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| San Siro |
| 13/11/1963 |
| h.14.30 |
| INTER - TORINO 3-1 (2-0) Inter: Sarti, Burgnich, Facchetti, Zaglio, Guarnieri, Picchi, Jair, Mazzola, Di Giacomo, Corso, Ciccolo. All.: Herrera. Torino: Vieri, Poletti, Buzzacchera, Cella, Lancioni, Rosato, Crippa, Ferrini, Hitchens, Puia, Peirò. All.: Rocco. Arbitro: Sbardella di Roma. Reti: Ciccolo 38' (I), Corso 41' rig. (I), Aut.Cella 71' (I), Hitchens 83' (T). Spettatori: 31.420 di cui 18.405 paganti per un incasso di 21.435.000 lire e 13.015 abbonati. Cronaca [Tratto da La Stampa del 14 novembre 1963] Nel ricupero del campionato italiano di calcio svoltosi oggi a San Siro, il Torino ha tenuto testa all'Inter per oltre mezz'ora, fino a quando cioè è stato in grado di sorprendere spettatori ed avversari con un piacevole gioco d'attacco. In questo periodo Puja ha compiuto il miglior exploit della sua non troppo fortunata prestazione. Ha mandato la sfera a sbattere sotto la traversa. Se questo tiro violentissimo, al ventiquattresimo minuto del primo tempo, fosse rimbalzato oltre la linea bianca non si sa se l'Inter avrebbe vinto ugualmente: è certo, ad ogni modo, che la strada del successo non sarebbe risultata così facile e scorrevole per gli affaticati atleti di Herrera. Nella formazione milanese cinque elementi erano reduci dagli sforzi di Italia-Russia, sei dal raduno di Coverciano. Il portiere Sarti, logicamente, non ne ha risentito, ma gli altri, dal più al meno, sono apparsi appannati nello scatto e nella concezione del gioco. In particolare, Sandrino Mazzola non ha potuto neppure portare il suo interessato con tributo alla polemica se egli sia un centravanti (come lo vuole Fabbri in Nazionale) o una mezz'ala di punta (secondo le intenzioni di Herrera nell'Inter). Oggi Mazzola era semplicemente un ragazzo stanco che richiedeva alla classe ed alla volontà un estremo aiuto per non naufragare. Altrettanto fuori forma Facchetti, mentre Guernieri è risultato sulla media normale Del gruppo di reduci dalla convocazione azzurra hanno disputato una buona gara sol tanto Burgnlch, il terzino che ha creato due goals con le sue puntate offensive, e Corso il grande escluso della partita dell'Olimpico. Contro una squadra che al la Nazionale aveva dato il suo contributo, ed era impegnata per aggiungere alla propria classifica i due punti indispensabili a raggiungere in testa la coppia Milan-Lanerossi, il Torino ha denunciato i suoi limiti. La formazione granata, anche se alcuni atleti erano reduci dalla trasferta di giovedì scorso a Sofia, aveva potuto prepararsi meglio al confronto. Cella era stato recuperato e Crippa faceva il suo rientro stagionale. A proposito di questi osserviamo subito che, spostato a destra, non ha reso come è nelle sue possibilità. I tecnici sostengono che un'ala può giocare indifferentemente da una patte o dall'altra del campo. Per nostro conto, invece, i ''numeri 11'' soffrono e non certo per ragioni psicologiche, se indossano la maglia numero 7 e viceversa. Il Torino, per il recupero con l'Inter, non aveva molte altre ali disponibili, essendo in questo momento Infortunato Albrigi, né si può attribuire a Crippa la colpa dell'insuccesso. A parte la superiorità dei nerazzurri, le cause del nuovo passo falso granata vanno infatti suddivise tra attacco e difesa. La retroguardia, con Cella chi sbaglia per eccesso di confidenza, ha due buoni terzini - ottimo in questo momento Poletti -, però non appare bloccata e soprattutto non lega con i mediani, comprendendo fra questi anche la mezz'ala che arretra, Ferrini. Rosato e Lancioni, inoltre, sono stati spesso inutilmente rudi, forse per rimediare alla mancanza di scatto. Vieri ha parato tre pericolosissimi passaggi all'indietro effettuati dai suoi compagni ed ha avuto altri interventi sicuri: non è però ritornato ad essere il portiere in splendide condizioni capace di salvare le situazioni impossibili (auguri di diventarlo presto: i difensori come lui sono necessari al calcio italiano), in quanto all'attacco Hitchens ha fatto quanto poteva, spinto dall'orgoglio di voler dimostrare il suo valore contro la squadra che l'aveva ceduto e nel confronti di Di Giacomo, da cui era stato spodestato. Il duo interista formato da Guarneri stopper e Picchi difensore libero ha tuttavia chiuso inesorabilmente la manovra al centravanti granata. Di Crippa, ritornato finalmente al campionato dopo la pausa estiva, una appendicite ed una bronchite, va ancora sottolineato l'impegno. Ferrini, più controllato nei nervi in ricordo del derby, si è opposto a Corso con alterna fortuna, Puja, ancora una volta, ha avuto molte buone intenzioni mai realizzate. Il rebus principale di quest'attacco è dato tuttavia da Peirò che continua a giocare a sprazzi. Il Torino ha bisogno di trovare nello spagnolo una fonte luminosa di gioco, non una specie di faro abbagliante per qualche secondo, e buio per molti minuti. Più che nel lavoro dei singoli la formazione granata difetta inoltre nel complesso, sempre incerta tra il gioco chiuso, tipo Padova tanto per intenderci, e le velleità alla Milan accarezzate in inizio di campionato. L'allenatore Rocco, sì può esserne certi, conosce benissimo questa situazione. Coraggio, dunque: non si perda in tentativi di diplomazia calcistica, non rimpianga gli impossibili acquisti dalle liste di novembre. Faccia giocare il suo Torino come sa: lo faccia correre, chieda a tutti maggior impegno, maggior modestia e più tiri in porta. La prima mezz'ora di gioco - disputata a grande andatura - ha messo appunto in evidenza un undici granata capace di tener testa all'Inter a San Siro. Al termine di questo periodo, eliminato nella traversa di Puja, Di Giacomo (38') dal centro dell'area lasciava partire un tiro secco e rasoterra. Vieri, di pugno, faceva rimbalzare il pallone, ma Ciccolo, appostato a due passi, poteva mettere nella porta vuota il suo primo goal di serie A. Al 41' un intervento di Cella metteva a terra il terzino Burgnich spintosi tra gli avanti secondo il caratteristico modulo interista. Il pubblico, sentimentale, invocava Mazzola per offrire a Sandrino una specie di riabilitazione nei confronti del penalty sbagliato contro la Russia. Più pratico, Herrera faceva un segno a Corso e questi - finta sulla sinistra di Vieri, tiro dall'altra parte a mezza altezza - non concedeva all'estremo difensore alcuna possibilità di intervenire. Sul due a zero in favore delia formazione più forte, la ripresa è stata una semplice formalità. Al 12' Ferrini indirizzando sul montante alla destra di Sarti, un astuto pallonetto, ha riacceso qualche speranza tra i granata, ma si è grattato di un'illusione. Burgnich, ancora lui, ha bloccato ogni incertezza al 26', sfruttando un bel lancio di Mazzola. Cella cercava di deviare il tiro del terzino, ma col piede spediva nella propria porta. Il Torino poteva realizzare con Hitchens un goal dimostrativo al 38'. Poletti (oggi evidentemente era la giornata del difensori all'attacco) crossava dalla bandierina e Hitchens con stile molto inglese spediva in rete il portiere Sarti ed il pallone. Il Torino in definitiva, ha incassato un punto su rigore, uno su autogoal e colpito due pali. Tutto questo attenua il bilancio severo del 3-1, ma neppure con la migliore buona volontà si può pensare che l'Inter non abbia meritato il successo. Certamente, però, la sorte non è alleata dei granata in questo difficile inizio di campionato. |
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