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Menti
27/10/1974
h.14.30
L.R.VICENZA - TORINO 1-0 (1-0)
L.R.Vicenza
: Bardin, Gorin, Longoni, Bernardis, Ferrante, Berni, Galuppi, Savoldi, Vitali, Faloppa (al 68' Perego), Macchi. A disposizione: Sulfaro, Berti. All.: Puricelli.
Torino: Castellini, Lombardo, Santin, Salvadori, Cereser, Agroppi, Graziani, Mascetti, Sala C., Zaccarelli (al 73' Callioni), Pulici. A disposizione: Pigino, Rossi F. All.: Fabbri.
Arbitro: Michelotti di Parma.
Reti: Ferrante 18'.
Spettatori: 12.491 di cui 7.917 abbonati e 4.574 paganti per un incasso di 14.584.500 lire.
Note: Bella giornata di sole, terreno in buone condizioni. Ammoniti Graziani per simulazione, Lombardo e Vitali per reciproche scorrettezze. Calci d'angolo 5-5.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 28 ottobre 1974]
Il sogno del Torino è durato poco più di un quarto d'ora, poi il gol di "roccia" Ferrante ha rovesciato clamorosamente la situazione che ha galvanizzato il Vicenza che sulle prime era nettamente in soggezione di fronte al gioco arioso, condotto con il piglio della grande squadra, degli scatenati- avversari. I granata potevano segnare per primi, dovevano anzi, perché quando si regala si finisce per pagare amaramente. E' una legge che nel calcio trova spesso applicazione ed oggi è toccato agli uomini di Fabbri farne le spese. Così, i veneti sono via via saliti di tono, sino a giustificare la vittoria con scampoli di gioco efficace, con una resistenza fisica che ha fiaccato alla lunga molti granata, con un ritmo davvero eccellente. Una sconfitta, comunque, che non dovrebbe fare dramma per i! Torino, visto che la squadra granata non ha rinunciato a niente per arrivare al pareggio, rischiando anzi grosso sbilanciandosi sin troppo in avanti. Purtroppo via via il rendimento delle punte è diminuito, e cosi è accaduto a Sala. Tutti e tre soffocati da un centrocampo che giocava sin troppo a ridosso di loro, finendo per fare confusione, togliere spazio agli avanti e favorire gli avversari. Non è bastato un Agroppi in palla per mettere ordine: ha deluso più di tutti nella zona centrale del terreno il pur bravo Zaccarelli, il quale forse noi ha ancora il passo giusto essendo alla seconda partita dopo il noto infortunio. Ma nessuno gli chiedeva di scavallare in avanti con il risultato di mancare spesso come filtro alla manovra avversaria: di certo dev'essere molto difficile anche per un tecnico esperto come Fabbri registrare al meglio un meccanismo molto delicato come quello del centrocampo. Non siamo certo noi a chiedere un Torino difensivo sotto l'aspetto della spavalderia e dello spirito aggressivo la squadra in più occasioni è piaciuta moltissimo, ma una misura occorre pur averla. Abbiamo l'impressione che qualcuno sia finito troppo presto con la testa oltre le nuvole: che senso ha, chiediamo a Callioni, entrare in campo nel finale e cercare il gol con assurdi tiri da lontano, con il piglio di chi pensa "ora arrivo io e sistemo tutto?" Bloccate le punte, che hanno perso scatto e misura perché aumentava la fatica, frenato Sala dopo i favolosi slalom iniziali (su uno dei quali comunque doveva andare in gol e non limitarsi al cross), il Torino è andato avanti a sussulti, picchiando la testa contro il muro avversario, soffrendo in difesa per la giornata balorda di Mozzini contro il quale Vitali è parso miracolato. Graziani e Pulici hanno le loro colpe, ma il tasto dolente è quello del centrocampo dove si è vista troppa confusione Fabbri non condividerà forse il giudizio positivo su Agroppi, ma non è certo Aldo ad aver perso la testa nella zona cruciale del terreno. La fisionomia del Torino, con Sala nella posizione che tutti sanno e Agroppi a far da regista arretrato. Ha bisogno di maturare ancora. Mascetti e Zaccarelli stentano a trovare la posizione giusta, si allargano perché Sala rientri, ma se il fuoriclasse granata ha un momento di pausa, a volte attorno ad Agroppi c'è il deserto. Si è ancora alla ricerca di un vero regista, come del resto in difesa si è sentita la mancanza di un elemento esperto come Cereser. Su Ferrante, arrivato da lontano a segnare al 18'. Doveva esserci Santin, che pure ha disputato una buona partita. Da notare, tornando ad Agroppi, che doveva fare da uomo di raccordo, e nel contempo non perdere d'occhio Savoldi il quale è stato l'ispiratore del gioco vicentino: se qualche volta è andato fuori posizione, non è stato affatto aiutato dalla disposizione tattica della squadra. Appunti che diventano amari a causa del risultato negativo, ma ripetiamo che la battuta d'arresto odierna non può frenare il Torino nella sua marcia verso un gioco che si intravede già efficace e produttivo. C'è da limare, da rivedere, da considerare se non sia meglio ancorare a centrocampo Mascetti o Zaccarelli ai fianchi di Agroppi (per avere se possibile, un Ferrini più mobile nella zona centrale del terreno). Una giornata storta piombata sulla squadra e sui tifosi dopo un inizio che prometteva moltissimo. Una sconfitta dura, un pareggio avrebbe meglio rispecchiato i valori in campo. La meritano soltanto quegli sconsiderati che sono venuti sino a Vicenza per insultare gli sportivi locali, gridando "Serie B, serie B" alla squadra del bravo Puricelli. Non speriamo abbiamo imparato la lezione, ma sappiamo almeno che comportandosi così in trasferta nuocciono soltanto alla squadra che dicono di sostenere. Il Lanerossi ha giocato al massimo, tutto l'ambiente era caricato, i giornali accusavano apertamente gli atleti di non avere più grinta. E la grinta è arrivata al momento giusto, dopo il primo quarto d'ora in timidezza la sgroppata di Ferrante ha cambiato volto alla squadra. Il ventiduenne Gorin con qualche rudezza si è battuto senza soggezione su Sala, vincendo alla fine i duelli che aveva perso all'inizio. Savoldi è stato lucidissimo in ogni fase della gara. Longoni ha difeso ed è venuto all'attacco con autorità. Faloppa sino a quando non si è infortunato è stato inesauribile a centrocampo. E il tutto condito dalla vivacità di Vitali, dalle sgroppate di Galoppi che ha costretto Salvadori al per lui ingrato ruolo di terzino. Dalle puntate imprecise ma pericolose di Macchi. Una palla gol ciascuno hanno -neutralizzato i portieri, mentre è arduo un giudizio sull'arbitro Michelotti, scaduto nella ripresa dopo un primo tempo esemplare. Ha lasciato correre qualcosa sul piano dei falli, è stato teso con Lombardo che ha scalciato un avversario, duro con Graziani ammonito per aver soltanto esagerato le conseguenze di un fallo. Michelotti ha perso un po' il controllo della gara con il passare dei minuti. Ma va detto che il finale è stata un'autentica battaglia, con il Torino proteso disperatamente alla ricerca del gol ed il Vicenza ancora pericoloso nei i contropiede. I granata rimpiangeranno a lungo le occasioni sprecate all'inizio, a partire dal primo minuto quando Graziani si è fatto anticipare sul magnifico cross di Lombardo dalla destra. Ed al 3' è schizzato via con rabbia Sala dalla mischia del centrocampo, ha evitato anche Ferrante, ma una volta solo anziché puntare su Bardin ha colpevolmente allargato per effettuare il cross radente sul quale Pulici non è arrivato in tempo. Ed al 4' un centro al volo di Pulici ribattuto, poi il tiro in acrobazia di Mascetti alto di un soffio sulla traversa. Ed ancora, dopo una pericolosa deviazione di Galuppi su tocco basso di Savoldi, ecco un tentativo di Zaccarelli interrotto rudemente, ecco un colpo di testa di Mascetti fuori misura, ecco uno scambio Pulici-Salvadori con un nuovo indugio di Graziani il quale si è fatto bloccare al momento del tiro. Un vero fuoco d'artificio interpretato con notevole sicurezza, ma quando gli stessi tifosi vicentini, ormai convinti e rassegnati alla superiorità degli avversari, mormoravano "matura, matura, sono troppo forti", ecco il colpo di scena. Ferrante al 18' interrompeva d'anticipo un'ennesima manovra d'attacco del Torino, scambiava con Galuppi sulla destra e si inseriva in area appostandosi per il colpo di testa. Arrivava il cross, Mozzini e Santin facevano mucchio su Vitali, la palla filtrava verso il libero vicentino che tutto solo infilava sotto la traversa con una staffilata al rimbalzo. Un gol elementare, come elementare è stato l'errore della difesa granata. Era la svolta della partita. Sala ha ancora tentato di farsi largo con scampoli di classe purissima, le punte hanno continuato a battersi con decisione, ma con scarsi risultati. Zaccarelli e Mascetti (ma soltanto il secondo con qualche efficacia) hanno tentato a loro volta l'affondo. Ormai il Vicenza aveva però preso in pugno il match, e non era più l'avversario morbido dei primi minuti. La gara è diventata una lotta dura, i veneti hanno sfiorato il gol con Macchi allo scadere del tempo (palla fuori a fil di montante) e con una botta da vicino dello stesso Macchi respinta alla grande da Castellini nella ripresa. Il Torino a sua volta è andato vicino al pareggio con un magnifico colpo di testa di Pulici intercettato con la punta delle dita da Bardin. E con una punizione a parabola di Sala. Poi l'assalto finale, con i vicentini ancora lucidissimi e Puricelli a sbracciarsi in panchina, un occhio al campo e un altro all'orologio.