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Menti |
20/11/1960 |
h.14.30 |
L.R.VICENZA - TORINO 1-1 (0-1) L.R.Vicenza: Bazzoni, Stenti, Garzena, Zoppelletto, Panzanato, Bonifaci, Conti, Menti IV, Cappellaro, Puia, Savoini. All.: Lerici. Torino: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Invernizzi, Mazzero, Tomeazzi, Traspedini, Ferrini, Cella. All.: Santos. Arbitro: Annoscia di Bari. Reti: Tomeazzi 1' (T), Puia 73' (V). Spettatori: 7.000 circa. Note: Giornata soleggiata, terreno buono anche se un po' pesante. La L.R.Vicenza é scesa in campo con la divisa bianca per dovere di ospitalitá. Cronaca [Tratto da La Stampa del 21 novembre 1960] ?I giocatori del Torino, e Santos in modo particolare, hanno accettato a malincuore questo pari con il Lanerossi. Prima della partita avrebbero sottoscritto volentieri un pareggio, dopo si lamentavano, perché le vicende dell'incontro avevano fatto sperare qualcosa di più. Recriminavano sul comportamento dell'arbitro Annoscia, sul loro stesso gioco, sul come gli avversari erano riusciti a pareggiare. Santos era furente: ''Non si può prendere un goal a quel modo, è madornale. Questa settimana oltre agli allenamenti sul campo stabilirò legioni teoriche; spero capirete come ci si debba sistemare quando si subiscono calci di punizione''. Lo sfogo di Santos era in parte giustificato, perché il Torino pareva avviato veramente verso la conquista dì un successo pieno. Il goal di Tomeazzi, realizzato al primo minuto di gioco, aveva determinato una situazione particolarmente felice per la squadra granata. Un goal semplice, lineare: calcio di punizione per fallo di Zoppelletto su Tomeazzi, tocco intelligente ed improvviso di Ferrini, scatto elegante del giovane modenese, che sorprendeva l'intera difesa battendo con tiro ravvicinato il portiere Bazzoni. Il Torino era in vantaggio ed il Lanerossi non trovava il ritmo giusto per imporre il suo gioco. Si capivano allora i motivi dei recenti e gravi insuccessi della squadra di Lerici. Manovra confusa, atleti in scarse condizioni, difesa aperta quasi come prova di un momento di crisi collettiva. Sarebbe bastato insistere all'attacco per creare le basi d'una splendida vittoria. Invece i granata hanno ritenuto di chiudersi in difesa, quasi a proteggere quel goal del primo minuto: Ferrini sulla linea dei mediani, Cella impegnato a controllare Bonifaci, che giocava sempre indietro, Mazzero nell'insolito ruolo di ala destra tornante a proteggere la zona di Bearzot. Troppa difesa! La assenza di Danova, che all'ultimo momento aveva dovuto rinunciare per non aggravare il malanno accusato a Roma durante l'allenamento di giovedì, si è fatta sentire più del previsto, perché Mazzero non è adatto al contropiede. All'attacco rimanevano cosi soltanto Tomeazzi e Traspedini, aiutati, a volte da qualche uomo che arrivava di corsa dalle retrovie, ormai stanco per aver fatto tutto il campo. Né Tomeazzi, né Traspedini, del resto, sono scattisti nel senso vero della parola. Ieri manovravano abbastanza bene in coppia, ma era un gioco senza mordente, senza la grinta necessaria per superare la rude difesa veneta, che è pur sempre un baluardo difficile anche se alcuni elementi accusavano scarsa iniziativa e poche idee. Qualche tiro in alto, qualche parata più spettacolare che difficile del portiere Bazzoni. Per il Lanerossi le cose non andavano meglio neppure all'attacco, ed i difensori granata non avevano difficoltà a controllare le disordinate azioni dei bianchi, i quali in mezzora di pressione hanno creato in tutto una sola vera occasione da rete: il tiro di testa di Conti, che aveva sorpreso Vieri fuori posto, è stato respinto con tutta tranquillità da Ferrini. Il pubblico, scontento, non aveva più animo, di incitare i suoi beniamini; si sono udite grida ostili all'indirizzo di Lerici, accusato di voler dimenticare in tribuna Pinti e Siciliano. La folla delusa non ha mezzi termini, ed il Lanerossi, con Savoini all'ala sinistra, non è né può essere squadra d'attacco. Il Torino navigava così, diremmo anche facilmente, verso un traguardo brillante. Anzi, il vantaggio dei granata avrebbe potuto ancora aumentare se l'arbitro all'8° della ripresa avesse punito con il rigore un fallo plateale di Paneanato su Tomeazzi. Il ragazzo era sfuggito bene al suo custode, ed il primo, intervento falloso del centro mediano veneto era avvenuto proprio sulla linea di demarcazione dell'area. Tomeazzi aveva, superato l'ostacolo e Panzanato allora l'ha atterrato senza complimenti con un plateale abbraccio. Annoscia era a pochi passi; non aveva fischiato il primo urto, ha voluto chiudere gli occhi anche sul secondo. Incredibile! La fatica (il terreno era fangoso per la pioggia dei giorni scorsi, anche se la giornata era limpida e piena di sole) cominciava a fare le prime vittime, su un campo e sull'altro, ed il gioco diveniva sempre più rude. Attaccavano con più insistenza i padroni di casa,, sfioravano il goal all'll' minuto con Puja, e pareggiavano al 28°, sempre per merito del longilineo interno sinistro: fallo di Bearzot su Conti, lungo centro di Bonifaci sulla punizione, un po', di confusione in area proprio davanti a Vieri, e testa finale di Puja, che sorprendeva tutti buttando in rete. Era il pareggio. Riprendevano lena i vicentini, che volevano a tutti i costi la vittoria, si difendevano ora con un po' di orgasmo. I torinesi, fra i quali comunque spiccava ancora, per decisione, volontà e merito, Invernizzi. Più nulla di importante sino alla fine, che è stata accolta dal pubblico con tanti fischi e con pochi applausi. Delusione logica per i tifosi biancorossi, che attendevano una prova gagliarda dai loro beniamini, rammarico anche da parte dei torinesi, che si son visti sfuggire di mano una vittoria che pareva ormai conquistata. Non è questo il momento di cercare le cause del mancato successo. Un punto in trasferta è sempre un risultato buono, ma perché tanta smania di difendere un solo goal di vantaggio? E' bastato un errore, ed il sogno è svanito, come d'incanto. La squadra, comunque, pare avviata sulla strada, del miglior rendimento. Invernizzi ha dato un tono franco ai settori di difesa; l'attacco potrà certamente far meglio quando rientrerà Crippa e quando potrà giocare Danova (forse già domenica contro la Fiorentina) e specialmente quando Tomeazzi avrà raggiunto un buon grado di forma, ieri è apparso affaticato, pesante nella corsa, mancante del guizzo necessario per fare ''l'uomo di punta''. Dicono che Herrera abbandoni a se stessi i giocatori di riserva, per curare soltanto i titolari della domenica. E Tomeazzi, trapiantato all'inizio del campionato da Modena all'Inter, non ha trovato a Milano l'ambiente ideale per maturare convenientemente: nel Torino la situazione è nettamente diversa, e Tomeazzi potrà far molto. E' soltanto questione di tempo. |
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