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| Marassi |
| 08/03/1964 |
| h.15.00 |
| GENOA - TORINO 0-0 Genoa: Da Pozzo, Bagnasco, Fossati, Colombo, Bassi, Rivara, Meroni, Locatelli, Piaceri, Baveni, Bean. All.: Santos. Torino: Vieri, Teneggi, Poletti, Puia, Rosato, Ferretti, Crippa, Ferrini, Hitchens, Pierò, Moschino. All.: Rocco. Arbitro: De Marchi di Pordenone. Reti: - Spettatori: 10.288 di cui 6.422 paganti e 3.866 abbonati per un incasso di 7.979.200 lire. Note: Prima del match pioggia forte, poi convertita in neve, ha reso insidioso il terreno di gioco il quale, tuttavia, è rimasto in discrete condizioni. Tempo pessimo e temperature polari durante lo svolgimento della partita. Ammoniti Meroni, Moschino e Teneggi, calci d'angolo 5-4 per il Genoa. Cronaca [Tratto da La Stampa del 9 marzo 1964] Una giornataccia infame. In città aveva piovuto o nevicato fin dal mattino senza cessare mai. Sul campo, dopo una schiarita proprio all'ora dell'inizio, la pioggia aveva ricominciato a cadere convertendosi ad un certo punto nuovamente in neve e in ghiaccioli. Sui monti circostanti doveva trattarsi di vera e propria tormenta. L'aria che prendeva d'infilata il campo era gelida al punto d'intirizzire i non molti spettatori convenuti sulle tribune e sugli spalti. Uno spettacolo che aveva in sé del siberiano. Nel recinto circa diecimila coraggiose persone di cui meno di settemila paganti. In simili circostanze l'incasso è arrivato a stento alla somma di sette milioni e ottocento mila lire. Malgrado tutto il terreno di gioco era praticabilissimo. Non presentava né laghetti né pozzanghere. Dotato di un ottimo drenaggio, il campo del Genoa - una volta pessimo - è in questo momento uno dei migliori d'Italia come fondo e come tappeto erboso. Era presente qualche centinaio di sostenitori della squadra granata. La formazione con cui il Torino ha affrontato l'incontro era stata notevolmente modificata all'ultima ora. L'undici torinese condusse un ottimo primo tempo. Esso subì l'iniziativa degli avversari nel corso dei minuti iniziali della partita. I genovesi partirono infatti a spron battuto sviluppando un attacco che per poco non li condusse al successo. Contenuta un po' fortunosamente questa avanzata, gli ospiti reagirono in stile convincente e tennero a lungo la offensiva. Per tre quarti della durata del primo tempo essi esercitarono una chiara superiorità sugli avversari. Il loro gioco era di qualità veramente lodevole, come velocità, prontezza di interventi e controllo della palla sul viscido terreno. L'impostazione che veniva conferita al gioco metteva in luce una attività degna di una compagine superiore. Rosato giganteggiava come difensore centrale, e i due terzini, Teneggi e Poletti, venivano a tratti ad inserirsi nelle azioni di attacco. Impressione ottima, con un unico neo: quello solito, quello della capacità penetrativa della prima linea. Questa prima linea pareva volesse e dovesse tutto travolgere quando scattava a metà campo, ma appena essa metteva i piedi nell'area di rigore genovese si smorzava, non riusciva a perforare. Era come se il buio cadesse ogni volta sulle capacità intellettive degli avanti. Ciò non di meno il portiere genoano doveva prodursi in un paio di interventi veramente notevoli. Particolarmente degna di menzione la prima di queste due parate, quando Da Pozzo - l'uomo del famoso primato d'imbattibilità dell'inizio di stagione - riusciva a deviare a lato con un gran balzo un forte tiro alto e trasversale di Hitchens. Bisogna dire però che già fin dal 13' di gioco il Genoa era stato ridotto praticamente ad operare con dieci uomini soli. Il suo mediano laterale sinistro Rivara, scivolando a seguito di uno scatto, si era prodotto uno stiramento alla coscia sinistra, per cui doveva lasciare il terreno di gioco per alcuni minuti, rientrando poi inutilizzato o quasi, prima all'ala destra e poi all'ala sinistra. In complesso, comunque, chiara superiorità di uno svelto e intraprendente Torino nel corso del primo tempo. Solo negli ultimi minuti del tempo stesso i genoani riuscivano a portare qualche offensiva pericolosa, e in una di esse Vieri veniva toccato duramente durante un'uscita a terra. Il Genoa doveva fornire però una prestazione migliore alla ripresa. Il mediano Rivara, che pareva muoversi un po' più a suo agio, ricompariva in campo, sempre in posizione di ala, ed i terzini diventavano più duri e coriacei. Particolarmente Colombo mostrava di saper tenere a freno efficacemente i tentativi di sfondamento dell'inglese Hitchens. L'attacco dei liguri, nel qua le militavano due ex granata, Locatelli e Piaceri (ed un terzo ex granata, Fossati, si trovava in difesa) sfoggiava maggior vivacità che non nel primo tempo, ma di idee sul modo di condurre un gioco costruttivo non ne mostrava affatto. Il gioco, tutto somma to non raggiungeva più, tecnicamente parlando, il livello del primo tempo. L'efficienza del Torino appariva come diminuita alquanto. E duri colpi venivano scambiati fra i giocatori delle due parti. Ogni tanto qualcuno di essi rimaneva a terra - cioè sull'erba intrisa d'acqua - in attesa di una sospensione del gioco. L'arbitro interveniva più volte distribuendo punizioni ed anche ammonimenti. D'importante, comunque, non avveniva proprio più nulla e, tutto calcolato, il risultato dal colore bianco assoluto finiva, per corrispondere all'andamento del gioco. Negli spogliatoi ognuna delle due parti in causa appariva soddisfatta della spartizione dei punti, ed il pubblico correva a riasciugarsi ed a riscaldarsi lontano dal nevischio che continuava a cadere gelido e fitto. Calci d'angolo anche in condizione di parità o quasi: cinque per il Genoa e quattro per il Torino. |
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