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Martelli
18/02/1962
h.15.00
MANTOVA - TORINO 2-2 (1-2)
Mantova
: Negri, Corradi, Cancian, Tarabbia, Pini, Longhi, Allemann, Mazzero, Sormani, Castellazzi, Recagni. All.: Nuvolari.
Torino: Panetti, Scesa, Buzzacchera, Bearzot, Lancioni, Cella, Gualtieri, Ferrini, Locatelli, Rosato, Crippa. All.: Santos.
Arbitro: Letta di Udine.
Reti: Gualtieri 11', 13' (T), Recagni 19' (M), Mazzero 49' (M).
Spettatori: 15.000 circa.
Note: Giornata di sole, terreno in discrete condizioni. Annullata a Gualtieri una rete al 57'.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 19 febbraio 1962]
Pareva, all'inizio, che la partita Torino-Mantova dovesse trasformarsi in un'allegra scampagnata per i torinesi. I timori per l'assenza di Law, che unita a quella di Baker impoveriva tecnicamente la squadra, sembravano infondati. Tutto filava a meraviglia nelle file granata. Non c'era neppure il tempo di chiedersi perché Santos aveva messo Rosato mezz'ala, né era stato neppure possibile osservare bene i concetti tattici di marcatura (tutti gli allenatori oggigiorno tentano qualcosa di originale) che i torinesi passavano in vantaggio. Nel più facile dei modi: Buzzacchera avanzava, tentava un allungo al centro con deviazione di testa di Gualtieri. La palla batteva a terra, superava il braccio proteso di Negri (giunto forse in anticipo) e finiva in goal, Eravamo all'11° minuto e la retroguardia dei bianco-rossi era stata superata con facilità quasi irrisoria. L'insuccesso creava l'orgasmo nelle file dei lombardi, che perdevano addirittura la testa poco dopo: Scesa lanciava al centro, il portiere Negri forse anche questa volta disturbato dal sole, fermava, ma non tratteneva la palla che Gualtieri buttava per la seconda volta nel sacco. Due a zero per il Torino al 14°. Gioco fatto! Tutti, in quel momento, avrebbero risposto di sì. Sarebbe bastato ai granata insistere un momentino, per raggiungere un risultato di assoluta garanzia. Invece, da quel momento si è avuta la reazione del Mantova, e l'artefice di tutto il lavoro di ricupero doveva risultare il non più giovane Tarabbia, mandato all'assalto da Fabbri nel tentativo di liberare Sormani da una troppo attenta marcatura. Perché - è bene non dimenticarlo - il Torino, con un netto vantaggio, tentava di arretrare ancor di più i suoi uomini, a protezione della rete difesa da Panetti. Nella prima linea c'erano due elementi adatti al gioco di centrocampo, niente di meglio che chiamarli in difesa; così Rosato e Ferrini si sono arrangiati nel dare manforte a Lancioni che controllava Sormani, a Bearzot che trovava sempre difficile seguire Tarabbia, e infine a Cella che funzionava da battitore in zona di copertura. Una ragnatela di uomini attorno all'area di rigore. Al 18° calcio d'angolo per i padroni di casa; a tirarlo dalla sinistra si spostava Allemann, il suo cross era intercettato ma non trattenuto da Panetti, cosicché Recagni, in mezza rovesciata, realizzava per i bianco-rossi: uno a due. La partita tornava in discussione, ed appunto dalla speranza di un possibile pareggio prendevano forza e coraggio gli uomini di Fabbri per iniziare il forcing del definitivo recupero. Si è visto allora che ai granata mancava l'uomo d'ordine, l'elemento capace di governare il gioco con la sicurezza della classe o con l'esperienza di anni di lunga attività. I bianco-rossi attaccavano in forza, creavano situazioni pericolose davanti a Panetti, Sormani riusciva a giocare bene nonostante le difficoltà di tanti avversari ammassati in poco spazio, anche il centromediano Pini, in giornata poco felice come di tensore, cercava l'azione di forza tirando a rete. Fatiche inutili. Si andava al riposo con il Torino in vantaggio. La situazione mutava subito però all'inizio, della ripresa. Azioni di Sormani sulla destra, cross del brasiliano, Panetti non tratteneva la palla, Rosato anche perché pressato, non riusciva a respingere, finché Mazzero azzeccava il tiro giusto del 2 a 2. Terzo minuto di gioco: la partita ricominciava, ma non era più possibile a nessuno né tentare la sorpresa, né insistere con continuità in un'azione di attacco. Cera un certo equilibrio di azioni, anche perché i granata avevano finalmente capito che non era possibile resistere oltre, con due soli attaccanti e con troppi difensori. E difatti, al 12° Ferrini, avanzato, lanciava Gualtieri, l'ala convergeva al centro e batteva ancora Negri con un tiro a fil di palo. Rete. L'arbitro Letta era per il sì, ma il guardialinee, dal lato dei popolari, si era piantato in zona, sbandierando nettamente a braccio alzato. L'arbitro annullava il goal tra le proteste dei torinesi. Fuorigioco o fallo di mano? Merita raccontare subito le opinioni dei protagonisti. Fabbri, negli spogliatoi, dopo la partita ha detto: ''Non c'è dubbio, il goal era irregolare per un fallo di mani dello stesso Gualtieri. Fallo chiarissimo. Non poteva essere fuorigioco''. Siamo entrati negli spogliatoi dell'arbitro Letta, che così ha risposto: ''Non posso dire il motivo dell'annullamento, perché il regolamento non me lo consente. Certo il guardialinee aveva alzato la bandiera qualche secondo prima che Gualtieri prendesse la palla. Escludo comunque che il granata abbia commesso fallo di mano''. Come la mettiamo? Fabbri era di un'idea, Leita e il suo collaboratore sostenevano addirittura la tesi opposta. Sta di fatto che il goal di Gualtieri non è stato considerato valido e potremmo discutere fino a domani senza tirar fuori la ragione vera. Gli sforzi delle due squadre non hanno portato ad altro che a una serie di occasioni mancate. Faceva caldo, il sole dava noia come in primavera, la gente di Mantova voleva la vittoria, i granata si accontentavamo del pareggio. E così è stato: 2 a 2 al fischio finale.