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Ossola
24/10/1971
h.14.30
VARESE - TORINO 2-2 (0-1)
Varese
: Nardin, Marini, Andena, Valmassoi (al 46' Omizzolo), Borghi, Dolci, Umile, Tamborini, Petrini, Mascheroni, Buscé. A disposizione: Barluzzi. All.: Brighenti.
Torino: Castellini, Lombardo, Fossati, Zecchini, Cereser, Agroppi, Crivelli, Ferrini, Pulici (al 70' Rampanti), Sala C., Luppi. A disposizione: Sattolo. All.: Giagnoni.
Arbitro: Bernardis di Milano.
Reti: Sala C. 35' (T), Luppi 48' (T), Petrini 80' (V), Aut.Crivelli 82' (V).
Spettatori: 9.928 di cui 6.140 paganti e 3.788 abbonati per un incasso di 10.813.000 lire.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 25 ottobre 1971]
Se al Torino a fine campionato mancherà un punto per arrivare a qualche traguardo importante, ad un piazzamento di maggior rilievo, potrà rimpiangere la giornata di ieri. Il 2-2 sul campo di Masnago è un clamoroso regalo che i granata hanno fatto ai lombardi: Ferrini e colleghi vincevano per 2-0 a 10 minuti dalla fine, hanno sfiorato il 3-0 con Fossati di fronte ad un avversario ormai sulle ginocchia, ma hanno creduto di essere ormai al sicuro e si sono ritrovati di colpo con i piedi per terra dopo un bellissimo gol di Petrini,- ribadito da una sfortunata autorete di Crivelli. E' facile immaginare la giustificatissima rabbia del presidente Pianelli: pareggiare una partita del genere è una colpa, e la responsabilità ricade in gran parte com'è giusto sugili uomini di maggior classe, principalmente su Sala il quale - dopo aver dato l'avvio alle segnature nel primo tempo e aver ''servito'' a Luppi la palla del 2-0 - ha rallentato troppo, toccando la palla con la mollezza e la noncuranza con la quale si muovono i matadores alle prese con animali già mezzo dissanguati. E il Varese dissanguato lo era veramente, ma una cornata disperata può sempre scappare in questi frangenti. Naturalmente la psicosi della ''gara in tasca'' non aveva contagiato solo Sala ma più di mezza squadra (non certo Ferrini, comunque, capitano esemplare, o Fossati, o l'irriducibile Luppi) e di conseguenza anche le puntate finali dei biancorossi non sono state fronteggiate con la necessaria fermezza, malgrado l'ingresso del riposato Rampanti. Ecco così spiegato un 2-2 che grida vendetta in rapporto ai valori in campo, ma che rappresenta una giusta punizione alla sufficienza con la quale il Torino ha giocato dopo essere andato in vantaggio di due reti. Non è certo severità parlare di un pareggio del genere in trasferta come di una delusione. Il Varese era poca cosa, la definizione di squadra misteriosa usata alla vigilia era solo una scappatoia per non essere troppo crudi con Tamborini e gli altri. Una squadra, il Varese, rivoluzionata da una campagna acquisti che ha avuto il solo scopo di ridurre il passivo del club (e conclusasi infatti con quasi mezzo miliardo di utile), e ancora debilitata dalle assenze - infortuni o squalifiche - dei titolari Bonatti, Rimbano, Trapattoni, Dellagiovanna e Braida. Stando cosi le cose il pronostico era uno solo, quello che si era concretato fino agli ultimi dieci minuti di gioco. Costretto a mettere in campo due esordienti in serie A - Mascheroni e Valmassoi, più Omizzolo, entrato in apertura di ripresa al posto del secondo - il trainer Brighenti aveva ancora fatto il possibile per agevolare i granata partendo con lo stesso Valmassoi su Saia. Il più inesperto contro l'atleta di maggior classe, un duello impari al quale Brighenti ha posto fine ponendo Merini a guardia del granata, quando peraltro Sala aveva già sbloccato il risultato con il primo gol al 35' di gioco, una splendida botta in dribbling andata-ritorno che aveva lasciato letteralmente sconvolto il giovane avversario diretto. Quando, in apertura di ripresa, Luppi al 3' ha messo a segno la seconda rete con una favolosa botta di sinistro nel sette alla destra di Nardin, la partita è parsa davvero chiusa, ma subito s'è avvertita da parte granata una pericolosa tendenza a considerare i restanti minuti una semplice formalità. E cosìè arrivata, sia pure in modo rocambolesco, la punizione: al 35' Tamborini ha portato avanti con la forza della disperazione una palla sulla destra del terreno, ha centrato basso, Omizzolo con una finta ha propiziato il tocco freddo, da due passi, di Petrini, il quale ha così consumato la sua vendetta battendo senza scampo Castellini, lasciato praticamente indifeso dal compagni. Peggio ancora due minuti dopo, quando Andena ha lanciato una palla in mischia per Umile, e Crivelli opponendosi al debole tiro dell'attaccante ha finito per spiazzare Castellini, determinando il pareggio. La partita, con questo epilogo assurdo rispetto al gioco, rende diffìcile il commento, e problematica l'assegnazione dei voti. Il Torino andrebbe valutato con una molto ampia sufficienza (comportamento autoritario, chiarezza di idee, saggia distribuzione degli sforzi, spunti di vera classe) sino al 2-0, ovvero sino a quando ha giocato la sua partita, ma con giudizi ben più duri - salvo eccezioni singole - per il cedimento finale. E' una lezione di umiltà, di praticità, quella che i granata hanno ricevuto a Varese, un campo che pare davvero stregato per Ferrini e colleghi. I due gol di vantaggio fino a 10 minuti dalla fine dimostrano comunque con chiarezza che il Torino non ha ripetuto a Masnago la scialba partita dello scorso campionato, ma invece ha saputo imporre la sua superiorità in attacco, giocando come sa e come vuole Giagnoni. Fossati, sicuro e pronto ad inserirsi all'attacco con impetuose volate, il solito grande Ferrini, Sala e Luppi sono stati i migliori di 50 minuti di gioco nei quali peraltro nessuno dei granata ha demeritato e, come logica conseguenza, il Varese è stato mortificato sin oltre il divario tecnico dei valori in campo. Dopo c'è stato il cedimento già sottolineato, con le sue eccezioni. Per il coraggioso Varese, costretto a giocare in una formazione largamente rimaneggiata, il punto è una speranza, una grossa boccata di ossigeno in attesa che siano a disposizione tutti i titolari. Marini, sia pure con molti falli, Dolci, Umile, Tamborini e Mascheroni sono stati migliori di una squadra che peraltro non può avere grosse aspirazioni in questo campionato. Non sempre troverà avversari così prodighi come il Torino.