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Marassi
29/11/1964
h.14.45
SAMPDORIA - TORINO 0-0
Sampdoria
: Sattolo, Vincenzi, Marocchi, Delfino, Masiero, Morini, Sormani, Franzini, Toschi, Da Silva, Barison. All.: Ocwirk.
Torino: Vieri, Poletti, Buzzacchera, Puia, Cella, Rosato, Simoni, Ferrini, Hitchens, Meroni, Moschino. All.: Rocco.
Arbitro: Angonese di Mestre.
Reti: -
Spettatori: 9.485 per un incasso di 10.700.000 lire.
Note: La gara è cominciata alle 14.45 anzichè 14.30 causa problemi di viabilità del quartiere adiacente lo stadio.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 30 novembre 1964]
Una partita come questa invita decisamente il pubblico benpensante a disertare i campi di gioco. E' doloroso dirlo, ma le cose stanno in questi termini. La partita stessa è stata giocata dal primo all'ultimo minuto all'insegna della scorrettezza, della violenza, del malcostume; essa è stata tutta una serie di falli e di fallacci, e null'altro. Noi non vogliamo dare ragione, nella occasione a nessuna delle due parti in causa. Diamo torto, senz'altro ed in modo reciso ad ambedue. Le due unità che erano uscite sconfitte dagli incontri stracittadini di domenica scorsa, a Genova ed a Torino, nel tentativo di riabilitarsi si sono gettate ora l'una sull'altra, rabbiosamente ed hanno dato luogo ad una zuffa che non si può definire se non col termine di una bruttura. L'arbitro ha cercato di frenare il gioco duro e falloso, ha fischiato una quantità inaudita di volte, ha ammonito, ha minacciato: ed ha finito per lasciarsi travolgere prendendo decisioni contrarie alla verità dei fatti. In una bolgia infernale come era diventato ad un certo punto di ieri il campo di Marassi, sarebbe occorsa una decisione consimile a quella presa non molti giorni or sono a Liverpool: quella di spedire d'urgenza e con cipiglio accigliato e disgustato ambe le squadre nello spogliatoio. Non richiamandole più sul campo dopo qualche minuto però. Simili brutture sono una profonda offesa al gioco del calcio ed ai principi tutti dello sport. Una punizione del genere se la sarebbe meritata del resto tutto un numeroso settore del pubblico che per novanta minuti o poco più non ha fatto altro che gridare, inveire, insultare. Si continui con questo andazzo, e fra non molto non rimarranno che spettatori di questo genere sui nostri campi di gioco. Malgrado l'esempio scandaloso fornito dai giocatori sul campo, nessun incidente di vera gravità è avvenuto però fra il pubblico stesso. E sì che da Torino, malgrado il rovescio di otto giorni or sono, era convenuto qualche centinaio di sostenitori granata con gonfaloni e bandiere, senza trombe questa volta, però. E' vero che con spirito di previdenza, un servizio imponente di carabinieri era stato disposto tutt'attorno al recinto di gioco. Ed è ver pure che di pubblico non vi era dovizia sugli spalti, che presentavano larghi spazi vuoti un po' dappertutto. Erano presenti esattamente 9485 persone paganti. Lo spettacolo offerto non ne meritava una di più. L'incasso è ammontato a 10 milioni e 700 mila lire. Aveva cessato di piovere nella mattinata, ma il campo era alquanto allentato ed un'aria fresca spirava sull'ambiente. Non ci soffermeremo su una descrizione nemmeno sommaria della partita. Ce ne toglie ogni voglia la qualità dello spettacolo. Basterà il dire che nel complesso della battaglia il Torino ha dato prova di una superiorità tecnica anche notevole. Suoi sono stati gli attacchi più numerosi e meglio condotti. Sue le difese meglio organizzate e più riuscite in fatto di efficienza. Un tiro solo partito dal piede di Barison ai danni dei granata nel primo tempo, un tiro finito a lato. In quel periodo, il mediano ligure Morini venne un paio di volte ammonito per cariche energiche ai danni dell'avversario ed in seguito egli ebbe da calmarsi alquanto. Il secondo tempo è stata tutta una battaglia. Verso la metà del tempo stesso si ebbero due duri scontri fra Rosato e Franzini. Del primo soffrì il granata, del secondo rimase vittima il sampdoriano che dovette lasciare il campo con una distorsione al ginocchio destro, prognosi una settimana di riposo. Poi, urti su urti, falli su falli, punizioni su punizioni finchè, un calcio libero a danno degli ospiti - punizione complicata da sotterfugi di ogni genere e conclusasi nel nulla - poneva la parola fine alla dura contesa. Contesa alla quale non ci è possibile di apporre la parola fine senza una chiara ed aperta dichiarazione di riprovazione per il tipo di gioco prodotto nella giornata. Quo vadis, gioco nostro?