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Olimpico di Roma
18/03/1973
h.15.30
ROMA - TORINO 1-0 (0-0)
Roma
: Ginulfi, Liguori, Peccenini, Salvori, Bet, Santarini, Morini, Spadoni (al 60' Orazi), Cappellini, Cordova, Franzot. A disposizione: Sulfaro. All.: Helenio Herrera.
Torino: Castellini, Lombardo, Fossati, Zecchini, Cereser, Agroppi (all'80' Masiello), Rampanti, Ferrini, Toschi, Sala C., Pulici. A disposizione: Sattolo. All.: Giagnoni.
Arbitro: Torelli di Milano.
Reti: Cappellini 75'.
Spettatori: 40.618 di cui 15.105 abbonati e 25.513 paganti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 19 marzo 1973]
Fa rabbia perdere una partita dominata per ottanta minuti su novanta, ma quando la colpa della sconfitta è dovuta in buona parte alla ricerca di un pareggio ''che potrebbe far comodo''allora la rabbia non ha ragione di essere. Bisogna dire: ''Ho sbagliato'', e basta. Il Torino ha perso a Roma in modo incredibile. Nell'intero arco della gara ha passato due soli momenti brutti: al 52' quando l'arbitro ha concesso alla Roma un calcio di rigore (che a nostro avviso non c'era perché l'intervento di Zecchini su Cappellini era casuale) ed al 75' quando Cappellini riusciva a scaraventare in rete un pallone pervenutogli dalla destra. Due minuti soltanto! I granata si sono salvati prima per la grande parata di Castellini, ma sono precipitati dopo sulla strada di una sconfitta che ha poche attenuanti. La. Roma - è bene precisarlo - non ha rubato niente. Ha disputato una onesta e coraggiosa partita, tesa al solo scopo di fare punti per abbandonare presto la zona della bassa classifica. Ha affrontato il Torino con la paura del peggio, ed è uscita dal confronto con due punti e con il morale alle stelle. Senza strafare, senza eccellere, anzi arrancando per un'ora e più, rischiando oltre il dovuto. Nel gioco della Roma c'era la volontà di sfatare il mito dei novecento minuti senza gol. La rete di Cappellini ha corretto la parabola di una Roma in declino, ma non ha sciolto i dubbi sulle possibilità attuali della squadra. La Roma ha subito il gioco del Torino, ma ha vinto. Il calcio riserva queste assurde realtà. Però di chi la colpa, di chi il merito? Parlando di colpe non vorremmo indirizzare la critica ad un solo responsabile, giocatore o tecnico che sia. C'è piuttosto una responsabilità complessiva dovuta forse alla convinzione di una superiorità che nel foot-ball non sempre determina il risultato. Aver vinto tante volte nelle ultime settimane deve aver determinato fra i granata la sicurezza di poter ottenere tutto con il minimo sforzo. Ma all'atto pratico questa superiorità non ha dato frutti. La più grave responsabilità dei torinesi è l'aver cercato il pareggio con una condotta prudente oltre il limite della logica. Due attaccanti sono pochi specie se uno si chiama Toschi e non può reggere il confronto diretto con avversari che atleticamente lo sovrastano. Né si può lasciare in zona-gol il solo Pulici sperando nel miracolo. Pulici ha fatto fuoco e fiamme, ha lottato, ha tirato in porta, ha subito calci senza reclamare, ha portato lo scompiglio nelle file romaniste, però mai ha avuto l'appoggio necessario per dare continuità alla sua manovra. Sala ha sfoggiato numeri d'alta classe soltanto nel primo tempo. Elegante, dinoccolato, intelligente. Sala ha suggerito molto, ma non ha mai rischiato l'affondo. Nella ripresa è rimasto prudentemente nei pressi di Ferrini, di Agroppi e di Rampanti costruendo con l'aiuto di Fossati una potente diga. Era una prudenza illogica perché gli uomini della retroguardia non parevano in difficoltà. Lombardo, Cereser, Zecchini avevano scatto e rapidità superiori ai vari Spadoni e Cappellini e Cordova..! Ma se non c'era pericolo perché rinunciare a vincere per accontentarsi del pari? Questo è il punto. La Roma è parsa assai modesta. Solamente Bet ha retto il confronto alla pari con Pulici. Gli altri invece hanno arrancato parecchio in un gioco che era un cocktail di volontà e di paura. Con Franzot e Spadoni in crisi (né le cose sono andate meglio con l'inclusione di Orazi al posto di Spadoni) l'attacco romanista ha fatto poco per vincere. Si dirà: la traversa colpita da Cordova nel primo tempo, il rigore sbagliato da Morini, ed il gol di Cappellini indicano una superiorità di azioni. Non è esatto. I tre episodi, anche se importanti non possono modificare il giudizio: il Torino ha perso malamente, ma molto per colpa sua e poco per merito degli avversari. Le critiche all'arbitro sono valide solo in parte. Torelli ha aiutato la Roma quel tanto da passare come arbitro di casa. La cronaca. Il Torino ha avuto un inizio brillante, ma Sala si è fermato dopo uno scontro e Agroppi, poco dopo ha dovuto uscire per un massaggio a causa di una distrazione muscolare. I due hanno ripreso in buone condizioni. Pulici e Toschi (il primo con potenza il secondo con scatti a serpentine) creavano qualche difficoltà ai romanisti. Ma la prima vera occasione da gol non era sfruttata da Cordova: il capitano tirava secco a rete, e la palla colpiva in pieno la traversa ritornando in campo (23'). Malgrado questo episodio erano i granata a tenere le redini del gioco controllando il centro campo con l'autorità derivante da una maggior classe. Sala recitava la parte del mirabile suggeritore, Pulici tentava qualche affondo, sfiorando il gol al 27' con un bellissimo tiro al volo. Verso la fine del tempo i granata accentuavano la loro azione senza per altro creare seri grattacapi a Ginulfi. Un gol di Pulici (42') era annullato per precedente fischio dell'arbitro per fuori gioco di Toschi. La partita si accendeva dopo il riposo. Al 52' su un attacco della Roma Zecchini contrastava Cappellini che si lanciava in avanti per ricevere un passaggio di Cordova. L'arbitro decideva per il rigore respingendo le proteste dei torinesi. Per noi non era penalty. L'intervento di Zecchini era involontario: Zecchini e Cappellini si erano scontrati casualmente mentre stavano accorrendo verso il centro dell'area. Torelli non ha sentito ragioni. Tirava Morini (fiacco e male), Castellini intuiva e parava respingendo sull'accorrente Cordova, che senza esitare calciava ancora verso la porta. Castellini compiva il secondo miracolo bloccando la palla.A questo punto i granata retrocedevano sulla linea dei mediani tutti i centrocampisti, anche Sala. Toschi e Pulici rimanevano isolati all'attacco, senza riuscire più a portare offensive valide alla rete difesa da Ginulfi. Usciva Spadoni per far posto ad Orazi, ed Orazi sbagliava più del collega. Si arrivava al 75' con la i convinzione che dovesse finire in parità. Invece, lanciato da Cordova, fuggiva sulla sinistra il terzino Peccenini. Il centro era raccolto da Cappellini, inspiegabilmente libero a pochi metri da Castellini. La palla colpita di testa, batteva per terra ed entrava in rete a fil di traversa. Era l'1 a 0 per la Roma, un gol atteso da 943 minuti. I granata si mordevano le unghie per il dispetto. Usciva Agroppi all'82', ma il sostituto Masiello non poteva modificare la situazione.