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San Siro
26/02/1950
h.15.00
MILAN - TORINO 7-0 (6-0)
Milan
: Buffon, Belloni, Foglia, Annovazzi, Tognon, De Grandi, Burini, Gren, Nordhal III, Liedholm. All.: Czeizler.
Torino: Moro, Tomà, Grava, Macchi, Nay, Picchi, Giuliano, Santos, Frizzi, Gambino, Carapellese. All.: Santos.
Arbitro: Galeati di Bologna.
Reti: Burini 1', 36', Nordhal III 6', 23', 29', 43', Liedholm 90'.
Spettatori: 25.000 circa.
Note: Cielo coperto, temperatura piuttosto rigida. Campo pesante per la pioggia caduta nella giornata di sabato e nella mattinata di domenica. Calci d'angolo 7-4 per il Milan.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 27 febbraio 1950]
Uno stretto corridoio di tifosi intenti a vociare insulti. Un camion della ''Celere'' davanti ed uno alle spalle. Sputi contro i finestrini ed ogni tanto dei colpi che rimbombano contro le portiere o contro i vetri. Così il torpedone del Torino è uscito da San Siro. Prima di imboccare l'autostrada ha fatto sosta davanti all'ospedale Fatebenefratelli. Dirigenti, giocatori e accompagnatori hanno invaso la camera n. 26, dove Tomà, appena sveglio dalla narcosi, continuava a piangere e a dire: ''Ma il goal almeno l'ho evitato, vero Moro?..''. La trasferta dei granata sul campo dei rossoneri ha avuto aspetti quasi drammatici, perché oltre alla disgrazia capitata al terzino, oltre al finale poco simpatico c'è stato un putiferio in campo durato oltre cinque minuti e originato da un oggetto contundente che ha colpito Picchi come una mazzata. Di queste tinte da cronaca gialla venutesi ad aggiungere all'aspetto tecnico della contesa, i giocatori delle due parti non hanno quasi colpa. Torinesi e milanisti hanno lottato come meglio potevano, senza che avvenissero rudezze in misura maggiore di quante ne sono accadute, e purtroppo ne continueranno ad accadere, in gare di campionato. La scintilla che ha determinato gli incidenti è scoccata invece dal pubblico, come se l'elettricità, di cui fin dai primi minuti si è avuto sentore, improvvisamente si fosse scala dire che nulla, come andamento di gioco, faceva presumere tante complicazioni. Si era iniziato alle 15, in perfetto orario. Qualche fischio a Nay, che è la bestia nera dei tifosi milanesi, viene subito fatto tacere dal trio svedese che incomincia a dare spettacolo. Fin dal sabato, quando una pioggia persistente prese ad inzuppare il terreno di San Siro, si sapeva che Gren Nordahl e Liedholm, i ''pattinatori del fango'', non avrebbero avuto difficoltà a travolgere qualsiasi avversario fosse capitato loro davanti. Il Torino, oltre a tutto, ha un campionario di giovani e di riserve in squadra: Grava al posto di Tubero, Gambino mezz'ala sinistra, Macchi mediano destro e Giuliano ala (e questi due ultimi ragazzi risulteranno alla fine tra i migliori granata). La rete del piemontesi è di nuovo difesa da Moro, che oggi non sarà colpevole della valanga dei sette goals milanisti ed anzi avrà due o tre interventi in stile superbo. Si svolgono poche trame sul campo e il Milan va in vantaggio. Un rimando di Nay colpisce un rossonero, la palla resta in area granata. Un altro torinese salva in corner. Tira Candiani, da sinistra: breve mischia. Sbuca Burini; palla in rete. L'ala destra del Milan si è presentata bene, a confermare il periodo di buona forma che attraversa. Segniamo sul taccuino quarantacinquesimo secondo e ci prepariamo a registrare la serie di marcature. Gren, Nordahl e Liedholm sembra riescano a radiocomandare il pallone. Se lo passano e ripassano tra di loro, tagliando fuori uno o due avversari alla volta. Come una ventosa potente, l'azione degli svedesi risucchia tutto il gioco, si che il compito degli altri rossoneri diventa facile. E i goals, naturalmente, fioccano. Nordahl è una fionda costantemente tesa verso 11 bersaglio. Egli segna al settimo minuto. Al 17' colpisce il palo. La pressione dei rossoneri è interrotta da una fuga di Frizzi, che evita il controllo di Tognon, ma poi tira ingenuamente sul portiere, poi tutti gli spettatori fanno ''attenti a sinistra'' o a ''destra'', a seconda della posizione in cui sono e non muovono lo sguardo dalla rete di Moro, sottoposta ad un bombardamento calcistico. Al 21' Candiani, solo e ben piazzato, rischia di spezzare un palo con un tiro sferrato da pochi passi. Al 30', Moro, Carapellese, accorso anche lui in difesa, e Toma si chiudono su Nordahl, ma ''il pompiere'' ha la meglio e fa schizzare la palla in rete. Il guardiano granata giura che questo goal è stato fatto con le mani, aggiungendo che Nordahl un po' per scherzo e un po' sul serio glielo ha confermato. Lasciamo a Moro la responsabilità di quanto afferma poiché i pali della tribuna di San Siro, in certi casi, sono un autentico sipario di ferro tra l'osservatore e l'area di gioco. Comunque sia, il goal successivo di Burini, al 36', è pienamente valido. La tessitura di trame tra i rossoneri aveva messo l'ala destra in piena libertà di azione: anche un bambino avrebbe segnato. E Nordahl, ancora, ha firmato una rete, terminando una serie di passaggi consecutivi tra Gren, Annovazzi e Candiani (44'). Prima che il sesto punto si verificasse, il Torino aveva però subito il grave Incidente a Tomà. Su lancio in avanti, il solito Nordahl era scattato, controllato dal terzino. Moro usciva di scatto e si tuffava, mentre Tomà, sbilanciato dall'urto spalla a spalla con l'avversario, finiva sotto il peso del portiere granata. Trasportato a braccia fuori del campo, il difensore torinese veniva avviato all'ospedale, mentre ancora la partita proseguiva. Il prof. Perone, dopo aver addormentato il giocatore, provvedeva a sistemare il ginocchio, che appariva in gravi condizioni. La diagnosi è: distorsione con probabile stiramento dei legamenti crociati. Il Torino perderà per qualche tempo il suo terzino ed i campi di gioco rimarranno privi di uno degli atleti più corretti ed educati del calcio italiano. Anche sotto questo punto di vista l'incidente a Tomà è davvero triste. Torniamo all'incontro. Il secondo tempo non ha quasi avuto storia. Al rossoneri erano giustamente state impartite disposizione di non spingere a fondo. Ancora una difficile uscita di Buffon su Frizzi, un goal di Gren annullato per fuori gioco, un salvataggio di Picchi a portiere battuto e nell'elenco aggiungiamo anche la rete di Liedholm, forse la più bella della giornata, avvenuta nei minuti di recupero. Di tecnico, si diceva, non si è visto molto. C'è stata invece la gazzarra, veramente strana in una città di sportivi come Milano. Spunto all'episodio fu un intervento energico, ma non falloso, di Nay su Nordahl. Mentre la palla viene rimessa in gioco, dall'alto delle gradinate una bottiglia fende l'aria e va a cadere ai piedi di Nay. Picchi, che è lì a due metri, crolla a terra. La gente ha l'impressione che il granata ''faccia la commedia'' e ulula. Due fotografi si presentano a protestare all'arbitro che è accorso (cosa mai è saltato loro in testa?). Picchi intanto non accenna a rialzarsi e deve essere soccorso dal massaggiatore. La nostra impressione, confermata poi da un bernoccolo visto sulla testa dell'ex-livornese, è che un altro corpo contundente, probabilmente un sasso, lo abbia colpito. Mentre il massaggiatore Totò Padello si carica Picchi sulle spalle e si avvia verso l'uscita, uno dei due fotografi si rivolge ancora verso di lui. Da distante il suo atteggiamento appare decisamente privo di comprensione verso il ferito. Padello assicura pure di aver ricevuto uno sgambetto. Fatto sta che il massaggiatore e Picchi rotolano per terra. Totò si rialza di scatto e si lancia sul fotografo, iniziando un violento pugilato. In suo aiuto accorrono altri granata. La folla preme contro l'inferriata e si ha l'impressione che il rettangolo di gioco stia per essere invaso. Qualche spettatore tenta infatti di scavalcare la barriera, ma la ''Celere'' spunta come per incanto dal sottopassaggio e si schiera lungo la siepe di protezione. Intanto Gren e Nordahl, con un gesto generoso, prendono Picchi di peso e lo portano a braccia fuori del campo. Si può continuare la partita. I granata sono ormai in nove, ma nessuno, né da una parte né dall'altra, si impegna più. La rete di Liedholm cade quasi nell'indifferenza e l'arbitro non recupera nemmeno tutto il tempo perso nella buriana, fischiando il termine con un minuto o due di anticipo. Granata e rossoneri escono insieme e si stringono lealmente la mano. Annovazzi aspetta Moro, che è l'ultimo del Torino ad infilare la scaletta del sottopassaggio, e se ne va solo dopo di lui. Sembra voler proteggerlo, con la sua presenza, dagli insulti dei tifosi. I giocatori del Milan hanno dato una lezione di sportività a certi loro spettatori.