WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Cibali
11/03/1962
h.15.00
CATANIA - TORINO 0-1 (0-0)
Catania
: Vavassori, Alberti, Rambaldelli, Curti, Grani, Benaglia, Castellazzi, Szymaniak, Desiderio, Biagini, Prenna. All.: Di Bella.
Torino: Vieri, Scesa, Buzzacchera, Rosato, Gerbaudo, Cella, Gualtieri, Locatelli, Law, Ferrini, Crippa. All.: Santos.
Arbitro: Ferrari di Milano.
Reti: Crippa 71'.
Spettatori: 13.000 circa.
Note: Leggera pioggia, campo in discrete condizioni.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 12 marzo 1962]
A Catania dirigenti, tecnici, giocatori e tifosi rossoazzurri non sanno darsi pace d'aver perso questa partita con il Torino, sia pure con il modesto risultato di 0-1. A suffragio di questa tesi elencano una serie di episodi che hanno caratterizzato l'incontro: un goal fallito per un soffio a pochi secondi dall'inizio quando la difesa granata era ancora distratta, due pali colpiti, in pieno da tiri prepotenti di Prenna) otto calci d'angolo, a zero e per finire un infortunio a Grani, costretto a trascinarsi per oltre mezz'ora all'ala sinistra. Tutto vero. Ma è bene non formalizzarsi troppo su ciò perché ne potrebbe, nascere un giudizio inesatto. Il Torino ha vinto a Catania perché, ha giocato meglio dei rossoazzurri, meglio in linea tecnica, meglio in campo tattico e soprattutto meglio per le condizioni atletiche dei suoi giocatori. Su un terreno reso un pantano dalla pioggia caduta in precedenza e anche durante la gara, i ragazzi granata hanno faticato qualche po' a trovare il giusto ritmo, poi, superate le difficoltà ambientali, sono man mano emersi con una superiorità che non ammette discussioni, indipendentemente dagli episodi su elencati che sono rimasti sul taccuino della cronaca come fatti senza importanza. Comprendiamo benissimo che possa spiacere perdere una partita quando, si è rimasti per un'ora m più all'attacco, giustifichiamo pertanto il disappunto di Di Bella e dei suoi atleti per il bruciante scacco (soltanto il Milan quasi campione d'Italia era riuscito a vincere a Catania), ma le ragioni umane hanno un valore platonico, tutt'al più lasciano la porta aperta a discussioni inutili. Rimane invece la realtà tecnica di questo Torino ohe dopo aver superato i senatoridel Padova ha colto un successo anche a Catania con pieno merito, pur applicando il concetto della prudente difesa e sfruttando soltanto l'arma del contropiede. La storia del calcio italiano è piena di questi fatti; rare sono ormai le squadre disposte a scendere in campo con l'allegra applicazione del vecchio ''WM'', rare e quasi sempre bastonate. Il Torino è una formazione giovane che non rischia all'attacco, per curare la difesa. Dire a questo punto che Rosato è forte sarebbe, ripeterci, dire che due terzini reggano con sicurezza i compiti di tremendi controllori è pressoché inutile, come inutile sarebbe ricordare la tranquillità di Cella, uomo libero per concetto, ma sempre pronto a suggerire azioni di rilancio ai compagni della prima linea. E' la storia di tutte le partite dei Torino in trasferta. Dobbiamo però prendere atto dei progressi costanti di Gerbaudo che non svetta forse per tecnica fine ma non abbandona mai la guardia del centroavanti avversario e ieri è riuscito a volte anche a ridicolizzare Desiderio, che non sarà un grande asso ma è pur sempre un elemento tecnico e un ottimo palleggiatore. L'attacco, privo di Ferrini quasi sempre impegnato sulla linea della mediana, ripresentava ieri Law nel ruolo di centroavanti. Lo scozzese rientrava in squadra per la prima partita dopo l'incidente e Santos ha fatto bene a non impennarlo troppo nei compiti di mezz'ala che sono a lui congeniali, ma Law non sarà mai un centroavanti. A Catania lo scozzese è stato prezioso alla sua squadra per certi suggerimenti che erano un invito, ha cercato di orchestrare il gioco con tutta la sua alta classe, ma non è e non sarà mai un uomo di punta. Law ha bisogno di spazio, deve correre. Appena sarà tornato nella pienezza dei suoi mezzi atletici, ci auguriamo che Santos lo ripresenti come interno. E' il suo unico posto. E con Law dobbiamo ricordare. Crippa (autore del goal), Gualtieri sempre dinamico e volonteroso, ed infine Locatelli che sa adattarsi al ruolo di suggeritore intelligente. Ma più che singoli uomini, il Torino deve essere ammirato come squadra: sono tutti giovani che corrono, che si battono, che non chiedono altro che giocare. Di contro, un Catania stanco, sfiduciato, senza idee. L'assenza di Zanier è stata senza dubbio grave perché Grani, anche quando era in piena efficienza, non ha dimostrato di avere autorità per tenere quel posto; cosi tutta la difesa ha sofferto dei tentennamenti e delle indecisioni del suo stopper. Dell'attacco poco da dire. Ieri gli avanti rossoazzurri hanno giocato molto ma hanno giocato male. Ogni tanto si vedeva Szymaniak, che ha buoni tocchi ma non ha estro e fantasia. Gioca da tedesco. Se si esclude Brenna, autore dei due tiri che hanno colpito i pali della porte di Vieri e anche infelice tiratore del gol mancato a 30'' dall'inizio, e il poco di interessante in questa prima linea. Perciò dicevamo all'inizio che la vittoria dei granata è giusta; non basta restare nei pressi dell'area avversaria in manovre chiuse e lente per 60-70 minuti. Non basta certo. Il calcio è un'altra cosa. Ed eccoci alla cronaca. Si comincia con qualche anticipo perché anche l'arbitro (il giovane Ferrari Silvio di Milano) vuol prendere l'ultimo aereo della sera per rientrare al Nord. Ventimila persone al massimo sotto un cielo pieno di nubi nere, con schiarite passeggere e anche un acquazzone da farci ricordare i temporali estivi del nostro Piemonte. La lancetta dell'orologio non ha ancora fatto il primo giro che Prenna si trova, chissà come, solo davanti a Vieri: indugia un attimo, poi tira fuori la più facile occasione della partita. Difensori granata distratti? Sappiamo soltanto che in quel momento i difensori granata non c'erano. L'incontro assume presto la fisionomia cui abbiamo accennato: i catanesi attaccano male, i torinesi si difendono bene. Prenna al 13' colpisce la traversa su calcio di punizione e Vieri blocca poi il susseguente colpo di testa di Biasini. Si va al riposo con l'impressione che lo zero a zero sia giusto. Su questo pantano è veramente difficile manovrare, è impossibile creare un'azione degna di essere ricordata. Nella ripresa i granata comunque aumentano il ritmo e i difensori rossoazzurri mostrano i loro limiti. Su contropiede Prenna colpisce di nuovo la traversa (Vieri era fuori posizione questa volta) e proprio mentre i tifosi siciliani pensano che i loro beniamini avrebbero potuto essere in vantaggio per tre a zero, ecco il gol dei torinesi. Azione lineare ma in profondità: Ferrini-Law-Crippa. Sull'ala sinistra si porta Grani ma viene però superato con irrisoria facilità; il colosso cade e Crippa trafigge Vavassori con un tiro preciso (26'), Il Catania si disunisce ancora di più e gioca peggio di prima, ed hanno facile compito i torinesi, nel portare in porto una vittoria che potrebbe apparire a un primo esame forse come premio eccessivo ma che a nostro parere invece è giusta e perfetta. I ragazzi di Santos al termine della prova erano felici: due trasferte, due vittorie. E ora aspettano la Roma, una delle grandi del campionato, con tanta speranza..