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Penzo
14/01/1962
h.14.30
VENEZIA - TORINO 0-1 (0-0)
Venezia
: Magnanini, Tesconi, Ardizzon, Invernizzi, Grossi, Frascoli, Rossi, Santon, Siciliano, Raffin, Kaszas. All.: Quario.
Torino: Vieri, Scesa, Rosato, Bearzot, Lancioni, Cella, Albrigi, Ferrini, Locatelli, Law, Gualtieri. All.: Santos.
Arbitro: Roversi di Bologna.
Reti: Albrigi 60'.
Spettatori: 11.273 di cui 7.200 paganti per un incasso di 6 miiloni e 4.073 abbonati.
Note: Calci d'angolo 10-3 (7-3) per il Venezia, ammoniti Bearzot, Ferrini e Frascoli; cielo sereno, pallido sole, terreno in buone condizioni.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 15 gennaio 1962]
I risultati delle partite di caldo sono spesso la cosa più strana e più stramba di questo mondo. Dipendono molto sovente da fatti casuali, da circostanze fortuite, dal caso. Questa partita col Venezia per esempio, il Torino non avrebbe dovuto vincerla. Poteva già considerarsi soddisfatto se esso l'avesse portata a termine con un esito di parità. Fatto positivo è che alla metà del tempo, quando si stava sullo 0 a 0. nessuno avrebbe dato un centesimo per una sua vittoria. Il portiere granata Vieri si era prodotto in quei primi 16 minuti, in quattro o cinque, parate, una più bella dell'altra. Due di esse, una bassa in un angolo sulla sinistra della rete, ed una alta su tiro fortissimo erano state fra le migliori che si possano vedere sui campi di giuoco. Roba di alta classe, pezzi di eccezionale bravura. Esse avevano da sole salvato il risultato per il Torino. L'attacco, in cui Baker era stato sostituito con Locatelli, invece era stato ben poca cosa. Dopo qualche schermaglia iniziale, la prima linea era quasi scomparsa dalla scena. A rappresentare la consistenza e la forza degli ospiti, non era rimasta che la difesa, nella quale avevano trovato posto ed occupazione un po' tutti gli elementi della compagine. II Venezia, giocando con forte slancio e con rilevante senso dell'anticipo, aveva dominato ed attaccato per quasi tutto il tempo. Gli attaccanti torinesi più non si erano fatti vivi se non per qualche avanzata sporadica che era servita essenzialmente per perdere tempo e per far prendere fiato ai colleghi occupatissimi a tenere a bada ed a respingere gli avversari. Se si eccettua una occasione, verso il finire dèi tempo, quando Law era arrivato troppo tardi, su un centro proveniente dalla destra, Magnanini, il portiere veneziano, non aveva corso il minimo pericolo: non aveva avuto da neutralizzare alcun tiro. Non aveva avuto da sbrigare altro che lavoro di ordinaria amministrazione. Alla ripresa, le cose non cambiavano di aspetto, se non per il fatto che l'attività della prima linea dei padroni di casa diventava più confusionaria che mai.. Il Venezia continuava ad attaccare con grande impeto, grande intensità. Ma cincischiava, esitava davanti a porta, e si urtava in uno sbarramento difensivo ogni volta più deciso, più energico e più impenetrabile. Il problema della giornata su quel campo pareva ridursi al fatto se il Torino avrebbe potuto reggere senza cedere, fino al novantesimo minuto dell'incontro. Il colpo Inopinato, quello che doveva trasformare la fisionomia del risultato giungeva al 16° minuto. Il quarto d'ora dopo la ripresa del gioco era appena scoccato, ed una delle avanzate a scopo diversivo degli ospiti stava avendo corso, quando Law, sulla destra del granata e poco oltre la linea di metà campo, girando seccamente su se stesso, inviava di sinistro un lungo pallone verso la parte opposta della sua sparuta prima linea. I difensori veneziani, tutti risucchiati da tempo in avanti oramai, non erano in molti, e Locatelli riprendendo restituiva prontamente verso la sua destra, dove Albrigi, che un momento prima si era trovato davanti a Law, era corso, e come dimenticato da tutti, si era venuto a trovare quasi solo. L'ala destra granata non perdeva tempo: avanzava di un paio di passi e poi cosi da lontano sparava subito trasversalmente In direzione del lontano angolo alto della rete. Magnanini, il portiere che si era spostato come per andargli incontro e restringergli l'angolo di tiro, si vide passare davanti la palla e forse ritenne che questa dovesse uscire a lato, al di là del palo. Invece la sfera, forse toccata con taglio da Albrigi, si incurvò appena perse di forza, ed andò a finire nell'angolo della rete veneziana quasi a filo del montante. Dopo tanto dominio subito, quel punto ebbe quasi l'aria di una beffa, ed il granata che ne era stato autore fu coperto di abbracci dai compagni. Il Venezia non si riprese più. Continuò ad attaccare ma in modo cosi convulso e nervoso dà non concludere assoluta mente nulla. Chi conosce l'ermeticità della difesa granata era sicuro che essa non sarebbe stata perforata. Vieri ebbe ancora a sfoggiare un palo di parate difficili: il resto lo sbagliarono a turno un po' tutti gli avanti dell'undici padrone di casa. Il Venezia ha giocato con Invernizzi battitore libero, ed il Torino ha sostituito come si è detto Baker come centroavanti, con Locatelli. Ciò un po' per punizione ed un po' anche per misura prudenziale, a seguito dell'incidente in cui era incorso il Baker stesso nella giornata di sabato e di cui già è stata data notizia. Come è detto a parte, la composizione dell'incidente stesso tentata in giornata non avverrà che in un secondo tempo.