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San Siro
26/11/1972
h.14.30
INTER - TORINO 2-0 (1-0)
Inter
: Vieri, Oriali, Facchetti, Bedin, Bellugi, Burgnich, Massa, Mazzola, Magistrelli, Bertini, Corso (al 78' Moro). A disposizione: Bordon. All.: Invernizzi.
Torino: Castellini, Lombardo, Fossati, Mozzini, Zecchini, Agroppi, Rampanti, Ferrini (all'81' Maddé), Toschi, Crivelli, Pulici. A disposizione: Sattolo. All.: Giagnoni.
Arbitro: Pieroni di Roma.
Reti: Corso 3', Massa 73'.
Spettatori: 44.749 di cui 13.778 abbonati e 30.971 paganti.
Note: Ammoniti Mozzini, Rampanti e Ferrini.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 27 novembre 1972]
E' un triste abbonamento quello dei due gol al passivo che il Torino subisce a San Siro. Partita non bella, anche se gagliarda per toni fisico-atletici e rabbie in corpo di ogni genere. E, tanto per cambiare, proteste contro i duelli furenti in campo (non domati dall'arbitraggio del renitente Pieroni) e contro le brutte effusioni degli ''ultras'' granata. Assiepati nel ''girone infernale'' dell'anello superiore dello stadio, scaraventano avanzi di merende e ogni sorta di putridume ai di sotto. I meneghini, indignati, invocano gendarmeria e guardie civiche, offrendo documenti, cioè corpi di reato più o meno fetidi. Il ''caro calcio'' offre purtroppo anche questi prezzi. Il Torino ha perduto una gara che con un pizzico di fortuna nelle vene avrebbe potuto pareggiare due volte, e nessuno sarebbe stato così ingenuo da lamentarsi. Ma i granata hanno due giochi efficienti: uno aereo, quando c'è Bui che domina e distribuisce palloni volanti, e uno a terra, quando Sala inventa slalom per mettere in piazza autentica i difensori altrui. Mancavano sia Sala sia Bui, eppure i tremendisti hanno condotto la gara per quasi 90 minuti, assumendo regìa e forcing dannatissimi, anche se meno lucidi del solito. Due gabole della difesa, due gol nerazzurri. Ma l'Inter non ha fatto vedere gioco, e sulla coppia Corso-Mazzola, già sconfitta nel derby meneghino, la miglior battuta critica è questa, scattata dalla tribuna: ''Sembrano i fratelli De Rege''. Botte da orbi Mazzola ha imbroccato un lancio in tutta la gara, Corso ha operato un pochino di rimessa, come sa, nel secondo tempo. Mai visto Sandrino ; compiere tanti errori in un'unica partita, a ritroso, a centrocampo e in avanti. E Corso manovra il suo uncino sinistro con una lentezza che sa di vecchio artigianato, non più, dì vera arte. Non c'era Boninsegna, era atteso Magistrelli: ebbene, il giovane centravanti ha ciccato molto, anche se sbattuto qua e là da un Mozzini che non risparmia i colpi. Ed ecco la cronaca nei momenti essenziali, che offre un'immagine radiografica degli scossoni belluini visti a San Siro. Parte l'Inter ed è subito fallo. Al 3° minuto Pieroni tollera una falciata dì Mozzini su Magistrelli, in area, e per farsi perdonare ordina un minuto dopo una punizione per Mazzola ostacolato. Dal limite, Corso tira per la millesima volta la sua ''foglia morta'', che aggira la barriera e s'infila nel sette sulla sinistra di Castellini. Roba ''d'antan'', eppure è gol, un uno a zero che costringe il Torino alla rimonta immediata. L'Inter vive su Bertini e Bedin. Il primo è ritornato ad una certa efficienza fisica, mobile anche se cieca. Il secondo sta rimettendosi in forma dopo le ''magre'' subite contro Rivera (e non per colpa sua). Al 7' Toschi serve Pulici dal corner: sciabolata bassa che mette le grinze al palo sinistro di Vieri. Ancora un duetto tra Agroppi e Pulici al 10° (e il mediano granata va per le terre mentre Vieri para in due tempi), si nota come le due punte torinesi, cioè Paolino ''Gordon'' e Toschi siano vivaci, però ingabbiate entro una mezza dozzina di difensori. La partita non può certo entusiasmare, con questo Toro ''handicappato'' e pur volonteroso e con un'Inter che non riesce a darsi una faccia e un sistema. I granata tengono di più la palla, lamanovrano, anche se non riescono a sfociare in azioni limpide all'attacco, i nerazzurri ansimano tra l'urta e l'altra fiondata. Mazzola che fa? Dov'è? Sembra che non ritrovi più un briciolo di posizione decente. Quanti errori 'Anche le marcature sono sommarie, e gli avversari, quando si ritrovano (Bertini e Ferrini soprattutto) si scambiano botte da orbi. Altroché bulloni sotto le suole, questa gente ha ferri roventi, pungiglioni d'acciaio: e Pieroni che combina? Ammonisce, maestro nella ''regola dello svantaggio'' e permissivo come il più timido insegnante d'asilo. Tre tiri da lontano di Ferrini nella prima mezz'ora, e due di Bertini. Poi ecco la figuraccia più grave di Mazzola: imbeccato da Corso al 28', Sandrino non approfitta d'un ''buco'' di Zecchini e spreca oltre la traversa un pallonetto che poteva raddoppiare il vantaggio interista. Qui si stufa e si fa vedere Facchetti: con avanzate maestose, tra il 30' e il 32', spara due bordate da venti metri, e l'ultima solo tuffandosi da vero giaguaro Castellini la devia in angolo. Subito dopo Bertini e Ferrini passano all'arma bianca, spintonandosi come corsari d'arrembaggio. San Siro da questo momento flschierà senza interruzione il capitano granata, mentre Pieroni annota. Forse sta tenendo un diario. Ma cosa avrebbe fatto questo Toro, con Sala e Bui, visto che la palla era più sua che nerazzurra? Ripresa: l'Inter, piccata, si lancia veemente in tre azioni, poi ricomincia il forcing granata. Pareggio possibile all'8'. Toschi fa un ''numero'' di guizzi ed equilibrismo in mezzo a sei gambe, tocca verso la porta, Vieri in tuffo perde la palla, c'è Agroppi, ma già sbilanciato e in contropiede non può effettuare l'aggancio e sbattere nella rete. Un vero peccato. Al 10' S. Siro offre un ''test'' per Magistrelli: lanciato da metà campo, libero di galoppare e poi tirare, il sostituto di Boninsegna s'impappina e due difensori recuperano su di lui. Molte pagnotte dovrà ancora mangiare, per crescere e far gol. Riappare Mazzola, con due lanci decenti. E Pieroni, al 21', potrebbe anche punire Bellugi che falcia Pulici inarea su una palla rissaiola giocata e stregata da Toschi. Ma l'arbitro continua il suo diario e non dona il penalty. Si arriva così al secondo gol interista, offerto benignamente dalla difesa granata, che sbaglia tre volte: prima Mozzini non chiude Magistrelli che nella zona d'ala sinistra pasticcia, offre a Mazzola, che dà a Corso. Agroppi non affronta il mancino, che crossa per Massa. Mai un attaccante si è trovato così solo e libero, visto che oggi Zecchini è uscito più volte a prendere un caffè: tocco di Massa, ed è due a zero. 28' e si chiude, anche se Moro sostituisce (non male) Corso, e a cinque minuti dalla fine Maddè prende il posto di Ferrini. Il Torino paga un pedaggio anche troppo salato, l'Inter vincendo acquieta un momento le sue beghe e i suoi dilemmi interiori. Una domenica di football da dimenticare con urgenza, almeno in quest'angolo di S. Siro. Brutto il gioco, ingannevole il risultato, spiacevoli per alcuni le conseguenze (vero Zecchini e Mozzini? Chissà come sta strigliandoli Giagnoni, a quest'ora). Raccontar frottole, in calcio, non è utile a nessuno. Sala e Bui, fate luce, presto.