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| Olimpico di Roma |
| 13/12/1964 |
| h.14.30 |
| LAZIO - TORINO 1-1 (1-0) Lazio: Cei, Zanetti, Dotti, Crosi, Pagni, Gasperi, Mari, Governato, Petris, Galli, Piaceri. All.: Mannocci. Torino: Vieri, Poletti, Buzzacchera, Puia, Rosatol, Cella, Simoni, Ferrini, Hitchens, Moschino, Meroni. All.: Rocco. Arbitro: Roversi di Bologna. Reti: Galli 42' rig. (L), Simoni 65' (T). Spettatori: 49.418 tra paganti e abbonati (circa 12.000). Note: Ammoniti Zanetti e Dotti, espulso Moschino al 47'. Cielo coperto, temperatura rigida, calci d'angolo 4-4. Cronaca [Tratto da La Stampa del 14 dicembre 1964] Uno a uno fra Lazio e Torino, ma il risultato non dice tutto di questa partita che ha avuto momenti d'alta emozione, con un susseguirsi di avvenimenti da mozzare il respiro, con l'accavallarsi di episodi di buon interesse. Un Torino che poteva vincere, e che nel contempo ha rischiato di soccombere di fronte ad una Lazio che è parsa meri che modesta. Tra i granata di Rocco ed i biancoazzurri di Mannocci esistono due o tre classi di differenza, ma alla line il rendimento delle due squadre è risultato eguale. Perché? E' difficile rispondere all'interrogativo, ma sarà bene che i responsabili torinesi non si trincerino troppo candidamente dietro il paravento di un arbitraggio infelice. Il signor Roversi di Bologna ha responsabilità gravi, ma se il rigore concesso alla Lazio, l'espulsione di Moschino, e certi atteggiamenti del direttore di gara sono episodi importanti per il risultato, da soli non basterebbero a rendere completo il quadro della partita. Bisogna dire chiaramente che il Torino attuale non dà molto al gioco, allo spettacolo ed al rendimento. La difesa pare indecisa e a tratti sfasata; certe libertà che si concedono i Puja ed i Rosato sono assolutamente illogiche nel gioco moderno. Meglio vanno le cose a centrocampo, dove Ferrini e Moschino (finché è stato in gara) tengono le file della manovra con sufficiente sicurezza. I guai veri comunque vengono all'attacco, e sarebbe opportuno che Rocco pensasse una volta per tutte a regolare il gioco di Meroni. che attualmente è in fase negativa. Scatta, dribbla, compie mille giravolte, quasi cerca il duello con l'avversario, per riscattare e ''dribblare'' ancora senza alcun effetto pratico. D'accordo che i difensori avversari non gli danno molto spazio, ma forse è proprio lui a volere lo scontro. E' piccolo, è un fine palleggiatore, parrebbe destinato a nascondersi, invece quasi provoca i rivali e non combina nulla. Dopo tre mesi Meroni è sempre il solito, e non ha ancora segnato neppure un goal in campionato. Questo conta: il rendimento per la squadra. Ma è un rendimento che tarda a venire e così Hitchens e Simoni (gli altri due attaccanti granata) sono obbligati a reggere il peso del gioco tutto da soli. La Lazio vista ieri all'Olimpico non fa paura a nessuno. I difensori sono rudi e non si perdono in complimenti, Governato e Mari sono elementi di buon rilievo, ma Piaceri, Galli, Petris e lo stesso Carosi hanno palesato lacune clamorose. Il primo tempo, con uomini pari e senza guai, il gioco non si è mai elevato al di sopra della più piatta mediocrità. Ha colpito un palo Hitchens al 4', e pareva goal fatto, ha tardato a tirare Mari all'8' quando ormai era solo davanti a Vieri, ha fallito di un soffio la rete Hitchens al 26' girando sopra la traversa un ottimo servizio di Simoni. Poi il goal laziale.. Merita un racconto dettagliato: avanzavano in coppia Governato e Piaceri con tocco di quest'ultimo a Mari, spostatosi provvisoriamente in avanti. Mari tirava secco ed improvviso a rete, e la palla batteva sul braccio di Poletti, appostato ben dentro l'area di rigore. Volontario il fallo del terzino granata? Ai più l'azione di Poletti era parsa istintiva, Ma Roversi non aveva esitazione ed indicava il dischetto della massima punizione. Galli realizzava con tiro raso terra: 1 a 0 per i bianco-azzurri al 42', e fine del tempo. Le emozioni per il Torino continuavano immediatamente alla ripresa, quando Roversi (2') espelleva Moschino per proteste, una blanda protesta per un fallo ricevuto e non fischiato, una reazione verbale, che trovava l'arbitro inflessibile nell'indicare al granata la via degli spogliatoi. In dieci e con un goal da recuperare si è visto allora il vero Torino, la squadra che piace ai suoi tifosi. Puja, Ferrini, lo stesso Hitchens, e pure Simoni moltiplicavano le energie. Meroni si adattava a questo clima di rivolta al destino contrario. La Lazio parve prima sorpresa, poi addirittura sopraffatta. Un incidente a Poletti (grossa contusione alla caviglia destra) non modificava la situazione. Al 19' il pareggio pareva fatto, ma Meroni, a due passi da Cei, alzava clamorosamente sopra la traversa un pallone servitogli alla perfezione da Hitchens. Goal rinviato di appena due minuti. Punizione di Buzzacchera, testa di Puja e palo con palla che pareva già oltre la linea; Cei riusciva a schiaffeggiare la sfera alla meno peggio e Simoni, fatti pochi passi, metteva definitivamente a segno con tiro diagonale. Un goal elaborato e strano, ma comunque pareggio giusto e meritato. Poi il finale tutto di marca torinese, con i laziali alla ricerca dei ''perdi tempo'' per evitare il peggio. Della Lazio e del Torino abbiamo già detto, però sia consentita anche un'altra considerazione: perché i granata hanno reagito solo nel secondo tempo? Il rigore e l'espulsione di Moschino devono aver fatto leva sull'orgoglio dei giocatori di Rocco, che hanno saputo moltiplicare gli sforzi per superare le difficoltà di un'impresa che pareva quasi disperata. Però quel primo tempo tutto inutile ed a tratti assurdo rimane a dimostrare una condotta di gara che non ha senso logico. Perché è difficile sostenere che in dieci si gioca meglio che in undici. Forse ieri i granata hanno peccato di temperamento, reagendo poi di fronte ad eventi per loro negativi. Il pari sta bene, ma forse sarebbe il momento per Rocco di agitare la frusta per scuotere certi tipi troppo apatici ed eccezionalmente in sensibili. A vent'anni o poco più, ci vuole maggior entusiasmo. |
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