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Marassi
27/06/1971
h.18.00
TORINO - MILAN 0-0 - 0-0 d.t.s., 5-3 d.c.r.
Torino
: Castellini, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Rampanti, Ferrini, Petrini (al 77' Maddé), Sala C., Luppi. A disposizione: Sattolo. All.: Cancian.
Milan: Belli, Anquilletti, Zignoli, Roseto, Schnellinger, Trapattoni, Zazzaro, Biasiolo, Combin, Rivera, Rognoni (al 79' Paina). A disposizione: Cudicini. All.: Rocco.
Arbitro: Francescon di Padova.
Reti: -
Spettatori: 33.000 circa di cui 31.267 paganti per un incasso di 64.444.000 lire. Circa 15.000 i tifosi granata sugli spalti.
Note: Lo spareggio per l'assegnazione della Coppa Italia è stato disputato allo stadio L.Ferraris di Genova. Il Torino si aggiudica la Coppa Italia 1970-71.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 28 giugno 1971]
Finalmente una vittoria per il Torino. La Coppa Italia è sua, dopo una drammatica partita di spareggio risoltasi coi calci di rigore e portata avanti fin oltre i tempi supplementari con coraggio e vigore commoventi dai granata, contro un Milan assai più dotato di classe e trovatosi financo in chiaro vantaggio di forze nel finale, quando Puia, azzoppato, si aggirava sul campo trascinando penosamente la gamba sinistra, col ginocchio distorto. Il vecchio Puia pareva il generale Custer ferito a morte dagli indiani, inutilizzabile e sofferente, eppure inamovibile dal suo posto di combattimento; pur ridotto così, anche lui ha saltato di gioia nel momento del trionfo conclusivo, dopo l'ultimo rigore segnato dal freddo, centratissimo Maddè. Il Torino ha vinto per 5 a 3 fallendo un solo penalty dei sei che aveva a disposizione, secondo regolamento, per dare un esito al duello col Milan. Nei tempi regolamentari, né la mezz'ora di proroga avevano portato il frutto di un gol: tanto impegno, qualche scontro duro, diversi tiri in porta sui due fronti, ma reti nessuna. Per assegnare la Coppa ci sono voluti i rigori, breve ma intensissimo supplemento di emozioni. Alle 20.33 cominciava la fase più drammatica della partita: le squadre avevano da calciare 6 penalty a testa nella stessa porta, veniva scelta la rete sotto la curva sud, quella riservata ai tifosi granata. L'inizio era sconsolante per i torinesi. Cereser, rigorista numero uno, calciava forte ma centrale e Belli di pugno respingeva. Subito dopo, Rivera segnava la prima rete per i rossoneri 0-1. I granata dovevano risalire lo svantaggio. Maddè prendeva il posto di Cereser e risultava perfetto. Infatti, la serie progressiva dal secondo rigore in poi era questa: Maddè gol, Rivera - gol; Maddè - gol, Rivera - gol; Maddè - gol, Rivera - parato; Maddè - gol, Rivera - parato; Maddè - gol, Rivera - tiro non eseguito. Dall'elenco risulta determinante la prodezza di Castellini, che ha parato due tiri consecutivi (il quarto e il quinto di Rivera), capovolgendo così l'esito del confronto e dirottando in pratica la Coppa da Milano a Torino. Comprensivo e meritatissimo, quindi, l'abbraccio festoso, travolgente di tutti i granata al portiere, che anche stavolta ha confermato di avere mezzi atletici eccezionali, da autentico acrobata, che ne fanno un secondo Lido Vieri, cioè un portiere di lusso per il Torino. Mentre Castellini veniva sommerso da abbracci che, solo grazie al suo fisico ultrapotente, poteva sopportare senza danni, i tifosi granata si scatenavano: e, davanti a quella muraglia di gente entusiasta, Rivera preferiva rinunciare all'ultimo, inutile rigore (i torinesi conducevano già per 5 a 3) e tornava negli spogliatoi con tutti i rossoneri, a testa china. Erano le 20,38. In quei cinque minuti da infarto, il Torino aveva finalmente centrato un traguardo, trovando un motivo di autentica gioia dopo anni di delusioni e di occasioni sfumate. Ed è giusto (e certamente non casuale) che il protagonista-principe di questo trionfo sia stato Giorgio Ferrini. Il capitano ha giocato una partita da antologia del calcio, deciso, concentrato, dinamico e imbattibile nei tackle. Il vero simbolo del vecchio cuore granata come sempre. Castellini è stato determinante per vincere la sfida dei rigori; Maddè ha centrato il bersaglio dal dischetto con freddezza e mira degna da pistolero (con quei cinque tiri ha rischiato tutta una stagione deludente), ma la squadra è stata spesso trascinata da Ferrini: con lui si è battuta al meglio tutta la vecchia guardia, da Poletti a Cereser, da Fossati ad Agroppi. Purtroppo, la solidità difensiva e la saldezza del centro campo non trovavano troppa rispondenza all'attacco, dove i granata, privi di Bui e Pulici avevano ben poche armi da far valere contro il panzer Schnellinger e i suoi compagni; Petrini si è mosso con impegno, ma è crollato alla distanza; Luppi invece ha mostrato degli ottimi numeri, risultando vivace intraprendente con un buon palleggio e una autorità promettente. Comunque non bastava per segnare contro il Milan, così come ai rossoneri non erano sufficienti i guizzi di Combin sugli episodici lanci di Rivera per arrivare in porta. Al 32' della ripresa Cancian ha sostituito Petrini con Maddè. Visto che Puia zoppicava da dieci minuti per una botta subita ad opera di Combin, molti hanno giudicato avventata questa mossa, anche perché, per un amaro sortilegio, subito dopo Puia, saltando in attacco su un corner, cadeva male e rovinava definitivamente la propria efficienza fisica. Però, va detto che lo stopper, pur menomato che Cancian aveva davanti agli occhi al 32', al momento di immettere Maddè, poteva ancora essere utile alla squadra (magari in fase offensiva, di testa) né si poteva prevedere l'immediato peggioramento del suo stato fisico. Comunque, gli ultimi minuti dei due tempi ed i trenta minuti dei supplementari vedevano il Milan in vantaggio, non sfruttato di forza, con Puia che doveva spostarsi all'ala, senza poter dare il minimo contributo al gioco collettivo: e proprio al 90' un gran tiro al volo di Combin stava pet regalare gol e vittoria ai rossoneri, ma la traversa respingeva miracolosamente il pallone, facendolo rimbalzare a terra (e invano i milanisti reclamavano il gol) e poi nelle braccia di Castellini. A questo punto non possiamo più perdere, dicevano i tifosi in tribuna, ed infatti il Milan non passava, i granata resistevano con grinta commovente fino al 120' minuto di lotta: ancora Combin aveva occasione di segnare al 10' del primo tempo supplementare, grazie ad un tocco di Rivera, ma aspettava troppo a tirare, solo davanti al portiere, con la difesa ferma che pensava al fuorigioco. Così Cereser riusciva a recuperare e a rendere meno agevole la conclusione del centravanti, sballata assai e nettamente fuori. Durante i tempi regolamentari poche erano state le azioni da rete. Un colpo di testa di Rampanti al 25', un tiro fuori di Biasiolo al 16'. Brivido per il Milan al 34', con Schnellinger che salva sulla linea dopo un tocco maldestro di Biasiolo che per anticipare Fossati aveva scavalcato Belli in uscita. Il Milan aveva tenuto Combin e Rivera di punta, con Rognoni alle loro spalle. Nella ripresa Rivera e Rognoni si scambiavano i compiti, ma il risultato non mutava, soprattutto per la molle svogliatezza di Rivera, fischiato a più riprese e ben contenuto da un Agroppi attento e duro. Per Rivera è stata proprio una giornata nera. Ha giocato male, limitandosi a qualche tocco elegante che anziché entusiasmare indisponeva, vista la svogliatezza e il ritmo blando che contrassegnava tutte le altre sue (rare) iniziative: è stato fischiato e deriso quando ha sbagliato qualche controllo assai agevole; alla fine è diventato il simbolo della sconfitta rossonera, quando Castellini, con due balzi da giaguaro, gli ha bloccato due rigori, l'uno dopo l'altro.