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Marassi
12/03/1972
h.15.00
SAMPDORIA - TORINO 2-1 (2-1)
Sampdoria
: Battara, Santin, Sabatini, Casone, Negrisolo (al 32' Reggiani), Lippi, Salvi, Lodetti, Cristin, Suarez, Fotia. A disposizione: Pellizzaro. All.: Heriberto Herrera.
Torino: Castellini, Mozzini (al 70' Crivelli), Fossati, Zecchini, Cereser, Agroppi, Rampanti, Ferrini, Pulici, Sala C., Bui. A disposizione: Sattolo. All.: Giagnoni.
Arbitro: Barbaresco di Cormons.
Reti: Pulici 6' (T), Cristin 18' (S), Salvi 21' (S).
Spettatori: 21.951 di cui 16.984 paganti e 4.967 abbonati per un incasso di 38.659.400 lire.
Note: Ammoniti Zecchini e Crivelli, espulso Ferrini all'89'.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 13 marzo 1972]
Danni e beffe per il Torino a Genova: la sconfitta di fronte alla Sampdoria - che ha comunque meritato i due punti, per lo slancio con il quale si è battuta e per la migliore adattabilità sulla risaia dì Marassi - è maturata attraverso una serie di colpi di scena che nel finale hanno provocato momenti di grande tensione, con un gol contestato, una serie di decisioni arbitrali sfavorevoli ai granata, culminata con l'espulsione di Ferrini dopo il 90', in pieno recupero. La scena madre è avvenuta al 39' della ripresa, quando, dopo uno slalom strettissimo, Sala ha messo al centro, nella ribollente area sampdoriana, uno dei tanti palloni del disperato assalto alla ricerca del pareggio. Pulici entrava di testa, Agroppi deviava la traiettoria sbucando dal folto della mischia, Lippi arrivava a respingere la sfera con Battara battuto, invischiato nel fango fra compagni ed avversari. Urla di gioia dei granata, sicuri che il libero ligure avesse respinto oltre la linea, segni incerti dell'arbitro Barbaresco, con il segnalinee immobile al suo posto. Sala e compagni correvano a chiedere aiuto al giudice di linea (Cozzolino), arrivava pure l'arbitro, si voltava con il braccio teso in un gesto che i granata interpretavano come un ravvedimento, ovvero come un riconoscimento del punto; assalto dei sampdoriani allo stesso guardalinee, nuovo deciso intervento di Barbaresco che indicava, questa volta senza possibilità d'equivoco, il vertice dell'area di Battara per la semplice rimessa da fondo campo. La doccia scozzese innervosiva i granata, che oltre alla partita perdevano in dieci minuti anche la loro brillante posizione in Coppa Disciplina: ammonizione a Zecchini, espulsione di Ferrini che aveva osato lamentarsi per le continue scene del cascatore Cristin, tanto bravo nei colpi di testa quanto nelle stucchevoli manfrine ad ogni urto con l'avversario. Le interviste degli spogliatoi chiariscono i punti di vista delle parti e dell'arbitro stesso, ma rimane il fatto che i fotografi appostati nei pressi della porta di Battara hanno assicurato che il pallone deviato da Agroppi era stato respinto da Lippi almeno trenta centimetri dentro la porta. I sampdoriani sostengono che l'azione era viziata da un fallo su Battara e da un mani di Agroppi, si tratta però di divagazioni che non cambiano la situazione. L'arbitro ha fatto eseguire il calcio di rinvio da fondo campo, e quindi non ha visto né il fallo sul portiere né la presunta irregolarità di Agroppi. Molto semplicemente il direttore di gara non ha giudicato gol un pallone entrato invece in porta, a detta degli unici testimoni in grado di giudicare, anche se i fotografi, per quanto attendibili, sono inutili agli effetti pratici. Va ancora dato atto all'arbitro che la visibilità era pessima, con giocatori e pallone coperti di fango, con la linea bianca scomparsa (anzi, inesistente fin dall'inizio a causa della pioggia, particolare che l'approssimativo Barbaresco manco ha rilevato), ma tutte queste considerazioni non sono certo sufficienti a consolare i granata, contro i quali l'arbitro ha infierito negli ultimi dieci minuti - senza minimamente capirne lo stato d'animo, com'è regola dei nostri cerberi in giacchetta nera - sino all'espulsione di Ferrini. E visto che il capitano granata era già ai limiti nei conti del giudice sportivo, scatterà una squalifica. E' proprio il caso di dire che per il Torino a Marassi è piovuto sul bagnato. L'episodio arroventato ed il nervoso finale di gara non possono tuttavia cancellare il resto della partita, che il Torino ha dato l'impressione di avere in pugno dopo pochi minuti di gioco quando da un possibile gol sampdoriano (grande parata a terra di Castellini, terzo minuto, su colpo di testa di Cristin) si è passati alla rete di Pulici. Al 6' il centravanti con bella intuizione ha ribattuto in porta un pallone sfuggito a Battara su forte punizione bassa di Bui. Andati in vantaggio, Ferrini e colleghi hanno dato l'impressione di attenuare un poco il ritmo, di allentare il controllo a centro campo dove la barriera formata da Fossati, lo stesso Ferrini, Sala, Agroppi e Rampanti, aveva iniziato con autorità e grande efficacia. Un cedimento certo non voluto, l'inconscia intenzione di tirare un po' il fiato dopo la battaglia di mercoledì contro i Rangers, ma è certo che la Sampdoria ha approfittato della situazione per farsi sotto, per creare pericoli con i lunghi lanci di Luisito Suarez, più che mai a suo agio sul fango, mentre sul fronte opposto i granata continuavano a portare la palla, sprecando energie. E proprio dal piede di Suarez sono partiti i lanci della fulminea rimonta ligure. Dopo una nuova sicura parata a terra di Castellini, al 17' lo spagnolo ha calciato dalla destra una punizione per fallo di Fotia e Bui, rientrato generosamente in difesa, ha forse ingannato Zecchini non arrivando ad intercettare la palla di testa. Sempre di testa, Cristin ha azzeccato una splendida deviazione, con gol nel sette alla destra di Castellini. Il Torino ha incassato la seconda rete prima ancora di riuscire ad organizzare una reazione valida. Al 20' ancora Suarez alla ribalta, con un calcio d'angolo calibrato sul quale Castellini, ostacolato, andava a vuoto imitato dai compagni di difesa, tanto che Salvi di testa poteva comodamente appoggiare in rete. La riscossa galvanizzava i sampdoriani, Heriberto dimostrava di essere in giornata di buona fortuna quando, al 31', s'infortunava Negrisolo e lui aveva pronto un altro stopper, Reggiani, portato' m panchina con raro intuito. I granata si gettavano all'attacco, nascevano mischie su mischie davanti a Battara, ma molto era legato al caso su un terreno che frenava traiettorie, uomini e tiri, snaturando completamente il gioco. La ripresa s'iniziava con un tiro di Sala che andava a sfiorare il montante alla sinistra di Battara, quindi veniva ammonito Mozzini per un nuovo fallo sullo sgusciante Fotia. L'arbitro cominciava a dimostrare attenzioni non richieste per i granata, puniva ad esempio un recupero in tackle di Sala sul magnifico Lodetti e lasciava correre tutte le manovre perditempo messe in atto persin sfacciatamente dai blucerchiati. Era ancora Castellini a bloccare sulla linea una deviazione pericolosa di Cristin, poi il Torino si rovesciava di nuovo in area avversaria, con la Samp chiusa a far muro, pronta a scattare in contropiede sui sempre lucidi lanci di Suarez. Al 24' c'era uno scontro tra Luisito e Ferrini, il granata si divincolava ed era ammonito: un minuto dopo Giagnoni si decideva (forse tardi) a sostituire Mozzini con Crivelli, mandando Fossati su Fotia ed affidando Salvi al numero 13. Il Torino saliva di tono, una punizione di Bui al 31' rimbalzava contro l'esterno del montante alla sinistra di Battara, poi si arriva al finale da operetta orchestrato da Barbaresco. Così il Torino ha perso una partita che potrà avere pesanti strascichi sul morale e sul futuro dei granata, al di là dei punti sfumati. La squadra ha dimostrato di avere ancora notevoli energie, ma ha denunciato con qualche nervosismo eccessivo l'usura dei 90 minuti contro i Rangers. Ha ceduto in due occasioni la difesa, è bastato. Mozzini ha accusato oltre il lecito le finte e le controfinte di Fotia, mentre Zecchini ha patito a volte le entrate del carro armato Cristin. Nella ripresa però tutti si sono battuti allo stremo delle energie, e dove finiscono i meriti dei granata cominciano quelli della Sampdoria, che ha avuto in Lodetti (ferreo e deciso marcatore di Sala, con la grinta polemica che lo anima in tutti i duelli con gli azzurri di Valcareggi) e Suarez i migliori in campo, inseriti in una squadra che Heriberto - quale magnifica stagione la sua! - sa tenere ad un sempre alto rendimento atletico. E' stata una battaglia, più che una gara di foot-ball, con molti falli causati dal terreno infame, più che dalla cattiva volontà dei giocatori. Barbaresco non ha capito neppure questo, non l'ha neppure sfiorato l'idea che il terreno fosse impraticabile, che quello non fosse foot-ball ma corrida nel fango.