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Comunale di Firenze
02/04/1961
h.15.30
FIORENTINA - TORINO 1-1 (0-0)
Fiorentina
: Albertosi, Orzan, Robotti, Rimbaldo, Gonfiantini, Mazzanti, Hamrin, Da Costa, Antoninho, Benaglia, Petris. All.: Hidegkuti.
Torino: Vieri, Rosato, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Cella, Danova, Locatelli, Tomeazzi, Ferrini, Crippa. All.: Santos.
Arbitro: Sbardella di Roma.
Reti: Locatelli 69' (T), Petris 74' (F).
Spettatori: 13.000 circa per un incasso di 8.200.000 lire.
Note: Temperatura mite, terreno soffice. Angoli 4-3 per la Fiorentina; esordio in serie A per il granata Rosato e per il viola Mazzanti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 3 aprile 1961]
Inneggiamo al Torino che ha pareggiato a Firenze (l a 1) e, poteva anche vincere, ricordiamo la vibrante prestazione dell'intera squadra granata, l'esordio positivo del giovane Rosato, l'apporto costante del sempre modesto Lancioni, il goal di Locatelli - il primo in campionato da quando è in Italia - il lavoro proficuo per capacità tecnica e per l'intelligenza tattica di Cella. Tutti o quasi hanno cooperato per creare questo risultato che pareva meta impossibile alla viglia, ed è stato conquistato all'arma bianca con la caparbia volontà di chi vuol riuscire ad ogni costo. E il merito dei torinesi in questo ''uno a uno'' è stato riconosciuto dagli stessi tifosi toscani che hanno applaudito gli ospiti durante e dopo la partita. Si dirà che l'approvazione degli appassionati viola al gioco dei piemontesi era più che altro una dimostrazione contro il comportamento della squadra di casa e contro la conduzione tecnica della coppia Hideghuti-Chiappella; si sosterrà che i toscani per spirito di polemica mal sopportano la decadenza, invero strana, di molti uomini una volta forti ed ora inspiegabilmente nulli; sarà tutto vero questo, ma la constatazione sia pur doverosa della scarsa consistenza degli avversari, toglie ben poco alia prova bellissima dei ragazzi di Santos, che hanno saputo cogliere un punto prezioso su un campo terribilmente difficile. ''Verso Natale a Firenze vinse il Lanerossi Vicenza, a Pasqua ha pareggiato il Torino''. Così commentavano i tifosi locali sfollando delusi lo stadio comunale. Non diciamo il resto, ma ne abbiamo sentite delle belle. Certo non avevamo mai visto una Fiorentina così povera di gioco; una squadra che non sa quello che vuole, che non crea manovre d'attacco e che non sa coprirsi in difesa. Un caos tattico di cui è responsabile senza dubbio Hidegkuti, che per il momento si salva dicendo d'aver troppi uomini fuori campo per infortunio (l'elenco i veramente lungo: Sarti, Castelletti, Micheli, Marchesi, Milan e Montuori); alcuni dirigenti però sono d'opinione che l'ungherese non sia all'altezza del compito e ancora ieri sera hanno chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio direttivo per esaminare la questione. Abbiamo visto due distinti signori uscire dagli spogliatoi sbattendo la porta: ''O via. lui o via noi, la Fiorentina avrà forse un direttore tecnico ma due dirigenti di meno''. Non diciamo il nome degli avversari del vecchio nazionale d'Ungheria, ripetiamo soltanto fatti ai quali abbiamo assistito anche perché il problema è grosso e l'assenza del presidente commendator Befani ha fatto rinviare l'esame dell'intricata situazione. Potrebbe sembrare strano ma è proprio così: il gioco vivace dei giovani granata ha creato la crisi, del resto già latente, in una grande squadra che era partita per vincere il Campionato ed invece sta entrando in un periodo di vero disagio tecnico: nella compagine viola, non gioca più neanche Hamrin, sono irriconoscibili Da Costa, Petris ed Orzan, è fuori condizioni Robotti. I giovani Benaglia, Gonfiantini e l'esordiente Mazzanti sono ben lontani dalla media di rendimento di un modesto calciatore. In breve: tutta la formazione toscana ha deluso per concezione tattica, per condizione fisica dei singoli nonché per decisione; il complesso ha avuto un momento di reazione soltanto dopo il goal di Locatelli, cinque minuti di assedio alla porta di Vieri, cinque minuti di assalti confusi che si sono conclusi con il pareggio realizzato da Petris sia pur in modo alquanto fortunoso. Una fiammata, poi nuovamente grigiore, tristezza e monotonia. Gli appunti negativi sulla Fiorentina, doverosi per onestà di cronaca, non possono comunque, offuscare la luminosa prestazione dei torinesi che hanno saputo approfittare della favorevole situazione facendo in pieno il loro dovere senza cattiverie, senza tattiche troppo difficili ma giocando un football moderno, dinamico e a tratti anche piacevole. L'impostazione del Torino è ormai nota a tutti; e ieri mancando Invernizzi, ancora squalificato, il ruolo di mediano sinistro con compiti di battitore libero è stato assunto da Cella, che è risultato in fondo il migliore. Cella gioca soprattutto con intelligenza, ha posizione e velocità. Ieri ha salvato un goal che pareva ormai fatto (Vieri era fuori posizione per un precedente intervento), ed era anche sulla traiettoria del pallone calciato da Petris in rete. Sarebbe bastato in quella circostanza un guizzo, sarebbe servito anche un intervento di pugno; poteva essere rigore ma non il pareggio. Cella è senza dubbio l'uomo nuovo del Torino e forma con Ferrini una coppia di grandi possibilità avvenire. Ed è ora di parlare di Rosato, il giovanissimo esordiente che ha superato l'esame a pieni voti; è nato difensore e Petris se n'è accorto presto. Non eccediamo in elogi dopo la prima partita ma dobbiamo dire che ha visto molto bene Santos: un ragazzo su cui si può fare affidamento con animo tranquillo. Rosato forse con il rientro di Scesa tornerà fra i ragazzi, ma ormai ha dimostrato a tutti di essere pronto a fare il titolare anche in servizio permanente. Quindicimila spettatori o poco più per questa partita pasquale, gente arrivata anche da Torino con bandiere granata. Le novità delle due squadre sono note e noti anche i concetti tattici. Si gioca al piccolo trotto senza grosse emozioni. Danova, ben lanciato da Locatelli, ha la palla buona per il tiro ma sbaglia la mira e poco dopo un centro alto di Hamrin non trova nessuno pronto a sfruttare l'occasione. Rosato ha superato i primi momenti di emozione e si inserisce ormai con autorità nelle manovre dei torinesi. Arriva alla mezz'ora la prima grande vera occasione da gol: Da Costa raccoglie una respinta di Vieri, uscito piuttosto male, e tira a rete: Cella sulla linea respinge con sicurezza.^ Due minuti dopo potrebbe essere rigore a favore del Torino ma l'arbitro Sbardella punisce il fallo di Gonfiantini su Locatelli due metri indietro, sulla linea dell'area. La ripresa. I viola, in maglia bianca, si presentano con alcune varianti; Orzan torna centromediano, Gonfiantini diventa terzino, Benaglia lascia il suo posto di attaccante a Rimbaldo che attaccante certamente, non è. Non migliora pertanto il gioco dei padroni di casa, anzi è proprio il Torino a comandare le azioni con discreta autorità tanto che, quando viene il gol al 24' tutti sono convinti del buon diritto dei granata. Una rete molto bella; Tomeazzi si destreggia franane difensori, supera Robotti e Mazzanti e serve, Danova; l'ala destra, che si trova al centro, scarta Orzan e tira in porta, Albertosi respinge, Locateli la riprende e manda in gol: uno a zero per il Torino ed il pubblico di Firenze applaude. I toscani, punti sul vivo partono alla riscossa. Hamrin e Petris sembrano trasformati e bastano loro due a creare confusione in area granata. Al 29' rimessa di Rimbaldo ad Hamrin, tiro-cross dello svedese, respinge Vieri, riprende Petris da destra che tenta il tiro a parabola: la palla sfiora la traversa e si adagia in rete. Perché Cella, che era sulla traiettoria non ha tentato nemmeno il fallo di mano? Inutile recriminare: fa, uno a uno e di lì non si muoverà più. La difesa del torinesi è ordinata, ogni uomo è al suo posto senza orgasmo ''senza gravi pericoli. Un pareggio prezioso che salutiamo con simpatia, perché è stato conquistato da una squadra viva e combattiva.