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Olimpico di Roma
17/11/1963
h.14.30
ROMA - TORINO 3-0 (1-0)
Roma
: Matteucci, Malatrasi, Ardizzon, Carpanesi, Losi, Angelillo, Orlando, Sormani, Manfredini, De Sisti, Leonardi. All.: Miró.
Torino: Vieri, Poletti, Buzzacchera, Cella, Lancioni, Rosato, Peirò, Ferrini, Hitchens, Puia, Trombini. All.: Rocco.
Arbitro: Campanati di Milano.
Spettatori: 23.823 di cui oltre 11.000 paganti e 12.823 abbonati.
Reti: De Sisti 37', Orlando 71', Malatrasi 74'.
Note: Giornata fredda, terreno in discrete condizioni; la Roma scende in campo con la divisa bianca con banda trasversale giallorossa.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 18 novembre 1963]
Terza consecutiva sconfitta del Torino, ed ancora tre goals nella rete di Vieri. Dopo il derby con la Juventus ed il ricupero con l'Inter, è giunto anche il crollo di fronte alla Roma, un crollo proprio senza attenuanti e per di più contro un avversario che balbettava un calcio quasi da principiante. L'allenatore, Rocco, che non aveva nascosto le sue perplessità alla vigilia, dopo la partita ha cercato di minimizzare, la situazione con alcune frasi spiritose, ma risultava chiaro che lo scherzo nascondeva un serio disappunto, perché la squadra sta attraversando un momento difficile. Indipendentemente dal risultato di Roma, indipendentemente dalla povera classifica. I difensori commettono errori incredibili. Lo stesso Vieri accusa lacune impiegabili, al centro campo c'è Puja che non ha né idee, né brio, né estro; all'attacco poi si gioca al rallentatore e senza rischiare mai, con Peirò che dimostra di non gradire il ruolo di ala e con Hitchens, che - isolato com'è - fa sempre meno. La Roma, dal canto suo, non può certo dire d'aver superato la crisi con questa vittoria. Il successo dei giallorossi è stato netto ed indiscutibile, ma il nuovo trainer Mirò (che domani inizierà il suo lavoro) dovrà sudare parecchio per ridare alla squadra un ordine tattico ed agli atleti una condizione fisica accettabile. Ieri, contro i granata, i giallorossi hanno dimostrato insufficienze gravissime, a cominciare dallo stato di forma di Losi, per passare ai compiti di Angelillo, superbo nelle azioni di rilancio, ma assolutamente inadatto alla interdizione, e per finire all'insufficienza, di un Manfredini opaco, di un Orlando più che mai confusionario, e di un Leonardi fuori posizione come ala sinistra. Non ha giocato bene la Roma, eppure il Torino ha perso. Questo è il punto saliente dell'incontro di ieri, una considerazione che deve far pensare chi di dovere, prima che sia troppo tardi. Inutile baloccarsi con accuse e contro accuse. Abbiamo udito i difensori dire che se non si segnano goals non si può vincere. Esattissimo. Ma come si giustificano le tre reti al passivo? Peirò all'inizio ha fallito un'occasione da far mordere le mani di dispetto, e l'episodio potrebbe giustificare la tesi di coloro che sostengono come sia proprio l'attacco il reparto debole del complesso. Certo se lo spagnolo avesse buttato in rete quel pallone servitogli comodo da Hitchens, probabilmente la gara avrebbe potuto prendere un andamento diverso. Ma il discorso e valido soltanto in parte, perché rimangono i grossi errori di Puja, e specialmente i mancati interventi di Vieri a convalidare la teoria di coloro che affermano come sia tutta la squadra ad accusare squilibri gravi e preoccupanti. Purtroppo nel calcio non è ammessa la controprova, e nessuno potrebbe dimostrare ora come sarebbe finita se Peirò non avesse sbagliato quel facile goal all'inizio. Il discorso deve però essere diverso: la squadra, dopo la dura battaglia nel derby ha perso la vitalità di cui andava orgogliosa. I granata giocano tutti al piccolo trotto, quasi come se il risultato non interessasse. Manca la carica psicologica, e qualcuno accusa già i segni di un decadimento fisico. Un Torino che non combatte non è il Torino che piace ai suoi tifosi. Per questo ha perso a Milano contro l'Inter, per questo e caduto anche a Roma. Due trasferte, d'accordo, due partite difficili, verissimo. Ma il male è egualmente serio, e c'è da augurarsi che il clima caloroso della folla granata (nelle prossime partite in casa) sappia ridare la carica ai ragazzi di Rocco. Non c'è più tempo da perdere. E' ora di lavorare, molto. Un violento acquazzone scatenatosi su Roma poco prima dell'incontro ha tenuto lontano la folla dall'Olimpico. Quando l'arbitro Campanati ha chiamato le due squadre in campo, gli spettatori erano poco più di ventimila (undicimila paganti). Il Torino presentava. Trombini all'ala sinistra; la Roma aveva ricuperato Malatrasi, confermando Angelillo mediano. I granata adottavano la solita tattica di copertura a centro campo con Puja e Ferrini arretrati, mentre i romanisti chiedevano a De Sisti il doppio gioco, ma il ragazzo non era in giornata buona. C'è stato un palo colpito da Angelillo al 6' su azione personale, ma la grande occasione è capitata a Peirò al 14': Hitchens, spostato a destra, andava via solo, passando al centro un pallone d'oro, lo spagnolo fermava, superava Matteucci in uscita, ed indirizzava a rete con tiro fiacco, permettendo così ad Ardizzon (uno dei migliori in campo) di salvare il goal sicuro. Dopo un tiro alto di Hitchens ed un errore grave di Trombini, veniva il punto della Roma: Angelillo al 31' pescava De Sisti completamente smarcato in piena area, ed il giovane non aveva difficoltà a battere Vieri. La reazione dei granata si concretava con un solo calcio d'angolo. La ripresa pareva favorevole al Torino, che attaccava con una certa continuità. Risultava però chiaro come l'azione in forze non sia una prerogativa dell'undici granata, abituato come è a stare sempre chiuso per sfruttare il contropiede. Tentavano il tiro a rete anche Cella e Paletti, ma senza fortuna, finché al 26' un lungo cross di Manfredini chiamava in causa sia Vieri che Orlando. Il portiere torinese sbagliava tempo e posizione e la palla - colpirà di testa, dall'ala giallorossa - finiva in rete. Tre minuti dopo toccava a Malatrasi l'onore del terzo goal, sorprendendo ancora Vieri con un tiro diagonale. La partita era definitivamente decisa; è venuto ancora un palo di Orlando (sempre su errore di Vieri) a dare il brivido alla folla, ma il risultato era ormai acquisito a favore degli uomini di Krieziu, che in questa sua fugace apparizione come ''responsabile unico'' della squadra, è riuscito ad acciuffare una vittoria assai più netta di quanto potesse egli stesso sperare. Merito della Roma oppure colpa del Torino? Come sempre, la verità sta nel mezzo, anche se gli errori granata, potrebbero far pensare più alle loro gravi deficienze che non alle virtù dei giallorossi. Il giudizio dello spagnolo Mirò sulla, gara è stato semplice e preciso: ''Della Roma belli alcuni episodi come i tre goals, e buoni alcuni atleti. Il Torino non ha giocato''. Proprio così ha detto: il Torino non ha giocato. Una frase troppo semplice per essere accettata, senza discussione, ma Mirò evidentemente non ha voluto iniziare la sua nuova attività con giudizi troppo severi verso una squadra italiana. La diplomazia è una dote che si addice ad un allenatore di calcio. Però la diplomazia nasconde la verità, ma non la trasforma. Il Torino a Roma ha giocato veramente male.