San Siro

06/04/1969

h.15.30

INTER - TORINO 2-2 (1-1) Inter: Miniussi, Burgnich, Facchetti, Bedin, Landini, Suarez, Jair, Mazzola, Domenighini (al 79' Vastola), Bertini, Corso. A disposizione: Girardi. All.: Foni. Torino: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Carelli (al 64' Depetrini), Moschino, Combin, Ferrini, Pulici. A disposizione: Bertonelli. All.: Fabbri. Arbitro: Monti di Ancona. Reti: Facchetti 4' (I), Pulici 7' (T), Bertini 49' rig. (I), Moschino 77' (T). Spettatori: 14.635 di cui 11.135 abbonati e circa 3.500 paganti. Cronaca [Tratto da La Stampa dell' 8 aprile 1969] La solita Inter lunatica, disorganizzata, sprecona, e un Torino guardingo, senza soggezioni. Il 2 a 2 di San Siro non premia i nerazzurri ma non toglie merito ai granata, che hanno avuto in Moschino, Puja, Agroppi e Pulici gli uomini migliori. Il mezzo sinistro ha giocato una delle sue classiche partite: ottimamente piazzato, puntuale nei rilanci, pronto nell'interdizione. Se l'Inter ha sprecato qualcosa come otto palle-goals, la colpa non è certo dei torinesi, che si sono battuti con la consueta animosità e coesione. Nei confronti diretti, Mazzola ha avuto poco o nulla da dire tra Poletti e Puja, Bertini si è perso in vane corse, spesso saltato da Agroppi, e il solito Jair, in gran vena, ha messo in difficoltà Fossati. Gli interisti possono sostenere che il Toro ha sparato solo tre volte in porta e due volte ha segnato: ma la colpa è di Miniussi, un portiere che per rendere al meglio dovrebbe avere alle spalle una rete minima da hockey. Un vero disastro per la retroguardia di Foni, salvata spesso da Suarez e da un Landini che non ha concesso palla a Combin, immobile e pigro come nelle sue giornate più nere. L'Inter attacca subito e al 4' è già in goal: il rientrante Domenghini fa partire Mazzola che entra in area, Vieri gli esce incontro e del rimpallo approfitta Facchetti per deviare a porta vuota. I granata non si abbattono e tre minuti dopo sono in pareggio: fuga accoppiata di Ferrini e Combin, sul passaggio a sinistra la giovane ala Pulici si libera di Burgnich e spara. Miniussi non trattiene, Pulici riprende e infila seccamente. E' un buon momento per il Torino, l'Inter ha un centrocampo floscio e arruffone, con Corso che non regge il ritmo di gioco, con un Bedin che prima di cedere la palla deve girare tre volte su se stesso e poi spreca, con un Bertini che stenta a trovare la posizione. In contropiede, al 16', Jair attraversa zigzagando in bellezza tutto il campo, porge un pallone a Mazzola che tira a lato. Ribatte Combin al 20', su lancio di Moschino, ma il suo tiro ha un attimo di esitazione e Miniussi, per quanto goffamente, riesce a mettere in angolo. Sembra trattarsi di una partita davvero pasquale, cioè fitta di regalini da ambo le parti: tiri buttati via, passaggi sul piede dell'avversario. Anche Domenghini, al 22', si lascia rubare una facilissima palla goal da Vieri in uscita. Gli unici veramente interessati a giocare un po' di calcio sono Facchetti, Suarez e Jair da una parte, Moschino, Pulici e Agroppi dall'altra. Il Torino tesse il suo gioco a metà campo, ogni tanto un rilancio di Suarez per Jair sembra metterlo in difficoltà, ma Mazzola negato a liberarsi in area o Bedin dal piede sbilenco non creano turbamenti. Al 30' Corso si degna di una breve apparizione, dà una buona palla a Facchetti che alza di poco sulla traversa. Al 34' è ammonito Puja per fallo su Domenghini. L'Inter inizia il forcing verso la fine del tempo, ma fa grappolo in area, non si libera mai sulle ali, Vieri a terrà para un bel pallone ai 38' e ad un altro si oppone al 45': il rimpallo tra Vieri e Jair favorisce Domenghini che spara di furia ma Fossati riesce a metterci un piede e caccia, in angolo. Le indicazioni dei primi quarantacinque minuti non salvano i nerazzurri, troppo caotici, e non lodano eccessivamente li granata, che mirano al risultato utile ma hanno le micce spente in attacco, dove solo Pulici ha voglia e lucidità, pur essendo affrontato da un terzino qual è Burgnich. L'Inter torna in campo nel secondo tempo decisa a sfruttare il suo maggior volume di gioco, e al 4' Cereser abbatte in area Jair, che aveva scavalcato Fossati. E' rigore, e dopo un segno di croce Bertini realizza a mezza altezza sulla destra di Vieri. I nerazzurri potrebbero segnare la terza rete quattro minuti dopo, ma Facchetti spara a pochi centimetri dal palo su passaggio di Bedin. Benché più ariosa e inventiva, l'Inter butta tutto alle ortiche e il Torino si difende come può: il solo Moschino mantiene in ordine l'assetto della squadra, ma la palla non viaggia in avanti, Combin ha due palloni buoni ma se ne libera subito come se gli bruciassero tra i piedi. Tuttavia ì nerazzurri non passano. Al 19' esce Carelli sostituito da Depetrini, certo per frenare meglio le incursioni di Facchetti. Al 21' Vieri deve uscire a valanga su Bertini e Domenghini, al 23' Mazzola, dopo una gran fuga di Jair, riceve un pallone d'oro e lo butta e si dispera (ma non ha attenuanti: il Mazzola goleador è un ricordo, ormai, e la mezz'ala vera stenta a nascere). Verso la mezz'ora la partita sembra aggiudicata, Moschino provvede invece a raddrizzarla: è il 33': scende dall'area e da una trentina di metri fa partire un tiro precisissimo. Sembra uno di quei palloni tesi, calibratissimi, che un giovane aspirante portiere sogna di notte: perché gli consentono, data la distanza, di distendersi, afferrare, e ricevere simpatici applausi. Miniussi vede, si distende e la palla finisce in goal. Per Moschino, professore emerito, è proprio Pasqua! A parte un'ammonizione a Jair per fallo su Fossati (34'), l'entrata di Vastola al posto di Domenghini (35'), a parte mischie serrate in area granata verso lo scadere del tempo, non c'è altro da rilevare. Proprio all'ultimo minuto, in contropiede, Pulici lavora un bel pallone e libera Combin, solo ai margini dell'area, ma il centravanti non aggancia. Un premio simile non se lo meritava, bisogna riconoscerlo. Si fugge intirizziti da San Siro, tutti gelidi come lo svagato piede sinistro di Corso. L'Inter ha atleti spenti che si credono ancora dei divi e non lo sono da almeno tre anni, il Torino ha detto ancora una volta (malgrado certe assenze in attacco) che un suo gioco ce l'ha. Talora flebile, ma pur sempre ragionato, non anonimo. La tanto conclamata sfida tra Foni e Fabbri si è risolta alla bell'e meglio, come un tressette all'osteria, senza scontentare nessuno. A parte ovviamente il ragionier Fraizzoli, presidente interista che ogni domenica sogna allori e si risveglia amarissimo.