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Olimpico di Roma
14/02/1971
h.15.00
LAZIO - TORINO 1-0 (0-0)
Lazio
: Di Vincenzo, Facco. Legnaro, Governato, Papadopulo, Wilson, Massa, Mazzola, Chinaglia, Tomy, Dolso (all'86' Margherini). A disposizione: Moriggi. All.: Lorenzo.
Torino: Castellini, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Rampanti, Ferrini, Pulici, Sala C., Bui. A disposizione: Sattolo, Ferrini. All.: Cadé.
Arbitro: Picasso di Chiavari.
Reti: Chinaglia 81'.
Spettatori: 31.932 di cui 17.115 paganti e 14.817 abbonati per un incasso di 22.363.700 lire.
Note: Ammoniti Legnaro, Papadopulo e Sala.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 15 febbraio 1971]
Il Torino ha regalato alla Lazio i due punti della speranza. Il termine regalo non è usato a caso, è la trascrizione esatta del clamoroso anche se involontario errore commesso da due difensori granata, errore che ha permesso a Chinaglia di segnare il gol della vittoria. Il comm. Pianelli scendendo le scale dell'Olimpico a fine gara ha detto: ''Siamo dei pesciolini. Che possiamo fare se non perdere?''. Il giudizio benevolo e nello stesso tempo severo del presidente può essere pienamente condiviso, perché nessuna squadra esperta, forte e agonisticamente volenterosa avrebbe abbassato bandiera di fronte ad una Lazio caricata nel morale ma tatticamente sbagliata e tecnicamente inconsistente. Non vorremmo che giocatori, tecnici, dirigenti e tifosi laziali fraintendessero questa frase. I biancoazzurri da troppo tempo inseguivano una vittoria utile per sperare ancora di salvarsi. La corsa affannosa al successo aveva psicologicamente prostrato i giocatori, che parevano ormai convinti della inutilità dei loro sforzi. Giocavano, combattevano, si impegnavano allo spasimo, ma le ultime tre gare erano finite con altrettante sconfitte. La partita con il Torino era giudicata decisiva. Lorenzo aveva preannunciato una formazione d'attacco, ma al momento buono era uscita una squadra che aveva due sole punte, Tomy e Chinaglia, con Ferruccio Mazzola suggeritore a ridosso dei due ma piuttosto scarso come forma atletica e come inventiva. Dolso e Massa giocavano a centro campo, come è loro abitudine. Da ciò derivava una tattica nettamente sbagliata perché Chinaglia ha bisogno di spazio per manovrare, per prendere velocità, per riuscire a tirare a rete. Senza ali il gioco si accentrava con la conseguenza di non sfruttare le doti atletiche e di potenza di ''Long John''. Il Torino contrapponeva la solita grintosa difesa, ma Poletti attualmente non è in vena e il suo apporto - libero com'era da marcature - era inconsistente, come evanescente appariva anche Sala che alternava momenti di splendida ispirazione a pause davvero inspiegabili. La Lazio quindi come reali e temibili avversari aveva solamente Rampanti ed il bravissimo ma troppo solo Pulici. Tutto il peso cadeva così sulle spalle dei difensori granata che riuscivano a reggere egregiamente il confronto con Fossati attento e sicuro, con Cereser implacabile, e con Puia prudente controllore di Chinaglia. Nel primo tempo il grande lavoro della Lazio creava una sola occasione da rete. Era il 26' quando l'arbitro interveniva per un fallo di Agroppi. Mazzola calciava la punizione e la palla veniva deviata in qualche modo da Puia. Massa rovesciava in mischia verso la porta, e Castellini bloccava a terra con splendido intuito. Poco dopo la mezz'ora Poletti avanzava e centrava, Rampanti di testa deviava in rete. L'arbitro a pochi passi stava per concedere il gol, ma il guardalinee sbandierava segnando la posizione irregolare del granata. L'azione era sul limite del regolamento. Picasso annullava il gol. Poco dopo ancora l'arbitro non convalidava una rete di Chinaglia, ma il centroavanti biancoazzurro era avanti almeno di tre metri. Si ricominciava con i laziali sempre più affannati, tanto che il Torino riusciva ad assumere il comando delle operazioni. Ma la squadra di Cade in trasferta non sa attaccare. Maddè, Sala e lo stesso Rampanti manovrano troppo arretrati, Bui non ha più la potenza degli ''anni verdi'', così che Pulici non riesce mai a trovare un compagno per tentare l'affondo. La Lazio invece pur in tanto affanno trovava (5') un fortunoso tiro di Mazzola, che mandava la palla a sbattere contro la traversa. Sul rimbalzo Tomy non riusciva a mandare nella porta che Castellini, nel vano tentativo di parata, aveva provvisoriamente abbandonato. Al 35' succedeva l'irreparabile. A quel momento i laziali, sempre più stanchi e sfiduciati, avevano praticamente abbandonato le speranze. Lo 0 a 0 pareva cosa fatta ma.. Cereser e Fossati sulla sinistra a pochi metri dall'area di rigore si passavano ripetutamente la palla in un inspiegabile ed assurdo duetto. Fossati perdeva il controllo e Tomy riusciva a toccare a Mazzola che lestamente lanciava Chinaglia. Il centroavanti tirava in porta con potenza e precisione. Nulla da fare per Castellini. Era l'1 a 0, era il gol della tanto attesa vittoria laziale.