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| Marassi |
| 12/01/1964 |
| h.14.45 |
| SAMPDORIA - TORINO 0-0 Sampdoria: Battara, Vincenzi, Tomasin, Bergamaschi, Bernasconi, Delfino, Wisnieski, Tamborini, Barison, Da Silva, Frustalupi. All.: Ocwirk. Torino: Vieri, Poletti, Buzzacchera, Cella, Rosato, Ferretti, Peirò, Ferrini, Hitchens, Puia, Moschino. All.: Rocco. Arbitro: Rancher. Reti: - Spettatori: 13.828 di cui 3.727 abbonati e 10.101 paganti, dei quali oltre 1.000 provenienti da Torino. Note: La partita è cominciata alle 14.45 anzichè 14.30 come le altre gare in programma valide per la 17° giornata d'andata. Cronaca [Tratto da La Stampa del 13 gennaio 1964] Nulla di fatto, a Genova. Ed è un risultato che, nel suo complesso è giusto. I granata avrebbero dovuto segnare nel corso del primo tempo, i sampdoriani avrebbero potuto portarsi in vantaggio durante la ripresa. Di modo che, sotto l'aspetto dell'esito, la partita non può dare luogo a grandi recriminazioni. Spirava sul campo un vento di tramontana, questa volta non forte né gelido come in altre occasioni, ma in compenso pioveva. Fine e leggera, l'acqua non cessò di cadere durante tutti i novanta minuti, ed il terreno di giuoco, già di per sé allentato, divenne presto quanto mai sfondante. L'affluenza del pubblico ne soffrì alquanto. Soli diecimila spettatori circa hanno assistito alla prova: di essi, più di un migliaio erano convenuti da Torino con stendardi e gonfaloni, e non mancarono di far sentire il loro incoraggiamento alla squadra granata. Al contrario di quello che di solito avviene quando né l'una né l'altra delle due squadre in campo riesce a segnare, l'incontro ha raggiunto un notevole grado di interesse. Per la velocità e l'impegno - spesso confinanti coll'accanimento - profusi nella lotta dai due contendenti. All'infuori di un certo periodo del secondo tempo, durante il quale i giuocatori allentarono il tono del gioco dando l'impressione di essere sfiancati dallo sforzo sostenuto, la partita ha avuto uno svolgimento vivace e dibattuto, tanto ila far spesso ritenere che da un momento all'altro potesse verificarsi l'incidente decisivo, che invece non sì verificò mai. Gli ultimi dieci minuti della partita videro i granata rovesciarsi all'attacco con uno slancio ed una decisione che meravigliarono un po' tutti quanti. La gara fu diretta da un arbitro che noi non avevamo mai visto né sentito nominare. Questi, per superare la prova, non trovò di meglio che emettere fischi su fischi, fermando il giuoco non appena due giuocatori si urtavano o si incontravano con una certa energia. Le sue decisioni, qualche volta un po' cervellotiche, finirono però per non danneggiare né l'una né l'altra delle due parti in causa. Era la prima volta, da lunghe settimane che non vedevamo alla prova la squadra della Sampdoria. Essa non ha lasciato quella impressione penosa di cui certuni ci parlavano. Ma non si può dire che, sotto l'aspetto tecnico, abbia giuocato bene. Ha fatto ricorso all'impegno fisico per coprire i difetti di funzionamento che, qua e là, facevano capolino. I suoi elementi più anziani, quali Bernasconi e Bergamaschi reggono ancora allo sforzo e puntellano abbastanza solidamente un edificio che di grandi prove di solidità non ne fornisce. Ma alcuni uomini suoi - vedansi tanto per citare un esempio - le due ali, il nazionale francese Wisnieski e Frustalupi non sono, nell'occasione, certamente emersi dalla mediocrità. Il Torino è stato superiore in quanto a tecnica e ad organizzazione di squadra. Quella granata ha confermato di essere una compagine meritante pieno encomio nei suoi settori arretrati, dal portiere cioè fino alla linea mediana completa, includendo nella mediana stessa il capitano Ferrini. Il settore di avanguardia, con Hitchens piantato solo come punta isolata in avanti, con Puja in giornata nerissima, con un Peirò fine tecnico sulla palla ma non corto un combattente energico, con un Moschino che cercava di organizzare dove i compagni suoi fallivano, non ha fatto certamente grandi cose. Una prima linea che, nella formazione della giornata è un po' come il tallone d'Achille della squadra. Lode aperta viceversa per Poletti, per Vieri per Rosato, per Ferretti e, per Ferrini e per Cella. Gli episodi salienti dell'incontro si riferiscono tutti alle occasioni da rete mancate. Ad aprire la serie fu Da Silva, che mancò un tiro da pochi passi subito all'inizio. Nella seconda metà del primo tempo lo stesso Hitchens, portata via la palla a Bernasconi, si vede atterrato da quest'ultimo mentre stava per entrare in area tutto solo. Ma l'occasione delle occasioni la ebbe Poletti, che, fattosi avanti su di una mischia, colpiva la base di un montante con un tiro da pochi passi ad alcuni minuti dal riposo. Alla ripresa, gli attaccanti granata più non riuscirono a chiamare all'opera il portiere Battara per nessun intervento degno di rilievo. Vieri invece, dopo di avere sfoggiato due o tre belle parate, si produsse in una prodezza che salvò la sua squadra' dalla capitolazione. Egli deviò sopra la sbarra trasversale, a mezzo di un gran balzo, una forte legnata alta, partita da lontano dal piede di Bergamaschi. Il miglior tiro e la miglior parata di tutta la giornata. Tutti contenti del risultato, al termine della prova, e nessun incidente meritevole di menzione. |
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