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San Siro
19/01/1975
h.14.30
INTER - TORINO 1-0 (0-0)
Inter
: Bordon, Giubertoni, Oriali, Bertini, Facchetti, Bini, Mariani, Mazzola, Boninsegna, Moro, Scala (al 46' Nicoli). A disposizione: Vieri L., Cerilli. All.: Suarez.
Torino: Castellini, Lombardo, Santin, Mozzini, Cereser, Salvadori, Graziani, Ferrini (al 70' Roccotelli), Sala C., Mascetti, Zaccarelli. A disposizione: Sattolo, Callioni. All.: Fabbri.
Arbitro: Lattanzi di Roma.
Reti: Boninsegna 65'.
Spettatori: 23.454 di cui 14.337 abbonati e 9.117 paganti per un incasso di 35.141.500 lire.
Note: Calci d'angolo 8-1 per il Torino, esordio in serie A per il barese Giovanni Roccotelli, classe 1952, proveniente dall'Avellino. Pioggia per tutta la parita, terreno scivoloso e allentato. Ammoniti Mariani e Zaccarelli per proteste, Nicoli per intervento falloso.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 20 gennaio 1975]
Boninsegna non segnava tia quasi quattro mesi: è arrivato il Torino e il bomber ha rifatto centro. Parlare di sfortuna per i granata sotto questo aspetto non avrebbe senso: non si può nemmeno dire però che la sorte sia stata loro favorevole soprattutto se si inquadrano i diversi aspetti della partita. Il centravanti era disperatamente alla ricerca dei gol: nel momento in cui Nicoli se ne andato sulla destra e ha rimesso il pallone verso il centro, in piena area, Boninsegna si è lanciato in tuffo con tutta la rabbia che ha accumulato in questi mesi, è piombato di testa sulla sfera quasi volesse spaccarla. Il gol è stato bellissimo, naturalmente, quasi come quello che lo stesso Boninsegna segnò contro l'Olanda a Rotterdam: stavolta per lui valeva molto di più ma valeva soprattutto per il Torino che è così incappato nella seconda sconfitta consecutiva in un momento particolarmente delicato quando cioè occorreva ossigeno per tacitare la piazza e lavorare in un ambiente più tranquillo. Gli accorgimenti lattici di Fabbri, improntati su un saggio realismo, non sono serviti: o almeno, l'impostazione è risultata valida sino al momento del gol di Boninsegna. dopo il Torino ha denunciato i suoi limiti offensivi. D'altro canto quando si parte a priori per un definito risultato, mancando una punta come Pulici e non essendocene altre in grado di sostituirlo, nel momento in cui crollano le impalcature il lavoro di ricostruzione diventa quasi impossibile. La legge di San Siro, implacabile negli ultimi anni nei confronti del Torino, è scattata inesorabile nonostante le prodezze di Castellini, nonostante la barriera eretta a metà campo da un formidabile Ferrini - quanti tackles ha vinto il capitano, quanti palloni ha rigettato in avanti! - anche per la direzione arbitrale di Riccardo Lattanzi che ha negato alla squadra di Fabbri un evidente calcio di rigore sullo 0 a 0 in seguilo all'atterramento di Mascotti ad opera di Berlini - era il 25' - e ancora nella ripresa sempre allo stesso minuto quando ha annullato un gol a Mazzini. E' vero che in questa occasione aveva fischiato prima che lo stopper calciasse il pallone oltre la linea della porta nerazzurra, ma ancora adesso ci si chiede perché mai abbia fischiato. Forse per pareggiare i conti - ma Lattanzi è ancora in credito col Torino - nel finale ha annullato un gol anche all'Inter. Uno splendido gol di Mazzola peraltro viziato dal fuorigioco di posizione di Mariani. In questa circostanza molti tifosi nerazzurri protestando, hanno dimostrato di avere poca dimestichezza con la casistica: sul pallonetto di Mazzola. Cereser stava sul palo ed era l'ultimo giocatore fra Mariani e la porta. Castellini era uscito sul capitano nerazzurro e si trovava ben oltre: il regolamento nei casi di fuorigioco, parla di due giocatori, oppure di uno. più sottinteso il portiere. Quindi se fra Mariani e la porta del Torino c'era soltanto Cereser, è indiscutibilmente fuorigioco: il guardalinee è stato prontissimo, non altrettanto Lattanzi che dopo qualche attimo di esitazione si è deciso ad annullare il grande gol di un eccezionale Mazzola. Questi assieme a Facchetti, all'irriducibile Boninsegna, quindi a Castellini. Santin - per il suo primo tempo - e Ferrini ha cercato di elevare il tono di una partita che rischiava di protrarsi senza molta vivacità a metà campo dove la barriera granata attendeva i disordinati assalti dell'Inter per reagire a sua volta ma con scarsa convinzione. Graziani peraltro trovava in Pacchetti uno stopper implacabile: nel primo tempo lo ha sempre anticipato, nella ripresa gli ha lasciato più spazio ma il granata sembrava avere speso molto delle sue energie. Attorno, l'azione di Mascotti, Salvadori. Santin, Lombardo e di Sala - che ha letteralmente ubriacato Giubertoni senza però risultati pratici - era sostenuta ma tendeva a smorzarsi sulla tre quarti. L'Inter a sua volta si affidava ai lanci di Mazzola per tentare di scavalcare la linea centrale del Torino e bisogna dire clic nel primo tempo c'e riuscita spesso tanto che a tradizione di San Siro Castellini ha dovuto lare più di una parata difficile per salvare il risultato. Ironia della sorte ha voluto che il Torino, abituato a trafiggere gli avversari in contropiede, sia stato colto di sorpresa proprio sulla più classica delle azioni di rimessa: era il 19' della ripresa infatti quando oltre la metà campo Zaccarelli dopo un colpo di tacco perdeva un pallone, se ne impossessava Facchetti che allungava a Boninsegna. arretratissimo. Questi partiva come un razzo, vedeva Nicoli - entrato nella ripresa al posto di Scala - smarcarsi sulla destra e gli allungava il pallone. L'ala si portava quasi sul fondo, poi indisturbato, crossava a mezza altezza in area. Gran tuffo di Boninsegna e colpo di testa con il pallone che si adagiava in rete sulla sinistra di Castellini. Era la fine di un incubo per il centravanti e per l'Inter ma iniziava quello del Torino che si spingeva con maggiore decisione all'attacco ma, nonostante l'apporto di Roccotelli, subentrato a Ferrini, non c'era nulla da fare. La cronaca registrava inizialmente una serie di assalti dei nerazzurri: su un campo pesantissimo e sotto una pioggia insistente: al 14' Mazzola lanciava sulla destra Oriali, questi rimetteva al centro dell'area dove Santin a terra in spaccata anticipava Mariani. Un minuto dopo, altro lancio di Mazzola, stavolta per Boninsegna: questi saltava Mozzini quindi concludeva con un rasoterra che Castellini bloccava con sicurezza. Al 19', traversone di Oriali. Castellini e Boninsegna saltavano contemporaneamente, il portiere bloccava la sfera poi la lasciava cadere a terra ma la recuperava prontamente. Al 24' era Mariani ad essere anticipato da Castellini e subito dopo si aveva la prima azione pericolosa del Torino: Mascetti nel momento di concludere in piena area di rigore veniva sbilanciato alle spalle da Bertini e cadeva, l'azione proseguiva ma Lombardo calciava di poco alto sulla traversa. Alla mezz'ora era Graziani a volare in terra in piena area su intervento di Facchetti ma stavolta il granata ha dato l'impressione di accentuare la caduta. Quattro minuti dopo ''show'' di Ferrini: il capitano con una finta faceva letteralmente sedere nel fango Mazzola quindi avanzava e tirava impegnando Bordon in una parata a terra. Un cross di Mazzola - era il 37' - con Castellini che anticipava ancora Boninsegna quindi un altro spunto dei granata, stavolta ad opera di Santin: il difensore entrava in area. Scala cercava vanamente di atterrarlo ma al momento del tiro, il granata si vedeva deviare il pallone in angolo da Bini. Ripresa. Un paio di occasioni per il Torino sprecate dapprima da Salvadori quindi da Sala: questa in particolare essendosi Claudio trovato a pochi metri dalla porta quasi indisturbato. Indugiava però quel tanto da permettere a Bini di recuperare e di deviare col piede in angolo. Al 19' il gol già descritto, con la pronta replica del Torino su calcio di punizione dal limite: Ferrini sparava in porta ma Bordon era bravo a deviare di pugno in angolo. Al 25' la discussa azione del gol annullato a Mozzini quindi tre minuti dopo la momentanea sospensione del gioco per il lancio di agrumi e di petardi in campo I da parte della zona più calda del! La tifoseria granata. Infine il gol annullato a Mazzola che perdeva per un attimo il controllo dei nervi al punto da correre dal guardalinee, sfilarsi la fascia da capitano e minacciare di gettarla via. Proposito prontamente rientrato: al capitano nerazzurro è rimasto nel gozzo quella rote, al Torino quella di Boninsegna.