WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
La Favorita
17/12/1961
h.14.30
PALERMO - TORINO 1-0 (0-0)
Palermo
: Mattrel, Burgnich, Calvani, Prato, Benedetti, Sereni, De Robertis, Malavasi, Borjesson, Fernando, Maestri. All.: Remondini.
Torino: Panetti, Scesa, Buzzacchera, Rosato, Lancioni, Cella, Albrigi, Law, Baker, Ferrini, Crippa. All.: Santos.
Arbitro: Jonni di Macerata.
Reti: De Robertis 83'.
Spettatori: 18.000 circa.
Note: Espulso al 57' Prato per fallo di reazione su Rosato, ammonito Malavasi per gioco scorretto. Leggera pioggia per tutta la durata della partita, calci d'angolo 3-3.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 18 dicembre 1961]
Una giornataccia, nel pieno senso del termine. Acqua per l'intera durata della partita: salvo qualche minuto verso il termine del secondo tempo, la pioggia non ha mai cessato di cadere. Il campo non era fangoso, e di pozzanghere o, peggio ancora, di laghetti, non ne presentava affatto, ma era però estremamente viscido e sdrucciolevole, e la palla ben difficile da comandare. E di pubblico non ve n'era proprio troppo: circa ventimila persone o poco più, che specialmente nelle curve e laggiù nei posti popolari, completamente allo scoperto, era quasi un eroismo lo starsene per un paio d'ore a subire tutta quella intemperia. Il Torino si presentava nella formazione di domenica scorsa, e diede subito a vedere di trovarsi un po' a disagio con quel tempo e su quel terreno. A disagio sia come amalgama che come applicazione di piani di azione collettivi, e non come lavoro individuale; più come impostazione degli attacchi che non come gioco di difesa. Individualmente, i giocatori granata si portavano tutt'altro che male: lottavano, al solito, con forte impegno e con grande coraggio, andavano su tutti i palloni, e anche se qualche volta i rimbalzi della palla li tradivano, erano pienamente all'altezza della situazione in quanto a senso dell'equilibrio e a precisione di tocco. C'era Law che non era se stesso, in quella bolgia. Lo scozzese operava nella posizione di mezz'ala destra, stavolta, ma evidentemente il suo solito dolore alla gamba destra tornava a farsi sentire, perché mai finora, nelle prove disputate nel nostro campionato, egli fu così poco mobile, poco attivo e poco veloce. Salvo qualche rara occasione del secondo tempo, egli comparve sempre, come uomo di punta in prima linea, e fin lì egli ubbidiva forse a ordini di scuderia. Ma il suo tipo di attività in genere non fu quello consuetudinario. Rare le sue punte di velocità, rarissimi quei suoi crescendo di ritmo che d'abitudine rendono così difficile l'arginarlo o il bloccarlo. Soltanto il controllo della palla rimase in lui magistrale. Fisicamente, l'uomo diede l'impressione di essere piuttosto sofferente. E la intera prima linea, nel corso di tutta la partita, non riuscì a combinare nulla di concreto. All'infuori della primissima azione di tutto l'incontro, quando Baker giunse ad un soffio dal segnare, la prima linea stessa non fu mai veramente pericolosa. Quelle che essa espresse, furono minacce pronunciate da lontano o prive di alcuna conseguenza. Una prima linea piuttosto evanescente e sconclusionata, nel suo complesso. Invece la difesa, con una disposizione intelligente e ben coordinata degli uomini, si portò egregiamente. Essa resse all'urto di avversari più impetuosi che tecnici, fin quasi al termine dell'incontro. A poco più di sei minuti dal fischio finale, fu una vicenda che si può nettamente definire come sfortunata a tradirla, questa difesa. Un forte traversone del terzino sinistro, dall'ala verso il centro, un traversone sul quale saltarono in due o tre uomini contemporaneamente, e un attaccante, schizza in modo improvviso e prepotente verso l'angolo alto della rete sulla sinistra del portiere, dove non era umanamente possibile che Panetti, malgrado il gran balzo, arrivasse, venne a siglare il risultato della partita. La quale altrimenti si sarebbe chiusa alla pari. Proprio come già i più, in cuor loro, preventivavano, e come sarebbe anche stato logico che fosse. Intendiamoci, il Palermo non ha defraudato nessuno, vincendo. Se una delle due squadre meritava di riportare il successo, era proprio quella ospitante. Perché furono i siciliani a premere più lungamente sull'area di rigore avversarla, ma ciò non toglie che la vittoria debba venire attribuita ad un fatto casuale più che ad altro. Il primo tempo finì sullo 0 a 0. La migliore delle occasioni la ebbe il Torino, proprio in inizio di partita, e fu Mattrel che, piombando addosso a Baker, impedì all'inglese di deviare la palla in rete da un paio di passi. Poi il Palermo esercitò dominio territoriale a lungo. Senza però far nulla di trascendentale, e senza chiamare Panetti a nessuna parata veramente difficile. La minaccia maggiore alte rocca granata venne da una furbesca girata dello svedese Borjesson, che mandò la palla a sfiorare l'esterno di un montante. La ripresa incominciò sotto l'aspetto identico di inconcludenza. Poi i padroni di casa ricorsero ad un tono intimidatorio che costò loro l'espulsione di un uomo, il mediano Prato, per due falli consecutivi commessi su Baker. Un istante, prima l'attaccante palermitano Malavasi aveva però commesso un atto di violenza più brutto ancora ai danni di Law. Continuava a piovere, e nessuna delle due squadre accennava a voler cedere alla fatica. Per quanto però l'oriundo Fernando scomparisse quasi dalla lotta, gli isolani - ridotti a dieci uomini - mostravano sempre maggior impeto e velocità. A poco meno di una decina di minuti dal termine, Panetti, proiettandosi in tuffo sulla sua sinistra, salvava il Torino dalla capitolazione. Ma poco dopo giungeva l'episodio al quale già abbiamo accennato. Avanzata del terzino sinistro Galvani terminata con un lungo traversone alto. L'ala destra, De Robertis, portatosi in posizione di mezz'ala sinistra, salta con la miglior scelta di tempo, e, dalla sua testa, la viscida sfera schizza direttamente nell'angolo aito della rete sulla sinistra di Panetti. I granata, stizziti, si gettano decisamente all'arrembaggio, e gli ultimi minuti di gioco sono tutti del Torino. Ma la supremazia finale non riesce a modificare il risultato, che l'intero undici palermitano converge a fare barriera nella propria area di rigore. Gli ospiti non passano. Il risultato rimane quello che è. Nelle condizioni di tempo in cui si è svolto l'incontro, spesso chi segna per primo (in un modo o nell'altro) deve vincere.