WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Comunale di Bologna
25/12/1960
h.14.45
BOLOGNA - TORINO 3-1 (2-1)
Bologna
: Santarelli, Capra, Pavinato, Tumburus, Burelli, Fogli, Perani, Bulgarelli, Vinicio, Campana, Cervellati. All.: Allasio.
Torino: Vieri, Scesa, Buzzachera, Bearzot, Lancioni, Ferrario, Danova, Cella, Tomeazzi, Ferrini, Crippa. All.: Santos.
Arbitro: Lo Bello di Siracusa.
Reti: Perani 11', 58' rig. (B), Tomeazzi 31' (T), Cervellati 34' (B).
Spettatori: 15.000 circa.
Note: Espulso Bearzot al 58' per proteste, ammoniti Ferrini e Crippa. La partita è cominciata con 15' di ritardo, alle 14.45 anzichè 14.30. Pomeriggio di sole ma freddo, terreno allentato.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 26 dicembre 1960]
Pareva, all'inizio, dovesse essere una partita di carattere natalizio: pace, tranquillità, scambi leali e senz'ombra di scorrettezze. Divenne invece, ad un certo punto, un incontro duro, astioso, angoloso, pieno di non ingiustificati risentimenti da parte di chi doveva finire per perdere. Perché il Torino ha giocato e lottato in modo superiore di parecchio a quanto il risultato non lascerebbe supporre. Andati in svantaggio ai primi minuti della gara per quella che doveva essere la più bella rete delle quattro della giornata, i granata pareggiavano con pieno merito verso la metà dèi primo tempo. E ripiombavano poi, in svantaggio poco prima del riposo di metà tempo, per una disgraziata autorete di Ferrario. Il quale si era accollato, alle spalle dei due terzini, la parte che così spesso aveva sostenuto in passato, anche in squadra nazionale: quella del battitore libero. Ma giocava in modo così franco e disinvolto il Torino, che, all'inizio della ripresa, il risultato aveva l'aria di essere una cosa ancora tutta da discutere. I giovani attaccanti della squadra ospite si mostravano veramente pieni di intraprendenza, in quel momento. L'incidente decisivo era in agguato però, ed esso scoppiava quando erano decorsi appena undici minuti dalla ripresa del gioco. L'attacco dei petroniani avanzava svelto sulla sua sinistra. Contro un paio di attaccanti si presentava, deciso come al solito, il tarchiato Ferrario. L'azione veniva stroncata da un improvviso fischio dell'arbitro che accennava senz'altro al disco bianco degli undici metri. Che era successo? Un fallo di mani da parte di Ferrario, diceva con i gesti l'arbitro. Un fallo che in realtà proprio nessuno aveva visto in campo. Nessuno, nemmeno i componenti del non numeroso pubblico bolognese. I granata, naturalmente, non stavano zitti: si riunivano attorno all'arbitro e protestavano. Durava a lungo, la discussione, mentre i giocatori del Bologna parevano disinteressarsi, in gran parte, della questione. Non terminava, la discussione stessa, che con l'espulsione di un granata. Pareva che di questa espulsione dovesse dapprima fare le spese Ferrini, l'attaccante. La vittima definitiva doveva esserne invece Bearzot, forse per la veste di capitano ch'egli rivestiva: Bearzot che, a quanto egli asseriva poi, non aveva cercato che di calmare gli animi dei suoi compagni e di fare la parte del paciere. L'esecutore della pena massima doveva essere l'ala destra bolognese Perani, forse il migliore uomo non solo dei suo settore ma dell'intera sua squadra. Perani segnava facilmente con un preciso tiro basso. L'incidente decideva bruscamente del risultato della partita, facendo di un incontro controverso un esito di 3 a 1 per i padroni di casa. Non c'era più niente da fare. Il pubblico stesso prendeva amenamente in giro l'arbitro intervenendo col grido di ''rigore'' ogni volta che un giocatore granata veniva a contatto con un avversario. E l'arbitro, da parte sua, mostrava di non essere proprio convinto dei fatto suo con tutta una serie di decisioni: fra l'altro egli faceva lo gnorri di fronte ad un fallo di Ferrario che quello, si aveva carattere di gravità. Per quanto si riferisce all'esito della giornata tutto verte, ci spiace di dire e di confermare, attorno a questo spiacevole episodio creato e voluto dall'arbitro. Dopo di esso, nulla più avvenne di importante. I torinesi, come colpiti da una mazzata continuarono a lottare, non mostrando però più la lucidità e la intraprendenza di prima. Ed i petroniani, forse perché paghi di quanto già avevano in tasca, più non si impegnarono a fondo, dominavano senza accanirsi. Le reti del primo tempo erano state segnate nel seguente modo. Iniziatore della prima era stato proprio il granata di un tempo, Fogli. Questi avanzava sulla sinistra battendo un paio di avversari, passava a Vinicio che gli restituiva subito la palla, riallungava al centro e qui interveniva veloce ed improvvisa, quasi inaspettata da tutti, l'ala destra Perani che spediva nell'angolo basso della rete sulla sinistra di Vieri, il quale rimaneva nettamente tagliato fuori d'azione. Il pareggio giungeva una decina di minuti più tardi ed era tutto opera di Tomeazzi. Il centravanti del Torino veniva fatto oggetto di due forti cariche, l'una consecutiva all'altra. L'attaccante accennava a cadere, ma finiva per reggersi in piedi e, mentre il portiere gli usciva incontro, egli riusciva a deviare la palla nella rete sguarnita. Era il pareggio: 1 a 1. Infine, ad una dozzina di minuti dall'intervallo Cervellati, l'ala sinistra dei petroniani, poteva tarsi luce verso il centro del campo e sparava basso. Ferrario, giungendo in corsa, deviava la traiettoria della palla con la punta del piede. causando l'errore d'intervento del portiere Vieri. Alla ripresa, l'incidente del rigore già descritto: e poi più nulla. L'incontro al quale ha assistito un pubblico non numeroso, data anche la giornata molto fredda, ha avuto la sua soluzione attraverso agli episodi descritti. La superiorità dei petroniani è stata tutta di tecnica individuale. Ottimo il primo tempo di Fogli, ed il secondo di Tumburus. Ottima l'intera partita di Perani, un giocatorino pieno di slancio e di iniziativa, e quella del terzino Pavinato. Giornata sfortunata del Torino che col suo gioco svelto e intraprendente è stato pienamente all'altezza dei padroni di casa fino al momento del cervellotico rigore di cui si è detto.