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Sinigaglia |
25/02/1951 |
h.15.00 |
COMO - TORINO 4-2 (2-1) Como: Cardani, Boniardi, Gatti, Maronati, Pedroni, Pinardi, Meroni, Turconi, Ghiandi, Rabitti, Dossi. All.: Varglien I. Torino: Buttarelli, Grava, Cuscela, Depetrini, Nay, Gremese II, Frizzi, Rosen, Ploeger, Picchi, Tosolini. Arbitro: Massai di Pisa. All.: Bigogno. Reti: Rabitti 9' (C), Rosen 29' (T), Ghiandi 40', 58' (C), Frizzi 68' rig. (T), Meroni 88' (C). Spettatori: 6.000 circa. Note: Pallido sole primaverile, terreno molle ma non pesante, angoli 8-5 per il Como. Cronaca [Tratto da La Stampa del 26 febbraio 1951] ?La prima regola del cronista, nell'esporre un fatto, è di rispondere al più presto alle domande "chi, dove, come, quando e perchè?". Ubbidiamo: il Como ha vinto sul campo in cui finora si era lasciato sfuggire un solo punto; ha giocato con sicurezza, ieri, in una giornata freddina. In quanto al perchè è meglio fare eccezione alla regola e rimandare la spiegazione alla fine. Il quattro a due, che matematicamente separa le squadre, di qua i vincitori, premiati da un bel grappolo di reti attive; di là i vinti, mortificati da un passivo superiore alle colpe, non ha nulla a che fare con l'andamento del confronto. Il Torino, battuto da un goal iniziale e ribattuto da una prodezza di Ghiandi, dopo che Rosen aveva ottenuto il pareggio, ha avuto a sua disposizione il mezzo per riportare tutto in equilibrio, quando lo stesso Rosen ha calciato al volo una parabola degna di Meazza. Cardani era uscito fuori tempo e la sfera, tirata con intelligenza e prontezza dallo svedese, ha sorvolato la traversa di un metro. Per quel metro l'undici granata ha perso, e ci scusi Varglien I se l'affermazione mette la sordina agli "hurrà!" di vittoria, lanciati dagli azzurri. Il successo dei lariani è pieno e meritato, però il Torino ha avuto una punizione troppo severa, E con un po' più di fortuna.. Ma alla sorte non bisogna chiedere regali; sono i goals che contano, quelli soli. Seguiamone la cadenza. Dopo che Buttarelli aveva riparato ad un ritardo dell'arbitro, piombando sui piedi di Ghiandi, senza attendere che venisse fischiato un grosso fuori gioco e dopo che Picchi, avanzato da metà campo, aveva obbligato Cardani ad allungarsi fino all'incrocio dei pali per deviare in corner, il Como è andato in vantaggio. L'azione è partita sulla destra, dove Meroni ha avuto la meglio su Cuscela. L'ala ha centrato prontamente Nay, sceso in campo febbricitante (tra il primo ed il secondo tempo gli sono stati perfino praticati speciali massaggi per rimetterlo in sesto) ha respinto, ma un comasco è riuscito ad intercettare. Un altro difensore granata rimandava e Rabitti si impadroniva del pallone per iniziare un veloce zig-zag verso la rete granata. Tre avversari erano scartati, un tocco da sinistra a destra completava l'opera, e Massai poteva segnare sul suo taccuino: Como uno Torino zero. Una svista dello stesso arbitro, che non notava la sfera uscita dal fondo campo mentre Frizzi stava centrando, per poco non permetteva il pareggio, ma Tosolini spediva a lato. In compenso Ghianda non nascondeva la sua attitudine al gioco di testa deviando con violenza su corner (parata franca di Buttareìll). Il Torino faceva il finto tonto, giocava a metà campo, quasi senza dare l'impressione di premere a fondo; tuttavia non tardava a scoprire che gli azzurri erano pericolosi all'attacco, ma impacciati in difesa. Boniardi stava pagando un pericoloso tributo all'inesperienza, Pedroni rimediava alla forma offuscata con un'entrata fallosa. Si poteva forzare l'offensiva e difatti, al 29', Frizzi allungava e Ploeger ohe girava prontamente a Rosen. Dall'angolo destro dell'area lo svedese stangava senza remissione. Al "forza Italia", ripetuto in cadenza dai sostenitori comaschi il Torino aveva dunque risposto con un goal internazionale. Uno a uno. e prodezza inutile polchè prima della fine del tempo - al 43' - Dossi serviva Ghiandi, che scartava il suo avversarlo e realizzava. Il centravanti azzurro è in forma, come si vede. E' solido, ben piantato e resistente. Gioca come un Nordahl italiano ed è un atleta che può ancora progredire, beato lui. La partita sfuggiva di mano ai granata nel primo quarto d'ora della ripresa, quando, al già citato tiro a parabola di Rosen, lo stesso Rosen faceva seguire un attimo di esitazione in area, imitato poi da Picchi che si lasciava soffiare da Pedronl un'occasione favore voìissima. Sesto, settimo, undicesimo minuto: tre tappe della disavventura torinese. La quarta si aveva al 15', allorchè Meroni passava a Ghiandi e questi con una gran testata spediva in rete una palla che Buttareìll sfiorava senza trattenere. Come se perfino Ploeger e Rosen avessero imparato la tenacia dai montanari Valdostani, il Torino non si dava per vinto e ripartiva all'attacco. Ventesimo minuto: Frizzi viene spedito a terra da Pedroni, in area, senza che il fallo sia punito. Un consiglio al friulano: un'altra volta non cerchi di stare in piedi a dispetto degli sgambetti; si lasci cadere e l'arbitro noterà più facilmente il fallo. A ogni modo. Gatti paga poco dopo per il compagno. Un abbraccio a Ploeger su acita il trillo del fischietto ed il silenzio sugli spalti (segno che il pubblico approvava, sia pura a malincuore, il rigore) Frizzi (25' minuto) con un tiro a sinistra raso a" terra a fil di palo, non forte ma preciso, batte Cardani, dando il segnale d'inizio all'arrembaggio finale. Il terreno è pesante, il Torino è stanco, eppure riesce ancora a tirar fuori inaspettate riserve di energia, di volontà e di classe. Picchi sfiora un suo goal, Rosen vede un tiro fermato dal polito Pedroni. Si scorge Varglien chiamare indietro mazze ali e mediani e far segno agli azzurri di non affrettarsi nelle rimesse laterali, tanto per guadagnare tempo. I granata premono disperatamente, ma ecco al 44' la beffa finale. In un contrattacco Rabitti allunga in profondità a Meroni e questi fatti due passi se gna di precisione. Un non impossibile tre a tre diventa 4-2. Succede, nel mondo del calcio.. Il Como che mancava di Migliorini, Travia, Bergamaschi Lipizer è piaciuto molto all'attacco, dove Ghiandi è brillante e Turconi lavora con soddisfazione sua e del compagni. Un po' meno la squadra azzurra e apparsa consistente in difesa. Nel Torino due uomini In speciale evidenza: uno è Grava, pronto nei recuperi, preciso con entrambi i piedi come un tennista con la racchetta, sicuro nell'anticipo; l'altro è Rosen, forte, tenace e pericoloso. Nay, Depetrlni e Gremese, seguono la ccoppia di testa; poi gli altri nell'ordine. Sarebbe inutile e ingeneroso elencare il fanale di coda in questa graduatoria: provvederà Bigogno ai necessari spostamenti, tanto più che Carapellese e Santos, che ieri si sono sottoposti a cure speciali, promettono un prossimo rientro. |
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