WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
San Siro
10/09/1961
h.16.00
INTER - TORINO 0-0
Inter
: Buffon, Picchi, Masiero, Bolchi, Guarneri, Balleri, Bicicli, Mereghetti, Hitchens, Suarez, Corso. All.: Herrera.
Torino: Panetti, Scesa, Buzzacchera, Gerbaudo, Lancioni, Rosato, Mattavelli, Ferrini, Locatelli, Law, Crippa. All.: Santos.
Arbitro: Francescon di Padova.
Reti: -
Spettatori: 52.918 paganti per un incasso di 50.691.800 lire.
Note: Splendida giornata di sole, terreno in ottime condizioni. Ammonito Ferrini, calci d'angolo 9-0 per l'Inter.
Cronaca
[Tratto da La Stampa dell' 11 settembre 1961]
Il Torino ha ottenuto il suo miglior risultato nel campionato di questa stagione, proprio nel momento in cui la sorte lo aveva più duramente maltrattato. Mancava dell'inglese Baker, squalificato, e dei due mediani laterali Bearzot e Cella, infortunati. E, in formazione rabberciata ed improvvisata, è andato a chiudere alla pari sul campo della squadra che i più indicano come futura vincitrice del torneo. Risultato di parità. Più precisamente: risultato di colore bianco assoluto. Partita quasi completamente difensiva, quella del Torino, bisogna riconoscerlo, specialmente nel secondo tempo, ma partita materiata da una difesa che l'Internazionale non ha saputo né potuto superare in tutti i novanta minuti di gioco. Per cui, già subito alla terza giornata di lotta, nemmeno i neroazzurri godono più del vantaggio di trovarsi a punteggio pieno. Come del resto nessun'altra delle unità contendenti. Fra spettatori paganti ed abbonati vi erano circa settantamila persone a S. Siro. L'incasso superava di qualche poco i cinquanta milioni. La temperatura era ancora una volta elevatissima, e tutto il primo tempo si è svolto sotto il sole dardeggiante. Come conseguenza, il terreno di gioco era piuttosto duro e secco, e la palla vi aveva dei rimbalzi alquanto violenti, contribuendo a rendere veloci le azioni di gioco. Nelle file dell'undici padrone di casa mancavano per lesioni di gioco il mediano laterale Zaglio e l'attaccante centrale Bettini. Ciò nullameno non v'era forse nessuno fra il pubblico locale che non si attendesse che l'undici neroazzurro non facesse un boccone solo dei suoi avversari della giornata. I tenaci sostenitori dei granata non avevano però abbandonato la loro squadra. Lassù sugli spalti più alti dei posti popolari gli stendardi granata erano tutt'altro che radi. Per riassumere l'andamento della partita bisogna dire che la medesima, iniziatasi in stato di equilibrio come numero e come qualità degli attacchi delle due parti in causa, pendolò gradatamente e costantemente verso una difesa sempre più stretta e sempre più chiusa della compagine ospite. Terminò che nove o dieci granata su undici facevano barriera davanti ai milanesi nella propria metà campo, se non addirittura nella propria area di rigore. A turno, i soli Law e Crippa continuavano ad occupare posizioni di metà campo, nella speranza e nel tentativo di cogliere di sorpresa e di contropiede l'avversario e di sconvolgere così il risultato. A conferma di quanto avvenuto, sta del resto il fatto che nel corso di tutti i novanta minuti di gioco la Internazionale venne a fruire di ben nove calci d'angolo contro zero del Torino, e che il portiere Panetti - che si disimpegnò egregiamente anche se secondato in qualche caso dalla fortuna - fu uno degli uomini più occupati in campo. Il portiere interista Buffon venne chiamato all'opera due volte sole - piuttosto severamente - sin nel primo come nel secondo tempo. Stranamente la prima situazione pericolosa di tutta la partita fu il granata Law a crearla. Lo scozzese del Torino giunse la frazione di un secondo troppo tardi per deviare in rete fuori della portata di Buffon un pallone che gli era stato fornito in fretta e furia da un compagno di squadra. Suarez, lo spagnolo dell'Inter, gli restituì la cortesia poco dopo, quando spedì al centro un bel pallone basso che due suoi compagni non riescono a deviare alle spalle di Panetti. Poi venne un tiro alto di Bolchi che sfiorò la traversa della porta granata, seguirono due forti tiri a lato, di Suarez il primo e di Hitchens il secondo. Si ebbe in seguito un duro scontro, fra Hitchens stesso e il portiere Panetti. Di mano in mano che il gioco proseguiva il predominio dei milanesi diventava più netto, senza riuscire però a prendere forma concreta. Essenzialmente perché, più insistenti divenivano gli attacchi neroazzurri, e più dura ed impenetrabile si faceva la difesa granata. Il pubblico, rumoroso anzichenò, urlava ad ogni minimo intervento deciso dei difensori torinesi. I quali, da parte loro, dei complimenti non ne facevano davvero. Si giungeva così al termine del primo tempo che i padroni di casa, con tutta la superiorità messa in atto, non erano riusciti a svellere dalle sue posizioni il saldo sbarramento difensivo torinese. Si pensava che nel corso dell'intervallo i neroazzurri avrebbero escogitato il modo di imporsi, almeno una volta, ai loro avversari. Macché! Alla ripresa, la musica continuava sulla stessa solfa. Si vedeva a tratti l'intera squadra interista proiettarsi in avanti, i tiri partivano da lontano anche dai piedi di un terzino come Picchi o da quello di un mediano come Bolchi. Non c'era nulla da fare. I difensori del Torino si moltiplicavano e il portiere Panetti, favorito anche dal senso di precipitazione da cui erano pervasi Corso e compagni, risultava imbattibile. I due mediani laterali poi, Rosato e Gerbaudo, erano dappertutto: parevano possedere il dono dell'ubiquità. Hitchens falliva un paio di volte il bersaglio di un soffio e Bicicli, portatosi in centro, sparava alto a rete addirittura priva di difensori. Il gioco si faceva duro e cattivello anche da parte degli elementi locali, e l'arbitro doveva faticare alquanto a tenere a freno le due squadre. Niente da fare. Il Torino non cedeva, ed ogni tanto anzi Law o Crippa non solo si incaricavano di guadagnare del tempo con le loro incursioni nella metà campo avversaria, ma chiamavano al lavoro Buffon con qualche tiro insidioso. Nemmeno un calcio di punizione a favore dell'Inter, giustamente fatto ripetere dall'arbitro riusciva a mettere la palla a segno. Nel finale poi Crippa falliva in modo clamoroso, su passaggio di Law, il goal che avrebbe costituito per i neroazzurri una beffa davvero immeritata. Riassumendo, uno degli incontri come ne abbiamo visti tanti, dove una delle unità, tutta chiusa e raggomitolata nella sua area di rigore, sbatte la porta in faccia all'altra che nervosamente spinge senza saper perforare.