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| Amsicora |
| 13/02/1966 |
| h.15.00 |
| CAGLIARI - TORINO 3-2 (2-0) Cagliari: Mattrel, Martiradonna, Visentin, Cera, Vescovi, Longo, Nene', Rizzo, Cappellaro, Greatti, Riva. All.: Silvestri. Torino: Vieri, Poletti, Bolchi, Puia, Rosato, Ferretti, Simoni , Ferrini, Gualtieri, Moschino, Meroni. All.: Rocco. Arbitro: Carminati di Milano. Reti: Rizzo 15', 45' (C), Meroni 70', 74' (T), Riva 89' (C). Spettatori: 15.389 tra paganti e abbonati presenti, per un incasso superiore ai 10 milioni di lire. Note: Terreno viscido e insidioso a causa della forte pioggia caduta nella notte, maestrale fastidioso per tutta la durata dell'incontro. Ammoniti Rizzo e Greatti, calci d'angolo 5-4 per il Torino; prima del fischio d'inizio, osservato un minuto di silenzio per la scomparsa di Antonio Cardia, presidente del gruppo sardo dell'USSI. Cronaca [Tratto da La Stampa del 14 febbraio 1966] L'esito della contesa di Cagliari sì è fatto attendere fino a un minuto e mezzo dal segnale di chiusura. E' in esso il colpo gobbo del Torino, che era riuscito a portarsi a un risultato di parità, è andato a male. Perché, riassunto in brevi termini, l'andamento della partita è stato il seguente. Al riposo di metà partita i granata perdevano per due reti a zero. Due reti dovute fortemente anche alla cattiva sorte. Sulla prima Vieri aveva respinto coi pugni un pallone proveniente dalla sua destra e, trasportato dallo slancio della sua uscita, era andato a finire lontano; prima che egli fosse ritornato al suo posto, un avversario, Rizzo, aveva mandato prontamente a finire la palla nella rete sguarnita di difensori. Un minuto prima dell'intervallo, un pallone era stato respinto verso il lato destro dell'attacco cagliaritano e Rizzo, la mezz'ala, da posizione fortemente sospetta di fuorigioco, aveva nuovamente sorpreso Vieri mentre questi stava uscendo dalla sua porta, e aveva arrotondato così il risultato per i padroni di casa. Inutili i reclami dei torinesi. Per l'arbitro faceva 2-0, e così doveva rimanere. Alla ripresa i granata si risvegliavano e davano prova di molto maggiore combattività. Meroni colpiva un montante, e poco dopo la metà del tempo, a seguito di una mischia, segnava da pochi passi. Il gioco prendeva carattere di combattimento, qualche minuto e Meroni ancora, a seguito dì un calcio di punizione, e dopo essere stato ben servito da Moschino, pareggiava con un tiro basso. Allora il Cagliari tendeva a reagire in tono maschio e deciso, sostenuto a gran voce dal pubblico, che considerava il risultato del momento come cosa non giusta. Il Torino da parte sua si difendeva coi denti. Fra interruzioni di ogni tipo, si giungeva così a un minuto e mezzo dal fischio finale. Calcio di punizione contro gli ospiti, sulla destra dell'attacco dei sardi. Tirava la mezz'ala destra Rizzo e il pallone, alto e sospinto dal vento, volava verso il lato destro della porta torinese. Vieri usciva, sfiorava la palla col rovescio di una mano e la respingeva brevemente in direzione dell'ala sinistra cagliaritana Riva, arrivato in piena corsa. Riva stesso spingeva la palla nella rete prima che il portiere potesse riprendersi. Faceva 3-2 per il Cagliari, e di lì più non ci sì muoveva. A questo modo sono andate le cose. E, a giudicare dal comportamento tenuto dal Cagliari nel corso dell'intero primo tempo e durante il quarto d'ora finale, si può dire senza offendere la verità che il risultato risponde genericamente a giustizia. Ma, in pari tempo, non si può fare a meno di asserire che le tre reti subite dagli ospiti sono state dovute a qualche elemento di errore, ma molto più ancora ad aperta sfortuna. Non va dimenticato che il modo in cui i granata sono riusciti, nello spazio di poco più di mezz'ora del secondo tempo, a risalire un dislivello di due reti, è stato veramente meritevole di lode. E non si può fare a meno di pensare che, col vento imperversante a quel modo, un elemento di sfortuna sia venuto a colpirli, a mezzo di deviazioni della palla. Che il tempo, splendido alla vigilia, aveva fatto un inatteso voltafaccia nel corso della notte. Il vento, invece di andarsene a soffiare altrove, aveva continuato ad infierire sull'isola e sulla città, aveva raccolto nuvole ed anche acqua un po' da ogni dove, e per tutta la durata dell'incontro, a somiglianza di quanto avveniva sul campo di gioco la lotta fra il sole e le nubi era continuata in cielo, a mezzo di subitanee schiarite e di scrosci di pioggia. Di conseguenza, non più di quindicimila persone erano convenute sul campo. E, di conseguenza pure, la palla, ogni volta che veniva sollevata da terra, veniva portata lontano dall'obiettivo al quale essa era diretta. Il terreno di gioco, un po' scivoloso, si era conservato discreto. In simili condizioni, il primo tempo vide quasi per intero il predominio dei sardi, pure se questi erano chiamati ad operare controvento. L'undici cagliaritano dà sempre prova di una bella combattività. Per i primi 45 minuti esso si è dimostrato più vivace ed essenzialmente più mobile e più veloce del Torino. Dalla metà campo in avanti era esso a dominare, a condurre le azioni e a indurre in errori i giocatori dalla maglia granata. Due ex juventini erano comparsi nella formazione sarda. Mattrel era stato preferito a Pianta come difensore della porta all'ultimissima ora; e Nené, a un dato punto, ed evidentemente per istruzioni superiori ricevute, si è preso il gusto di portare in giro per il campo l'improvvisato terzino sinistro granata Bolchi. Conseguenza: il difensore, correndo di qua e di là, perse la maggior parte del fiato ch'aveva a disposizione, e, sulla destra, la mezz'ala Rizzo ha finito per avere maggiore libertà di azione, come ci dimostrano le due reti segnate nel primo tempo. Gli attaccanti del Cagliari sono gente di qualità. Posseggono flato a dovizia, dispongono di un buon controllo della palla e combinano con precisione e con buona visione delle vicende del gioco. Dal loro modo di operare, il nazionale Rosato è stato più volte messo in imbarazzo nel corso di quel primo tempo. Egli è riuscito comunque a fare ottime cose, nel difficile frangente. In prima linea Moschino mostrava buon discernimento nel barcamenarsi in mezzo ad avversari tanto intraprendenti, e Meroni era, fra gli uomini di punta, certamente il più audace e il più insistente. Sulla prima rete, quando Vieri, per allontanare il pericolo proveniente da quel lungo ed alto traversone che veniva dal lato sinistro dell'attacco dei sardi, venne portato dal suo stesso slancio ben lontano dai pali della propria porta, Rizzo, la mezz'ala, diede prova dì una bella presenza di spirito nell'infilare istantaneamente il bersaglio privo di difensori. Al momento della seconda rete, egli era - secondo noi - in posizione non del tutto regolare. La reazione sfoderata dagli ospiti nel corso di tutta la prima parte del secondo tempo va definita senz'altro come coraggiosa e lodevole. Opportuna apparve ad un dato punto la mossa che portò Meroni al centro dell'attacco, con Simoni all'ala sinistra e Gualtieri all'ala destra. Meroni colpì prima un montante, poi segnò consecutivamente le due reti che portarono i granata alla stessa altezza dei cagliaritani poco dopo la metà della ripresa. Per cui la partita giocata dal Torino non può, nel suo complesso, meritare rimproveri se non per la condotta del primo tempo e per l'esagerata tattica difensiva escogitata nel periodo finale. La fortuna non ha certo favorito i granata durante questa loro trasferta in Sardegna. Ma la prova fatta va considerata, se si tiene conto di tutto, come notevolmente migliore di altre recentemente sostenute. |
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