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Appiani |
23/04/1961 |
h.15.30 |
PADOVA - TORINO 0-1 (0-0) Padova: Pin, Cervato, Scagnellato, Barbolini, Blason, Radice, Tortul, Rosa, Milani, Bacci, Crippa D. All.: Rocco. Torino: Odasso, Rosato, Buzzacchera, Invernizzi, Lancioni, Cella, Danova G., Tomeazzi, Traspedini, Mazzero, Crippa C. All.: Santos. Arbitro: De Marchi di Pordenone. Reti: Cella 51'. Spettatori: 2.230 paganti per un incasso di 1.489.630 lire. Note: Tempo rabbuiato con sprazzi di pioggia, calci d'angolo 6-4 per il Padova. Presenti in tribuna Viani, Allasio e Cappelli. Cronaca [Tratto da La Stampa del 24 aprile 1961] Con una squadra che comprendeva ben quattro riserve, il Torino è riuscito a realizzare uria impresa in cui hanno fallito alcune delle più grosse formazioni del campionato battere cioè il Padova in casa sua. Questo risultato assolutamente imprevedibile la squadra lo ha raggiunto dopo una partita disputata con una volontà al di sopra di ogni elogio, con un, impiego razionale delle sue forze e soprattutto con una intelligenza tattica di cui va dato merito non solo agli uomini che hanno giocato, ma anche a chi li dirige. Resta da elencare il quarto elemento, più di ogni altro importante della vittoria: il portiere. L'assenza di Vieri era una sorta preoccupazione per tutti. Ma sono bastati i primi interventi di Odasso per dimostrare che fra i pali della porta c'era l'uomo più in vena e più ispirato della squadra. Quello che il giovane Odasso oggi ha fatto, ha finito con lo sbalordire lo stesso pubblico padovano. La sua è stata una giornata d'eccezione, una di quelle giornate in cui tutto riesce e non si sbaglia mai, tanto da dare in certi momenti come una sensazione di miracolo. Naturalmente, la parte più pesante del gioco l'ha sostenuta la difesa, e questo era prevedibile. Qui è entrato in azione il modulo predisposto da Santos e cioè un'organizzazione difensiva con il compito di libero affidato a Invernizzi, che aveva pure compiti di rilancio. Quando Invernizzi interrompeva una azione avversaria, allora avanzava per effettuare il lancio, che doveva dare inizio all'azione di contropiede. Avanzando Invernizzi, retrocedeva Cella al suo posto ed arretrava Mazzero a coprire il centrocampo. Questo modulo ha funzionato con la regolarità di un orologio fino al momento del goal, quando cioè la squadra ha maggiormente accentrato la sua azione sul settore difensivo per portare in salvo la vittoria. Questa impostazione tattica prevedeva la superiorità del Padova, che difatti c'è stata per tutta la partita. Diciamo superiorità atletica, di spinta aggressiva, di impeto agonistico. Quanto al gioco, il Padova non ha fatto molto che concretasse il suo slancio con una dimostrata prevalenza tecnica. Grandi sgroppate, passaggi a lunga parabola, palloni lanciati nella mischia come in cerca di fortuna. Particolarmente nel secondo tempo, il Torino, che richiamava indietro tutti gli uomini fino a lasciare il solo Traspedini al centro campo per le azioni di contrattacco, ha avuto buon gioco a bloccare le ondate offensive nella sua area, avendo sempre almeno un uomo in più in difesa. Le vittorie del Torino a Padova in Coppa Italia fanno ormai tradizione. L'anno scorso la vittoria gli venne scorso la vittoria gli venne donata addirittura dall'avversario, quest'anno se l'è conquistata attraverso una condotta agonistica e tattica che ha lasciato di stucco ii pubblico, troppo lontano per rendersi conto che quella fosse la stessa squadra che ha una vita cosi grama e dura nel campionato. Il Torino quest'anno non aveva ancora vinto fuori casa, ed ecco che la prima vittoria la raccoglie in Coppa Italia, cioè in una partita che non costituiva uno dei traguardi essenziali della sua stagione e che aveva già perfino rinunciato a vincere. C'è una vitalità in questa squadra che sorprende e commuove, ma che troppo spesso non trova il suo sbocco naturale in un'azione positiva di gioco. L'attacco resta sempre uno dei reparti troppo fragili in confronto al resto. Sono tutti giovani di una volontà enorme, ma inesperti e talvolta perfino ingenui. I difensori del Padova non si sono mai lasciati sorprendere, pareva che intuissero dove le azioni dovevano fatalmente finire, quei giovani attaccanti non si capivano, talvolta si intralciavano perfino, mancava alla loro manovra sempre l'ultima battuta per diventare efficace. Difetta insomma solamente il rodaggio. Mancherebbe un uomo solo per far cambiare volto a tutto il reparto, un uomo spiccatamente da rete, cioè col dono che nessun allenatore può dare a un giocatore. Eppure ogni tanto saltano fuori partite come quella di ieri in cui il Torino si eleva all'altezza di uno squadrone. Ciò significa che le possibilità ci sono e che esse devono solo raggiungere la maturazione giusta, che purtroppo è lenta a venire. Il campo si presentava in condizioni poco favorevoli al gioco. Era piovuto nella mattinata, poi il tempo sembrava rimettersi al bello, ma nell'intervallo fra i due tempi un violento acquazzone si abbatteva sul terreno provocando la fuga degli spettatori nelle' tribune. Il Torino iniziò subendo due calci d'angolo, poi si liberò dalla stretta e abbozzò un primo contrattacco. Al 15' gli sfuggiva per un soffio l'occasione di segnare: in una mischia assai intricata davanti a Pin, prima Traspedini e poi Danova ebbero sui piedi la palla del goal, il portiere parò casualmente il primo tiro da cinque o sei metri, poi Cervato II bloccò il secondo di Danova e preferì mandare intenzionalmente in corner per evitare guai peggiori. Cominciarono le esibizioni di Odasso, magico ed imbattibile portiere, pronto su tutti i palloni, deciso in tutte le più intricate situazioni, senza mai un errore di intervento. Rari i contrattacchi dei granata. Un fallo di Blason su Danova era sanzionato con una punizione di seconda in area, ma anche qui l'intesa è mancata fra chi passa e chi tira e facile riusciva ai difensori di sbrogliarsi. A due minuti dalla fine del tempo, la minaccia si addensò più pericolosa che mai sulla porta di Odasso, prima su tiro di Rosa e successivamente su ripresa e rovesciata di Bocci. Due parate stupende del giovane portiere sbarravano la strada agli avversari e fu in questa situazione che si poté avere la sensazione che il destino della partita fosse segnato. Al 6' della ripresa, il Torino batteva il suo secondo calcio d'angolo. Ne aveva subiti cinque nel primo tempo contro 1. Batteva il corner Danova, Cella raccoglieva al volo e da pochi passi deviava fulmineamente in rete. Allora il Padova si rovesciò in massa all'attacco. Voleva sfondare subito, per togliersi l'incubo della sconfitta. All'8' Scagnellato batteva una punizione dalla sinistra quasi al limite dell'area. E' facile immaginare il trambusto davanti alla porta. Odasso usciva dai pali, ma era anticipato da una deviazione di Bacci, la palla stava per varcare la linea fatale, ma ecco Rosato salvare con un intervento volante a una spanna dalla rete. L'offensiva padovana continuava, ma al 15' fuggiva Crippa, spostandosi all'estrema sinistra. A un paio di metri dal fondo, egli centrava davanti alla porta pressoché sguarnita. Traspedini era sulla traiettoria della palla, spiccò il salto e riuscì appena a sfiorare di testa la sfera. Sfuggito al pericolo, il Padova irrompeva come una furia nel campo granata. Cominciava il serrate che doveva durare una mezz'ora abbondante. Il Torino era tutto radunato davanti alla sua porta, affrontando l'avversario in un interminabile a corpo a corpo. Al 35' Odasso, sballottato nella mischia, riusciva miracolosamente a recuperare la palla, che già gli era sfuggita. Intanto un tiro di Barbolini dalla sinistra qualche minuto prima era sfilato a mezzo metro dalla porta senza che nessuno riuscisse ad agganciare la palla. Momenti di brivido. Gli ultimi dieci minuti sono stati i più affannosi. Il pubblico sospingeva i suoi giocatori con incitamenti a tirare. I tiri infatti movevano da ogni parte. Quella dei granata è stata in questo periodo una difesa di colossi. Bisognerebbe citarli tutti, ma Cella, Invernizzi, Lancioni e Rosato meritano un cenno particolare. Si è spremuto fino all'osso il Torino, ma la soddisfazione è stata grande. E chissà che la vittoria non gli porti fortuna anche nel campionato. |
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