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Marassi
05/02/1961
h.15.00
SAMPDORIA - TORINO 2-1 (1-0)
Sampdoria
: Rosin, Vincenzi, Marocch, Bergamaschi, Bernasconi, Vicini, Toschi, Ocwirk, Brighenti, Sköglund, Cucchiaroni. All.: Monzeglio.
Torino: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Invernizzi, Mazzero, Cella, Danova, Ferrini, Crippa. All.: Santos.
Arbitro: Grignani di Milano.
Reti: Sköglund 5', 72' rig. (S), Aut.Bernasconi 90' (T).
Spettatori: 18.000 circa.
Note: Magnifico pomeriggio di sole, terreno secco. Espulsi Ferrini al 72' e Cella al 74', ammonito Bearzot per gioco falloso. La partita è cominciata alle 15.00 anzichè alle 14.30.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 6 febbraio 1961]
L'esito dell'incontro Sampdoria-Torno è stato costruito completamente dalla squadra di casa. Non giocando bene. Questo no. Che l'undici ligure ha dimostrato complessivamente un certo grado di superiorità - principalmente superiorità atletica - sull'avversario, ma non è andato oltre. Aveva tre o quattro nazionali italiani, e due o tre nazionali stranieri in squadra - più di metà della compagine insomma - e questi non potevano mancare dì far sentire il loro peso e la loro influenza sull'andamento generale delle cose. Specialmente contro un'unità giovane ed inesperti, come quella granata. Ma nulla più, ripetiamo. La Sampdoria la avevamo già vista giocare meglio, in precedenza: un paio di volte anche molto meglio. E' un'unità, che ha il merito di non indulgere eccessivamente nello studio e nella applicazione di teorie moderne. Sotto un certo qual aspetto gioca un po' alla moda antica. Ed ha qualche uomo che non si trova, in questo momento in possesso dei suoi mezzi migliori. Vedansi: Ocwirk, che non ha certo grandi risorse di fiato, Cucchiaroni, in cui torna a svilupparsi la tendenza sudamericana a fare tutto da solo, Bernasconi, che cerca di supplire coll'impeto all'imperfetto grado di forma, e che segnò una autorete e corse il rischio di segnarne un'altra, Toschi, che avevamo visto, in sul finire della stagione scorsa, presentarsi con così buone promesse nella posizione di perno dell'attacco. Skoglund stesso, lo svedese, ravviva il gioco con sprazzi saltuari. In buona efficienza si trovano il mediano laterale Bergamaschi ed il terzino destro Vincenzi. Quanto basta insomma, perché si possa asserire che il successo dei liguri è stato meritato. E poco o nulla più. Del Torino, invece, bisogna dire che ancora una volta la fortuna gli ha volto le spalle. Quella rete iniziale, prima ancora che la squadra si distendesse nel suo ritmo di gioco normale, lo scombussolò ed innervosì. No, non siamo in grado di pronunciarci sul fatto se Skoglund si sia aiutato colle mani o colle braccia per segnarla. Al riguardo, i granata sono unanimi nell'affermativa. E l'undici ricevente il colpo come uno schiaffo in pieno viso. Pure su quanto sia successo dopo il rigore del secondo tempo, non siamo in grado: pronunciarci. Bisognava, trovarsi nel vivo di quella mischia, per sentire e valutare le espressioni che uscivano di bocca dei giocatori. Due espulsi nello spazio di pochi minuti, ambedue per peccati di verbosità, sono molti. E denotano uno stato di nervosismo alquanto diffuso. D'altra parte, va riconosciuto che il ruolo di centro della prima linea, non è forse il più adatto per un ragazzo leggerino come Danova. Nell'occasione, l'assenza di Tomeazzi si è fatta prestò sentire. E l'intera unità non, ha messo in mostra il ritmo spettacolare che le è solito. La squadra era più lenta del consueto. Ciò, senza poter invocare a discolpa, come in altre occasioni, le condizioni del terreno. Le quali, senza essere ottime, erano buone. Sulla palla, e nelle azioni di metà campo i giovani attaccanti granata continuano ad essere dei buoni manovrieri. Lo hanno dimostrato anche ieri. E non riteniamo nemmeno che la stanchezza, già si faccia sentire in misura preponderante in essi, dopo diciotto sole partite di campionato. A Genova, per noi, è stato il nervosismo che ha tradito gente che sa giocare ma che di esperienza non ne ha ancora molta. E, cosa che non va dimenticata, c'era ieri a Genova, un Invernizzi che non si trovava nelle sue migliori condizioni fisiche. La giornata disgraziata in cui la squadra è incappata, non deve scoraggiare i granata. Essi hanno dei mezzi a disposizione per riprendersi. E si riprenderanno. Perché ogni partita che essi disputano, ogni disavventura in cui essi incocciano, contribuisce a procacciare proprio quello che più di ogni altra cosa loro manca: l'esperienza.