alle difese che se lo trovano fra i piedi. Il Torino è una grande squadra, però Mazzola da sola vale mezzo Torino.