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San Siro
23/06/1968
h.21.15
MILAN - TORINO 1-1 (1-0)
Milan
: Cudicini, Anquilletti, Schellinger, Trapattoni, Rosato, Angelillo, Hamrin, Lodetti, Sormani, Rognoni (al 56' Kora), Prati. A disposizione: Belli. All.: Rocco.
Torino: Vieri, Fossati, Trebbi, Puia, Cereser, Agroppi, Carelli, Ferrini, Combin, Moschino, Facchin. A disposizione: Sattolo, Corni. All.: Fabbri.
Arbitro: Di Tonno di Lecce.
Reti: Prati 6' (M), Facchin 86' (T).
Spettatori: 11.817 paganti per un incasso di 19.312.900.
Note: Calci d'angolo 7-6 per il Milan.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 24 giugno 1968]
Il Torino è riuscito a pareggiare a pochi minuti dal termine l'incontro di Coppa Italia sul campo del Milan, rimediando ad una situazione che pareva compromessa. Il maltempo ha fatto un po' da guastafeste ieri sera a Milano: soltanto un'ora prima che cominciasse la partita, si è scatenato sulla città un violentissimo temporale, impedendo così una più numerosa presenza di pubblico all'inizio della gara, presenza che è via via aumentata allorché, già a gara iniziata, è poi cessato di piovere. Il Milan si è assicurato un vantaggio notevole, segnando per primo dopo soli sei minuti di gioco. Il Torino aveva accennato a qualche attacco mettendo in imbarazzo il Milan, ma l'undici rossonero quando riuscì a portarsi all'offensiva, dimostrò di essere molto pericoloso: l'azione dalla quale originò la rete del Milan, parti dal piede di Hamrin, il quale mandò una bella palla al centro e Prati, l'altra ala, arrivando di corsa, riprese il pallone e lo deviò in rete, fuori della portata di Vieri. Bisogna dire che prima di questa rete, Vieri era stato chiamato all'incirca ad una mezza dozzina di parate difficili. L'intera prima linea milanista si scagliava con veemenza verso la porta granata, e Vieri doveva compiere alcuni salvataggi veramente notevoli. Il Torino rimase un po' come avvilito da questa rete subita così presto, e tardò alquanto a sviluppare la sua reazione. Ma quando questa reazione si sviluppò, durò abbastanza a lungo: Carelli che all'inizio appariva alquanto imbarazzato nel portare le azioni in avanti, si riprese, ed il Torino dominò per una ventina di minuti quasi consecutivamente, senza però mai arrivare ad alcuna situazione che potesse far prevedere il pareggio. Il Milan comunque si difendeva con sette od otto uomini ogni volta che il Torino partiva all'attacco, e Rosato, ad un dato momento, non trovava altro modo per fermare Combin se non con un fallaccio sui limiti dell'area di rigore milanista. Verso il termine, due tiri conc3cutivi, il primo di Moschino e il secondo di Combin, chiamavano all'opera il portiere milanista Cudicini, poi, proprio nel minuto finale, avveniva un parapiglia nell'area di rigore dei granata, per cui l'intera squadra milanista e il pubblico pretendevano insistentemente e ! ad altissima voce che venisse accordato un calcio di rigore ai rossoneri. L'arbitro i però non interveniva, e mezzo minuto dopo il primo tempo terminava sempre con il Milan in vantaggio. A metà gara, le previsioni erano favorevoli al Milan; i rossoneri apparivano autorevoli come mai lo erano stati in questo torneo finale di Coppa, davano l'impressione di essere padroni della metà campo e, più ancora, di sapersi difendere molto bene. La pioggia era ormai cessata, ed il campo non si presentava in condizioni pessime. Durante l'intervallo la notizia circolata in città che sul campo più non pioveva e che nello stesso tempo il Milan si trovava in vantaggio, aveva fatto aumentare in modo piuttosto considerevole il numero degli spettatori. Si calcola che al momento della ripresa della gara vi fossero circa 15 mila persone sulle gradinate. La partita in questo secondo tempo assurse a un livello di accanimento quale non aveva toccato nel primo tempo. Il gioco non fu mai di alta levatura, vi era troppa eccitazione e troppo orgasmo. In sé e per sé gli attacchi dell'una parte e dell'altra erano piuttosto equilibrati. Il Torino, punto sul vivo, combatteva ora molto di più di quanto non avesse fatto nel corso del primo tempo. L'arbitro da parte sua ha commesso molti errori e se, verso la fine del primo tempo, egli aveva negato un rigore piuttosto palese al Milan, un'identica punizione egli avrebbe dovuto accordare, e non ha accordato, a vantaggio dei torinesi nel corso del secondo tempo. Al 12' il Milan approfittava della nuova regola che concede il cambiamento di uomini e faceva entrare in campo Mora come ala sinistra, e faceva uscire Rognoni. Il gioco conservava relativamente carattere di equilibrio, ma non si poteva fare a meno di attribuire al Milan i maggiori meriti e tutti quanti già erano preparati ad applaudire i rossoneri per la vittoria che essi indubbiamente avrebbero riportato quando, proprio a 3' dal termine, avveniva quello che nessuno si aspettava. Sul lato destro dell'attacco dei torinesi Lodetti, trovandosi alquanto in imbarazzo, passava in piena area di rigore la palla indietro al proprio portiere. La distanza era relativamente rilevante e sulla palla si precipitava di tutta corsa l'ala sinistra Facchin. Prima che Cudicini potesse intervenire sulla palla, Facchin, venuto a trovarsi libero, deviava la palla stessa nella rete. Il Milan si proiettava tutto in avanti, tentando di ricuperare il risultato che già aveva sicuramente nelle mani, ma a nulla riusciva. In quei tre minuti tutti quanti i giocatori del Torino ridiventavano giganti. Essi non avevano condotto la partita sullo stesso ritmo delle altre di questo torneo finale della Coppa Italia. Qualche giocatore del Milan, per esempio Mora, perdeva decisamente la testa, misurando un pugno al viso di Vieri, ma il Torino ormai non si lasciava più superare, aveva acciuffato un punto sul quale proprio assolutamente più non sperava. Il pubblico milanese ha sfollato alquanto avvilito, mentre i numerosi torinesi presenti alzavano in coro un inno ai propri giocatori. Ognuno già pensa qui sul campo, mentre stiamo terminando il nostro servizio, all'importanza che assumerà mercoledì prossimo l'incontro stracittadino fra il Milan e l'Inter, che è salita a un punto solo di distanza dalle due squadre che comandano, la classifica.