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Comunale di Busto Arsizio
19/10/1947
h.15.00
PRO PATRIA - TORINO 0-2 (0-0)
Pro Patria
: Uboldi, Azimonti II, Patti, Borra, Fossati, Martini, Colpo, Turconi II, Antoniotti, Molina, Cavigioli. All.: Biffi.
Torino: Bacigalupo, Ballarin A., Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris. All.: Sperone. D.T.: Copernico.
Arbitro: Pera di Firenze.
Reti: Mazzola 84', Menti 87'.
Spettatori: 26.000 circa.
Note: La partita è cominciata con mezz'ora di ritardo su decisione dell'arbitro per permettere a tutti i tifosi di raggiungere in tempo lo stadio di Busto Arsizio, che nell'occasione registra il tutto esaurito. Bellissima giornata autunnale, calci d'angolo 3-1 per il Torino. Esordio in serie A per il bustocco Colpo, classe 1925.
Cronaca
[Tratto da La Gazzetta dello Sport del 20 ottobre 1947]
Il bel sogno della Pro Patria e dei suoi ventimila innamorati è svanito quando tutto ormai faceva pensare alla sua realizzazione. Era un sogno avventato, forse, ma certamente illuminato dalla certezza di sapersi battere con gran cuore, con entusiasmo incomparabile. Sognava, la Pro Patria, di non perdere contro il Torino campione d'Italia. E via via che la matassa del gioco si dipanava, via via che i granata - parliamo del primo tempo - correvan pericoli e, di contro, i difensori blucerchiati arginavano con sicurezza le ondate offensive dell'avversario, la speranza ingrandiva e sembrava prendere l'aspetto d'una luminosa realtà. Poi, nella ripresa, la speranza prendeva l'aspetto della sicurezza. Ecco: è già scoccata la mezz'ora; ecco è già passato anche il 35', e passa il 36', e passa il 37', e passa il 38'. Forza Pro Patria! ''Pro-Pa-Tria, Pro-Pa-Tria, Pro Patria''. Adesso i campioni sono tutti protesi all'attacco, Ballarin e Maroso giocano a metà campo, la porta bustese è stretta d'assedio, ma Uboldi, Fossati, Azzimonti, Borra, Patti respingono tutto, dicono di no, che non si passa, a tutti. Ma al 38' si vede Rigamonti buttarsi sulla palla, slanciarsi impetuosamente in avanti, spedire d'improvviso una palla violenta in direzione del ''mucchio'' agitantesi a pochi passi da Uboldi, e si scorge Mazzola allungare al momento giusto una gamba, correggendo la traiettoria della palla che viaggia velocissima a fior d'erba: Uboldi si butta in tuffo, ma è inevitabilmente battuto. Il sogno, il gran sogno, è finito. Siamo al 39', passano tre minuti ancora, c'è un calcio d'angolo contro la ''Pro'' e lo batte Menti. Palla respinta in direzione dell'ala stessa che la fa sua, evitando l'intervento di Patti, e stringe un poco verso il centro, sembra voler attirare verso sé gli avversari. Uboldi vien tratto in inganno e si sposta verso la propria sinistra. Menti in un batter d'occhio fa partire una staffilata di sinistro, sulla destra del portiere. 2-0, per la Pro Patria non c'è più nulla da fare. Avete già compreso che per il Torino è stato un affare molto serio questa partita di Busto: una partita maschia nella quale si è veduta una Pro Patria opporre ai maestri della tecnica un gioco incandescente, fatto di marcature strette concertate con intelligenza e bravura, senza cioè che gli interventi sull'uomo uscissero mai dai limiti d'estensione concessi al gioco deciso e volitivo. Controllato in tal modo, il Torino non ha forse intuito subito l'opportunità di tentare la via del successo tirando da lontano, Nel primo tempo gli attaccanti granata hanno effettuato un paio di tiri da pochi metri: non hanno potuto fare di più, non avrebbero potuto fare di più, una volta entrati in area e trovatisi di fronte a un Fossati ch'era una colonna, a un Azzimonti, a un Patti, anche a un Borra che non lasciavano via di scampo e d'azione. C'è di più: c'è che sul terreno bustese, dal fondo ineguale, non poteva il Torino svolgere il suo fine gioco a terra. E invece nel primo tempo la squadra granata ha tentato di ricamare non soltanto a metà campo, ma pure nelle immediate vicinanze della porta avversa. E allora, sommate le virtù della Pro Patria agli errori del Torino, il 15' è scoccato sullo 0-0 ed è mancato poco che addirittura la Pro Patria non si trovasse a quel punto, al comando della partita. Era accaduto, infatti, al 9' qualcosa d'importante che avrebbe potuto, se finito in altra maniera, modificare il corso degli eventi. Al 9' di gioco, appunto, una triangolazione Antoniotti-Colpo-Antoniotti aveva portato il centravanti solo a venti metri dalla rete di Bacigalupo. E s'era involato decisamente verso il traguardo del gol allorchè gli piombava addosso, di fianco, Ballarin. Il tigrotto finiva rudemente per le terre, lungo e disteso e disperato. Dal nostro posto d'osservazione, in tribuna avemmo la netta sensazione che il fallaccio si fosse verificato nettamente entro l'area di rigore. Con noi ebbero la stessa impressione tutti quanti, almeno in tribuna e sulle gradinate. Ma l'arbitro non concesse il rigore, non solo, ma diede una punizione da fuori area. Co sarebbe da fare un lungo discorso sugli arbitri e sulal loro riluttanza a concedere i calci di rigore, ma il discorso porterebbe lontano. Sta di fatto che Antoniotti aveva sul piede una palla da gol e che Ballarin ha commesso un fallo comunque grave, certamente grave da minacciare l'ulteriore regolarità della partita. Ad ogni modo tutto andò poi dritto fino alla fine perché, ripetiamo, i giocatori di entrambe le squadre pur battendosi leoninamente non trascesero mai. Così come non trascese mai il pubblico bustese allorchè volle protestare per i fatti che potevano non andargli giù. E quando alla fine della partita la Pro Patria si trovò battuta, gli applausi andarono anche al Torino, e fu una piccola, ma importante vittoria dello sport. Che dire dei giocatori? I migliori della Pro Patria li abbiamo già nominati. Aggiungiamo un elogio per Antoniotti (il quale tra l'altro fu l'autore di una splendida azione personale che gli permise di battere in grande stile Ballarin e di costringere Bacigalupo ad una gran parata), per l'esordiente Cavigioli. In campo granata sugli scudi Mazzola, Maroso, Grezar. Il gioco del Torino venne fuori soltanto nella ripresa quando esso s'ispirò all'intelligenza, l'arma vera che lo condusse alla vittoria.