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| San Siro |
| 04/10/1964 |
| h.15.00 |
| MILAN - TORINO 1-1 (0-0) Milan: Ghezzi, Noletti, Pelagalli, Benitez, Maldini, Trapattoni, Mora, Lodetti, Amarildo, Ferrario, Fortunato. All.: Liedholm. Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Lancioni, Rosato, Simoni, Ferrini, Hitchens, Meroni, Moschino. All.: Rocco. Arbitro: De Marchi di Pordenone. Reti: Simoni 75' (T), Fotrunato 79' (M). Spettatori: 39.080 di cui 27.080 paganti più 12.000 abbonati circa. Cronaca [Tratto da La Stampa del 5 ottobre 1964] Dal punto di vista tecnico, questa partita meriterebbe una votazione alquanto scadente. Essa è stata ben brutta. Tutto lotta, si può dire, e niente giuoco. Tutto episodi angolosi, provenienti da durezza e spesso anche da violenza. Se il giuoco del calcio dovesse essere, o diventare una enfatizzazione dello spirito agonistico, puramente e semplicemente, l'incontro potrebbe essere citato ad esempio. Come interesse, esso fu salvato da un quarto d'ora finale, nel corso del quale il Torino andò in vantaggio e poi si lasciò raggiungere, ed ogni cosa divenne incandescente, e si ebbero scenate su scenate e si udirono urla selvagge e si venne alle mani per fin nella tribuna d'onore. Aveva piovuto nella notte e nella mattinata, e l'acqua cadde ad intermittenze anche durante l'incontro. Il terreno si mantenne cionullameno, in discrete condizioni. Non v'era molto pubblico: non erano presenti che ventisettemila persone circa. Come rumore, pareva ve ne fossero il doppio. Piuttosto folta la rappresentanza dei sostenitori granata. Il primo tempo fu la cosa più insipida e più incongruente di questo mondo. Esso fu vuoto di tutto. Dal punto di vista tecnico non disse assolutamente nulla. La superiorità esercitata dal Milan non ebbe che carattere territoriale. Impegnandosi appieno, il Torino, in questi quarantacinque minuti, realizzava quattro calci d'angolo, e non ne subiva che uno. Hitchens di testa dapprima, e Meroni in seguito per aver voluto trattenere troppo a lungo la palla, mancavano due relativamente facili occasioni. I falli e le scorrettezze non tardavano molto a fare la loro comparsa. Vieri veniva sgambettato in piena area da Amarildo. I granata si difendevano colle unghie e coi denti, e rispondevano, rendendo pan per focaccia. Si riprendevano le abitudini deplorevoli della scorsa stagione: ogni due minuti un giuocatore andava a terra e, o vi rimaneva immobile o si contorceva, come se, in preda agli spasimi, fosse sul punto di esalare l'ultimo sospiro. Appunto per la Lega Nazionale: se così stanno veramente le cose, perché non si mobilita un sacerdote per ogni partita? Vittima di un duro colpo, il sudamericano Benitez rimaneva fuori campo, laggiù dalla parte dei posti popolari per qualche minuto. La prima linea del Milan, dì cui si dicevano cose smaglianti, non combinava né sfondava affatto. Il suo primo ed unico tiro giunse al 44° minuto del tempo, e finì fuori bersaglio. Poco prima dell'intervallo, la pioggia tornando a cadere fece scappare alla ricerca di un rifugio la folla degli sportivi che avevano l'ugola secca dal gran vociare. Quando si riprese a giocare, la pioggia cadeva ancora, ed un po' perché impietosita, un po' per non guastare ulteriormente lo spettacolo, cessava poi dopo di una decina di minuti. Il giuoco continuava sulla stessa solfa dì prima. Nei primi tre minuti dopo della ripresa delle ostilità, si contavano quattro falli, tutti di discreta gravità. Con grida di ''fuori, fuori'', il pubblico pretendeva la espulsione di un giuocatore ad ogni pie sospinto. Fuori andava presto l'ala destra rossonera, Mora, toccato, pare, ad un ginocchio, e non rientrava dagli spogliatoi se non dopo un quarto d'ora di cure, rifugiandosi all'ala sinistra. I giuocatori si insultavano e si sputacchiavano liberamente, secondo le buone regole che vigono nel giuoco moderno. L'arbitro, dall'aria abbastanza imbarazzata, distribuiva punizioni su punizioni, a destra ed a manca, sbagliando anche lui nelle sue decisioni. Meroni aveva appena chiamato all'opera il portiere Ghezzi per una bella parata, che poteva servire Hitchens con un bel traversone in profondità. L'inglese filava via veloce, e mancava la splendida occasione facendosi soffiare la palla all'ultimo istante da Ghezzi che, uscito, gli si era gettato nei piedi alla disperata. E Puia mancava all'ultimo istante una bella occasione. Erano queste le avvisaglie del punto che doveva mandare in vantaggio la squadra ospite. Giunse, questo, al 31° minuto. Tiro di Ferrini da fuori area, su calcio di punizione. La sfera viene deviata verso sinistra, di dove Meroni la smista immediatamente verso destra. Arriva, in piena corsa Simoni, e sorprende tutti quanti con un tiro trasversale che manda la palla a finire nel lontano angolo della rete, sulla destra di Ghezzi. I torinesi paiono diventati pazzi dalla gioia per il successo ottenuto. La loro gioia non doveva avere però che la durata di quattro minuti. Al 35', punizione contro il Torino di cui non si capisce bene la ragione. Dall'ingorgo d'uomini formatosi in area di rigore, parte un tiro che Vieri respinge brevemente. Picchia e ripicchia finché Fortunato emerge solo davanti a porta, e può liberamente sospingere nella rete sguarnita. Stato di parità. Urla, imprecazioni, tutti in piedi per assistere alla cazzottatura che per la seconda volta e su più vasta scala, avviene fra i signori dirigenti nella tribuna d'onore. Caos generale. In campo, nei dieci minuti che mancano alla line, Ghezzi salva su colpo di testa di Hitchens e Benitez termina con un bel fallacelo ai danni di Meroni. Partitaccia. Il Torino si è battuto come mai finora in questa stagione ed ha dato prova di grande combattività. Il Milan non è mai riuscito a mettere ordine nelle proprie file. Il risultato è la sola cosa bella di tutto rincontro, perché non premia nessuno dei due contendenti. |
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