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| Comunale di Firenze |
| 01/12/1963 |
| h.14.30 |
| FIORENTINA - TORINO 1-1 (1-1) Fiorentina: Albertosi, Robotti, Castelletti, Guarnacci, Gonfiantini, Pirovano, Hamrin, Canella, Petris, Benaglia, Seminario. All.: Chiappella. Torino: Vieri, Poletti, Buzzacchera, Cella, Rosato, Ferretti, Crippa, Puia, Hitchens, Ferrin, Peirò. All.: Rocco. Arbitro: Angonese di Mestre. Reti: Canella 11' (F), Peirò 31' (T). Spettatori: 26.795 di cui 19.740 paganti e 7.055 abbonati per un incasso di 12.348.000 lire. Note: Pomeriggio sereno, temperatura mite, terreno in ottime condizioni, calci d'angolo 5-5. Ottimo colpo d'occhio allo stadio comunale di Firenze che nell'occasione ha abbassato i prezzi dei popolari e dei parterre. Cronaca [Tratto da La Stampa del 2 dicembre 1963] Il Torino ha portato via un bel punto dal difficile campo della Fiorentina. Un punto sudatissimo, ma non un punto rubato. Perché i granata, mentre non ne possono proprio nulla se i viola hanno attaccato molto male, possono viceversa proclamare di essersi difesi molto bene per conto loro. La giornata era fresca e serena e il campo, per quanto un po' soffice e allentato, si presentava come in buone condizioni. Il pubblico era molto più numeroso di quanto, a detta dei dirigenti, non lo fosse stato la domenica prima, quando l'avversario era la Roma, una delle grandi. I due settori dai prezzi maggiormente ribassati, erano gremiti. Il che costituisce di per sé un successo per la politica inaugurata dal commissario del sodalizio La Fiorentina si era decisa all'ultimo momento a mettere in campo sia Hamrin che Petris, e il Torino lasciava a riposo Lancioni, e faceva giocare Cella come mediano laterale. Il Torino andò in svantaggio dopo un quarto d'ora dall'inizio delle ostilità. Dopo qualche vana schermaglia a metà campo, la Fiorentina, incoraggiata ad alta voce dal pubblico, partì all'attacco con grande impeto e decisione. Parevano tante catapulte gli avanti dalla maglia viola, ed in quel periodo il gioco che essi svolgevano era anche pregevole. Era per lo meno tale da dare gravi grattacapi alla difesa del Torino, che sotto la pressione accennava a ingarbugliarsi e a confondersi con qualche frequenza. Dopo di avere respinto avanzate su avanzate, i granata cedevano al quarto d'ora. L'azione che doveva portare al successo partiva dalla sinistra dei fiorentini ed era veramente notevole per velocità e precisione. In area pareva che a tirare foste destinato Petris e Vieri e i suoi compagni si piazzavano per bloccare l'apertura che si era venuta formando. Poi, improvvisamente, la palla veniva deviata verso il lato destro del viola, ed era Canella, la nuova mezz'ala, a sferrare il tiro. Un tiro forte e raso terra, che Vieri, già piazzatosi diversamente, non poteva vedere in partenza. La sfera filò diritta sull'obiettivo e penetrò irresistibilmente in rete sulla sinistra del portiere, quasi a filo del montante. Uno a zero, quindi. Gli ospiti si mossero allora, ma la loro azione non era oltremodo convincente, costellata come essa era da una quantità di passaggi all'avversario. Fin dall'inizio della partita i torinesi avevano invertito i ruoli delle due ali: Crippa, col n. 7 sulle spalle, era andato a finire all'ala sinistra, e Peirò, con il suo n. 11, era passato all'ala destra. Stretto nella morsa di quattro o cinque avversari, Hitchens ogni volta che tentava un movimento in avanti, sgambettava, non poteva far strada, e finiva regolarmente per perdere la palla. Per fortuna del granata, i fiorentini dal momento in cui erano andati in vantaggio avevano preso a calare. Era come se un interruttore avesse chiuso la vena del gioco che li ispirava. Minuto per minuto essi giocavano peggio. E il loro pubblico prendeva presto a rimbeccarli in modo mordace e spietato. Il Torino verso il termine del tempo cominciava a farsi ogni volta più aggressivo. E doveva essere su una sua nutrita e prolungata avanzata che esso riusciva a ottenere il pareggio. Si era giunti al 37' minuto del tempo, e la palla, sospinta e risospinta, giungeva dalla sinistra dei granata prima verso il centro, e poi verso destra. Uno dopo l'altro due dei difensori viola fallivano l'intercettamento, e Ferrini deviava rasoterra la sfera verso destra, dove si trovava Peirò. Il terzino Castelletti sfiorava, senza fermarla, la palla, rimettendo in gioco lo spagnolo, se questi fosse stato in posizione irregolare. Peirò stesso spediva in rete con molta calma e precisione. Pubblico e giocatori fiorentini reclamavano allora a lungo, pretendendo l'annullamento del punto per fuorigioco. Ma l'arbitro, che aveva visto giusto, non si lasciava smuovere e concedeva il punto stesso. Così si passava alla ripresa con una rete per parte. Era nel secondo tempo che le cose si facevano brusche e aspre. La Fiorentina mandava Canella, zoppicante, all'ala destra, e attaccava con tutti i mezzi che aveva a disposizione. Ma attaccava male, molto male, arruffando il gioco e facendo grande confusione. Giungeva fino all'area di rigore dei granata, e qui ogni volta si rompeva le corna. Nel Torino, arroccato in difesa, spuntava sempre fuori al momento decisivo un uomo che rompeva l'azione e respingeva lontano. Il pubblico, tutto in piedi, incitava e imprecava. Tutto era inutile: lo sbarramento non veniva sfondato e non si verificava nemmeno un tiro veramente pericoloso, né da vicino né da lontano. Anzi, erano Hitchens e in una occasione anche Puja a creare, in azione di contropiede, le sole occasioni veramente pericolose di tutto il secondo tempo. Di qua, avanzava anche Robotti, a tempo. fare l'attaccante, e Petris, sfuggito finalmente alla sorveglianza di cui era fatto oggetto, sbagliava miseramente il solo tiro che avesse una possibilità di riuscita. Finché, verso il termine, la Fiorentina, come convinta della inanità dei suoi sforzi, si arrendeva e non attaccava più. E gli ultimi cinque minuti vedevano finalmente il Torino tornare, all'attacco. Un pareggio di vera battaglia, che per la ritrovata volontà dei giocatori fa bene sperare nei granata per l'avvenire. |
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