WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Appiani
28/04/1957
h.15.30
PADOVA - TORINO 1-3 (0-0)
Padova
: Pin, Blason, Scagnellato, Moro, Azzini, Mari, Nicolé, Rosa, Bonistalli, Chiumento, Boscolo. All.: Rocco.
Torino: Rigamonti, Grava, Cuscela, Rimbaldo, Grosso, Ganzer, Armano, Fogli, Jeppson, Arce, Bertoloni. All.: Marjanovic.
Arbitro: Grill (Austria).
Reti: Armano 52' (T), Jeppson 69' (T), Arce 70' (T), Rosa 76' (P).
Spettatori: 17.000 circa.
Note: Slendido pomeriggio di sole, caldo afoso mitigato da una leggera brezza, clci d'angolo 7-0 per il Padova. In uno scontro di gioco tra Rimbaldo e Scagnellato, al calciatore granata, dopo il ricovero in ospedale, vengono applicati venti punti di sutura alla testa.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 29 aprile 1957]
Non si può dire nulla di definitivo in un campionato come questo dove la situazione in coda alla classifica è così mutevole e dove le squadre pericolanti sono tante, ma forse il Torino ha conquistato a Padova i due punti che lo portano in decisa salvezza: a quota 28 si respira ora aria più pura di quella che forma atmosfera più in basso. E' stata una partita non bella - di bello non c'è più nulla da vedere nel campionato italiano - ma combattuta in tono duro e angoloso, in certi momenti anche aspro. Una partita, due terzi della quale si sono svolti con dieci soli uomini per parte. Un incidente che poteva anche avere serie conseguenze, e che speriamo non ne abbia, si è verificato, infatti, verso la mezz'ora del primo tempo. Nessuna delle due squadre aveva segnato a quel momento, come nessuna doveva segnare prima dell'intervallo. Il Padova premeva sempre più insistentemente sulla metà campo nella quale il Torino si difendeva con ordine e fermezza. Ad un dato punto proprio sulla linea a metà campo e proprio davanti alla tribuna d'onore, un pallone alto - uno dei tanti in un incontro nel quale si è giocato più nel cielo che in terra - veniva a trovarsi in disputa. Da parte granata Rimbaldo scattava e stava salendo in verticale con gli occhi sulla palla, quando su di lui venendo da posizione arretrata piombava come una catapulta il terzino degli avversari Scagnellato. Il fallo era senza alcun dubbio tutto del patavino. Urto delle due teste e di una durezza tale da far vedere le stelle. I due giocatori cadevano a terra come tramortiti. Sangue di qua, e sangue di là. L'uno e l'altro venivano trasportati negli spogliatoi e di lì subito, data l'apparente gravità del caso, venivano trasferiti al non lontano ospedale civile. Rimbaldo aveva il setto nasale rotto, e Scagnellato il centro del fronte spaccato. Per curare il granata occorreva l'applicazione della bellezza di venti punti, tutti minuti, tutti l'uno accanto all'altro: per evitare complicazioni egli dovrà rimanere a letto nell'ospedale stesso per un minimo di ventiquattro ore. Il paziente è comunque in piena conoscenza, e né la ferita né lo stato fisico generale presentano carattere di gravità. Per Scagnellato sotto bastati invece sei punti: al termine, della partita egli già era ritornato al campo, curioso di vedere come erano andate le cose. Chiusa la dolorosa e sanguinosa parentesi, al termine del primo tempo nessuno aveva segnato. Di occasioni favorevoli ne avevano avute ambe le squadre, e più il Padova che il Torino, e da una parte e dall'altra ci si era fatto un dovere di sbagliare tutto. I tiri precisi sono fuori di moda, da noi, al momento attuale. Alla ripresa sempre con dieci soli uomini per parte gli ospiti aumentavano la prudenza dello schieramento e dell'atteggiamento, e i padroni di casa invece cessavano di tenere Blason in posizione di terzino volante e si scaraventavano tutti in avanti incitati a gran voce dal pubblico. Per i primi minuti il Padova è con tutti e tre i mediani protesi in avanti, come per integrarsi alla prima linea, premendo sulla difesa dei granata e dando l'impressione di dover passare da uri momento all'altro. Era allora che in perfetto contrasto con l'andamento del gioco gli capitava fra capo e collo la prima rete dei torinesi, i quali avevano conservato tre uomini soli in avanti: Jeppson, Bertoloni e Arce ed ancora quest'ultimo sovente in posizione intermedia. Improvvisamente Arce e Bertoloni andavano via sulla sinistra. Il traversone che ne seguiva veniva intercettato al contro da Jeppson. Lo svedese vedendo arrivare in piena corsa sulla sua destra Armano gli passava la palla: e Armano con tutta semplicità spediva in rete. 1 a 0 per il Torino all'8° minuto. Cresceva allora a dismisura l'intensità degli attacchi padovani, e conseguentemente si sguerniva sempre più la difesa di Blason e compagni. Il giovane Nicole si era portato al centro e il pubblico a un dato punto reclamava ad alta voce per un rigore dovuto a carica evidente, senza che l'arbitro nulla concedesse. Pitiche, quando metà del tempo era già scoccato da qualche minuto, in contropiede i patavini venivano presi d'infilata due voi te consecutive nello spazio di due minuti. Nella prima occasione un forte centro di Arce partiva ancora dalla sinistra e trovava ancora sbilanciata la difesa del Padova. Dalla destra Bertoloni rispondeva con un nuovo traversone, e di testa Jeppson spediva oltre la linea: 2 a 0. Passava un paio di minuti e il Torino seccamente ritornava all'attacco. Arce avanzava con la palla al piede ed ogni suo compagno si trovava in quel momento in posizione di fuori gioco. Convinti che il paraguayano eseguisse un passaggio, i terzini padovani gli aprivano un largo corridoio verso il centro del campo. In quello si cacciava subito a grandi folate Arce, piantava tutti in asso, giungeva solo in area e con un secco tiro a mezz'altezza batteva anche il portiere. Arce era sempre rimasto dietro alla palla e per lui di fuori gioco non si poteva parlare. 3 a 0 per il Torino, mentre il Padova non faceva altro che dominare. Pareva un risultato incredibile, E difatti i padroni di casa lo corressero poco dopo questo risultato con un tiro della mezz'ala destra Rosa che il portiere Rigamonti non vide in partenza, lasciandosi cosi battere di sorpresa. Nei minuti che mancavano alla fine il Padova continuò la sua pressione senza giungere ad alcun risultato. Anzi proprio negli istanti finali Jeppson e compagni parvero di trovarsi smarcati davanti al portiere Pin, e per lasciare l'uno la palla altro, sicuri come erano del fatto loro, gettarono al vento l'occasione. Classica partita del contropiede è stata questa. Tanto che se l'avessero vista certi entusiasti del catenaccio, responsabili del nostro gioco di campionato, ne avrebbero tratto incoraggiamento per la loro tesi. E per intanto è il Padova, che con il calendario che l'attende, viene a trovarsi in difficoltà per quanto riguarda la retrocessione.