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Comunale di Bologna
03/02/1957
h.14.30
BOLOGNA - TORINO 0-0
Bologna
: Giorcelli, Rota, Pavinato, Bonifaci, Greco I, Pilmark, Cervellati, Pozzan, Pivatelli, Gasperi, Pascutti. All.: Campatelli.
Torino: Rigamonti, Grava, Cuscela, Rimbaldo, Grosso, Ganzer, Arce, Fogli, Pellis, Bodi, Tacchi. All.: Liberti e Ussello.
Arbitro: Coppa di Como.
Reti: -
Spettatori: 22.000 circa.
Note: Calci d'angolo 6-5 (3-2) per il Bologna, tempo bello, terreno in buone condizioni, ammonito Arce al 79' per gioco scorretto. Presente in Tribuna d'onore, il vice presidente della F.I.G.C., dott.Pasquale.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 4 febbraio 1957]
Il risultato della partito è nullo. Di più le due squadre non meritavano, e fra gioco e esito v'è un legame diretto, una corrispondenza logica. L'un contendente, l'ospite, non tendeva che a difendersi, e non mirava affatto più in su: ha ottenuto quello che voleva, di non perdere, cioè. L'altro, quello che giocava in casa, ha giocato così male che proprio il premio dei due punti non era giusto che gli venisse assegnato: ha avuto il massimo che poteva avere. E la partita, in sé, è stato quanto di più disordinato, confuso e tecnicamente incolore sia possibile di immaginare: un incontro che nemmeno per parte sua poteva esprimere un verdetto. Più interessante della gara, che in un certo senso un bersaglio non l'ha colpito, sono i precedenti immediati della gara stessa. Questi precedenti sono rappresentati dal ritorno di Cervellati e dalla continuata assenza di Bandon, malgrado l'appello interposto per quanto riguarda il Bologna. Ben altra importanza e carattere essi hanno invece nel caso del Torino. Il tecnico responsabile della squadra, signor Aberti, radunò i giocatori nella mattinata di domenica stessa e dichiarò loro che, qualunque fosse stato l'esito della partita che si stava per disputare, egli si considerava, dal momento della sua chiusura, come dimissionario dalla carica. Tutto questo in termini decisi e inequivocabili. Inoltre, nel dare l'annuncio della formazione in cui la squadra sarebbe scesa in campo, egli informava che sarebbero rimasti, per l'occasione, a riposo, i giocatori Armano e Ricagni. Motivazione dell'esclusione: non ferite, né condizioni fisiche, ma la provata circostanza che i due non sono elementi adatti in una partita fuori casa, da disputarsi nel tono deciso e gagliardo cui egli voleva e comandava che si facesse ricorso. La prima linea doveva, in conseguenza assumere la formazione seguente: Arce, Fogli, Pellis, Bodi e Tacchi. Occorre aggiungere subito che alla conseguenza di lottare con grande impegno, i giocatori granata hanno, senza ricorrere a violenze, ottemperato decisamente. Le stesse dichiarazioni fatte alla squadra, il signor Liberti ripeteva poi ai giornalisti, spiegando come non gli fosse ormai possibile di continuare a vivere ed a lavorare in un ambiente in cui certe cose potevano avvenire, Il Liberti era al corrente di come la notizia delle sue dimissioni, dopo l'incontro di Udine, fosse stata fabbricata e telefonata a e da Torino dall'impiegato stipendiato di un dirigente responsabile, e concludeva che non gradiva fungere da capro espiatorio per gli errori altrui e che le dimissioni intendeva darle come e quando voleva lui e non farsele imporre da chi mirava salvare sé stesso. Il risultato favorevole ottenuto a Bologna, induce a pensare che anche il momento per l'abbandono della carica sia stato ben scelto da Liberti. Il preambolo era necessario anche nei suoi particolari, e per amore di verità e per la importanza che può avere nel complesso della vicenda della povera società granata. Dopo di che, si può ritornare a quanto avvenuto in campo. La giornata era serena e quasi tiepida rispetto al clima di Torino. Il terreno di gio. co si presentava come in ottime condizioni. Più di ventimila persone erano presenti sugli spalti. Non naviga in acque troppo calme nemmeno la caravella del Bologna, ma i sostenitori della squadra avevano tirato un po' i remi in barca di fronte al fatto che la medesima più non aveva subito sconfitte nelle sei giornate di campionato che avevano preceduto quella del Torino, I granata scendevano quindi in campo, e subito al segnale d'inizio, Cuscela assumeva, dietro a Grosso, la posizione di terzino volante o libero che dir si voglia, Rimbaldo prendeva il posto di terzino sinistro, Bodi, e in minor misura anche Fogli, retrocedevano come uomini di collegamento .Come elementi di punta non rimanevano che Tacchi, Pellis ed Arce, quest'ultimo con maggior continuità degli alri. Un catenaccio temperato ed allentato, ma sempre un catenaccio. Un catenaccio nel quale lo attacco del Bologna dava ad impegolarsi subito e dal quale più non doveva, nemmeno in seguito, svincolarsi mai. I granata lottavano bene: con coraggio e anche con ordine. Ma i petroniani ci mettevano anche qualche cosa di proprio, nell'incapacità di superare lo ostacolo. Lenti e involuti, essi giungevano con estrema difficoltà a far maturare situazioni Un solo tiro di Pivatelli alto, forte e improvviso, era all'altezza della situazione in questo primo tempo, ma il portiere Rigamonti rispondeva deviando magistralmente in angolo. Due puntate offensive delle mezze ali, Bodi e Fogli, ed un colpo di testa di Rimbaldo, fattosi, avanti su calcio d'angolo, erario i soli episodi notevoli di offensive torinesi nel corso di questa parte dell'incontro. Alla ripresa, i granata apparivano subito come più sicuri del fatto loro. Quanto ottenuto fino a quel momento, aveva in certo qual modo consolidato il loro morale. Giocavano con maggior disinvoltura ed in corrispondenza le probabilità che l'attacco del Bologna riuscisse finalmente a sfondare, diventavano sempre minori. Ad un certo punto, quella dei petroniani prendeva la sostanza di una vera e propria pressione, ma i difensori dei Torino non cedevano e Rigamonti si produceva in quattro o cinque parate l'una più bella dell'altra. Pivatelli, Pozzan e compagni erano come l'ombra di se stessi, e in realtà l'unico uomo del Bologna a dare prova concreta di trovarsi in buone condizioni di forma, era il mediano Bonifaci. Verso il termine dell'incontro qualcuno fra gli attaccanti torinesi, Arce e Tacchi, in special modo, diventavano spavaldi nei loro tentativi di approfittare della situazione che s'era venuta creando. E gli scambi divenivano nervosi e convulsi, e qualche duro colpo veniva scambiato e proprio nei momenti finali Arce che stava per presentarsi tutto solo davanti al portiere Giorcelli, veniva fermato da un energico intervento in extremis dei terzino Pavinato. Sarebbe stato forse un po' troppo, se quel tentativo di Arce fosse stato coronato dal successo. Per i granata, un successo già è rappresentato dal pareggio ottenuto nell'occasione. Nelle circostanze il punto incamerato a Bologna, vale, materialmente e moralmente, tanto quanto l'oro, per il Torino.