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Comunale di Firenze
20/04/1969
h.15.30
FIORENTINA - TORINO 0-0
Fiorentina
: Superchi, Rogora, Mancin (al 72' Mero), Esposito, Ferrante, Brizi, Chiarugi, Rizzo, Maraschi, De Sisti, Amarildo. A disposizione: Bandoni. All.: Pesaola.
Torino: Vieri, Poletti, Puia, Cereser, Agroppi, Carelli, Ferrini, Combin (al 72' Bolchi), Moschino, Pulici. A disposizione: Sattolo. All.: Fabbri.
Arbitro: Francescon di Padova.
Reti: -
Spettatori: 44.530 di cui 8.723 abbonati e 35.807 paganti.
Note: Ammoniti Amarildo, Merlo, Poletti e Ferrini.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 21 aprile 1969]
Chi si aspettava sorprese in extremis è stato deluso, Fiorentina e Torino sono scesi ieri in campo nelle formazioni annunciate, i viola cioè con lo stesso schieramento di Napoli (e Merlo seduto in panchina), i granata con Vieri in porta e con Agroppi mediano sinistro (e Bolchi pronto per un'eventuale sostituzione). La partita ha preso l'avvio al gran galoppo. Botta di Combin al 3' minuto, deviata da Superchi in corner, risposta di Amarildo al 4', respinta di pugno da Vieri. Marcature normali, all'inizio senza eccessiva prudenza, gioco maschio, ma non rude, due squadre che si battevano sostanzialmente alla pari, la Fiorentina logicamente proiettata all'offensiva, il Torino altrettanto logicamente preoccupato di non concedere spazio libero alla svelta manovra dei toscani. Un vivace quarto d'ora iniziale (al 10' un colpo di testa di Rogora fuori d'un soffio, al 15' un provvidenziale intervento di Superchi su tiro di Combin sfuggito a Ferrante). Poi, al 17', Poletti e Moschino sbagliavano nel controllare Chiarugi, la veloce ala destra sfuggiva a un disperato intervento di Moschino che cercava di trattenerlo per la maglia. La cannonata di Chiarugi schizzava sulla traversa, rimbalzava tra i piedi di Maraschi, che, nell'ansia del momento, calciava alto. La partita, forse proprio per il brivido del goal mancato di poco dai padroni di casa, d'improvviso si accendeva, verso il 22' Ferrini, per due volte, entrava fallosamente su Esposito, Maraschi, partiva da lontano con aria minacciosa, per fortuna, lungo il cammino, trovava qualche compagno di squadra che lo calmava in tempo. Con il passar dei minuti la pressione dei toscani aumentava, il Torino, per forza di cose, si chiudeva a riccio. L'andamento della gara rendeva nervosi i viola, Rizzo sinceramente faceva rimpiangere Merlo, Maraschi voleva farsi luce ma non ci riusciva, Amarildo e Chiarugi si agitavano molto e concludevano poco. La Fiorentina, insomma, sentiva l'affanno della caccia a una vittoria che, probabilmente, trovava più difficile da raggiungere di quanto si aspettasse alla vigilia, mentre il Torino, con notevole lucidità di idee, ribatteva colpo su colpo, mai una volta che un difensore granata si facesse cogliere in errore, mai una volta che la retroguardia dei torinesi patisse un attimo di disattenzione. Nessuno si sprecava in complimenti, l'arbitro spesso era costretto ad intervenire per evitare la rissa. E la compagine di Fabbri resisteva a denti stretti, anzi, di tanto in tanto, si buttava in avanti ad alleggerire la massiccia pressione avversaria e, in ogni occasione, i toscani correvano il rischio di essere colti in beffardo contropiede. Il tempo si chiudeva sullo zero a zero, la ripresa era una lotta a tratti furiosa. Sempre la Fiorentina all'attacco, a testa bassa, sempre il Torino in difesa, all'insegna d'un agonismo che non concedeva respiro. Si accendevano mischie furiose, All'11' i toscani reclamavano il rigore, prima sostenendo che Rizzo era stato trattenuto in area, poi giurando che Chiarugi era stato vittima d'uno sgambetto. Il signor Francescon, giustamente, indicava di proseguire. L'azione continuava fin quando Puja e Cereser, con un doppio eccezionale colpo di testa, miracolosamente salvavano in calcio d'angolo. Ormai la sfida aveva una fisionomia impossibile da mutare. Cresceva l'ansia dei toscani, che si smarrivano nella confusione. Esposito, per esempio, scappava a Poletti al 16', però, all'attimo di concludere, tirava debole e fiacco, così che Vieri bloccava con facilità. Al 27' i due allenatori decidevano contemporaneamente di utilizzare il tredicesimo uomo. Entrava sul terreno Bolchi e ne usciva Combin, entrava Merlo e ne usciva Manchi. Agroppi veniva incaricato di montare la guardia a Merlo, Bolchi invece si affiancava a Rizzo. I cambiamenti non servivano a molto, l'assedio della Fiorentina diventava sempre più intenso, però si capiva che soltanto una grossa sorpresa avrebbe potuto smuovere il risultato dallo zero a zero. Il Torino reggeva bene all'assalto e, nel calore d'una lotta davvero ardente, i falli, per così dire, erano equamente divisi. I viola, in massa, con le ultime briciole di energie a disposizione, cercavano inutilmente un varco dove aprire un breccia, i granata, sempre con disinvoltura, controllavano la situazione. ''Catenacciari-Corea'', urlavano gli spettatori inviperiti dall'andamento della contesa. E vi era chi accusava il Torino di avere rinunciato a giocare aperto, ma non mancava al tempo, stesso nemmeno chi contava ì tiri effettuati dalla Fiorentina (forse uno solo, oltre al palo colpito da Chiarugi) per concludere onestamente che quella dei toscani non era poi stata mia prova eccessivamente brillante. La partita finiva così con un pareggio senza reti. Per i tifosi fiorentini un brivido sottile, il tarlo del dubbio, un tarlo insinuato dalla mancata vittoria: anche il Cagliari, a Pisa, non era andato più in là d'un pareggio, la squadra viola, in altre parole, era sempre al comando. Ma ce la farà, a restarci, fino alla fine di questo incandescente campionato?