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La Fiorita
01/02/1976
h.15.00
CESENA - TORINO 1-1 (1-1)
Cesena
: Boranga, Ceccarelli, Oddi, Zuccheri, Danova, Cera, Bittolo (all'80' Urban), Frustalupi, Bertarelli, Rognoni, De Ponti. A disposizione: Bardin, Festa. All.: Marchioro.
Torino: Castellini (al 46' Cazzaniga), Santin, Salvadori, P.Sala, Mozzini, Caporale, C.Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici (al 74' Garritano). A disposizione: Gorin III. All.: Radice.
Arbitro: Menegali di Roma.
Reti: Pecci 25' (T), Zuccheri 41' (C).
Spettatori: 18.810, di cui 5.087 abbonati e 13.723 paganti (con larga rappresentanza granata) per un incasso di lire 56.137.200.
Note: Terreno pantanoso per la pioggia caduta nella notte e in mattinata. Infortuni di gioco a Castellini, Zaccarelli. Ammoniti Bertarelli e Rognoni. Angoli 7-7. Ha esordito in serie A il portiere Cazzaniga di Roncello in quel di Milano, classe 1943.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 2 febbraio 1976]
Gigi Radice ha vinto la battaglia tattica, ma non la partita. Il Torino ha completamente annullato Frustalupi con un Pecci tanto strepitoso da marcare, suggerire e segnare, ha messo alle corde il Cesena con un primo tempo eccezionale per concentrazione, padronanza della manovra e gioco spettacolare, ma una volta andato in vantaggio ha colpevolmente subito un gol stranissimo che ha costituito in pratica la vera svolta della partita, quando i granata già pensavano di andare al riposo con il risultato a favore. Sull'uno a uno. il Torino si è ripresentato in campo con Cazzaniga al posto del malconcio Castellini, e non per sfiducia nel numero 12, ma per logica reazione psicologica ad una situazione di emergenza, si è inconsciamente ritratto un po' nella sua metà campo, ancora sotto choc per aver subito un gol assolutamente ingiustificato sul piano dei meriti delle due squadre. Così il Cesena, confermando a sua volta di essere una grossa squadra ricca di risorse, ha potuto riorganizzarsi, venire avanti e premere sui granata, anche senza tirare in porta se si eccettua un tentativo di De Ponti con palla sul fondo. Ma la pressione c'è stata, e i cross pure, con un Cazzaniga - all'esordio in serie A - non certo a suo agio fra i pali. Al Torino è rimasto soprattutto il contropiede, ma se Graziani si batteva come una belva su ogni palla, Pulici, dopo aver sfiorato il due a uno con un colpo di testa che ha costretto Boranga ad una parata-miracolo, ha cominciato a frenare sino a quando Radice - con un provvedimento che sa chiaramente di pubblica reprimenda - lo ha mandato negli spogliatoi sostituendolo con Garritano (il quale, fuori dal clima acceso della gara, non ha toccato palla o quasi nei diciassette minuti in cui è stato in campo). Il Torino non ha deluso, anzi. Con la marcatura Pecci-Frustalupi e con il suo pressing a tutto campo, ha tolto subito la gara dalle mani del Cesena, che per Pecci aveva invece preparato Rognoni e che di conseguenza è stato obbligato (dalla posizione volutamente avanzata del centrocampista granata) a cambiare schemi e ad accettare la volontà degli avversari. Con la difesa forte sull'anticipo in spazi larghi, il Torino ha tenuto la palla lontana da Castellini (salvo una o due manovre romagnole) sino al 42' quando ha subito il gol del pareggio. Nel frattempo aveva fatto vedere i sorci verdi ai cesenati, tanto che Marchioro a fine gara ci ha detto: ''Mi aspettavo un Torino deciso a prendersi i due punti, ma quei venti minuti centrali del primo tempo mi hanno impressionato. Merito anche nostro, debbo dire, perché abbiamo cercato di controbattere sempre con il gioco, accettando di essere soverchiati piuttosto che ridurci ad una manovra solamente ostruzionistica''. Ed ancora Marchioro, con sincerità: ''Certo, con Cazzaniga in porta ci siamo buttati sotto con altro spirito. Lo conosco, è un giocatore valido, ma trovarsi ad esordire in serie A in una partita del genere non è impegno da poco. E poi quando una squadra perde il portiere titolare, rimane sempre piuttosto choccata. Per questo pensavamo di potercela fare. Ma la loro difesa ha fatto muro bene e non siamo passati''. E ha tutta l'aria di uno che considera il pareggio un risultato equo, ed anche di chi è uscito bene da un grosso pericolo. In effetti, nel primo tempo, ed in particolare dal 10' al 35' di gioco, il Torino è parso una macchina da football quasi perfetta, con un gioco di marca olandese (non il solito facile paragone ma la realtà: palla giocata di prima battuta, difensori che si inserivano, decisione massima nel tackle, aggressione dell'avversario sino al limiti della propria area, offensive che partivano da ogni parte e da ogni piede) condotto ad un ritmo elevato, tenendo presenti le condizioni del terreno, con i centrocampisti pronti a ricucire le azioni e a riportare il pericolo davanti a Boranga. Così il gol di Pecci al 25' di gioco è parso del tutto logico, come la ciliegina sopra una torta ben riuscita. Con il Cesena alle corde, Zaccarelli ha toccato corto dal corner per Sala, c'è stato uno scambio stretto fra i due e poi Claudio ha azzeccato un cross del suoi sul quale Pecci è entrato di precisione di testa piazzando la palla fuori dalla portata di Boranga. Il Cesena a quel punto aveva ben poco da dire, anche nei minuti precedenti le azioni salienti erano state tutte di marca granata. Già al terzo minuto una deviazione di Graziani su lancio di Claudio Sala era stata appena lunga per Pulici, quindi lo stesso Sala ha aperto i suoi venti minuti di grazia svariando sulla sinistra fin sul fondo e centrando una palla che ha tagliato fuori Boranga ma è risultata troppo lunga per le punte che si erano accentrate davanti alla porta cesenate. Il primo vero pericolo per Boranga è scattato al quinto minuto quando, su corner di Zaccarelli, Graziani ha appoggiato di testa verso la rete e Pulici in spaccata soltanto per un soffio non è arrivato a deviare la palla. I romagnoli hanno reagito con un'avanzata di Rognoni in dribbling ma sull'ultimo passaggio è intervenuto pronto Caporale a spezzare l'azione e a riportare la palla in area avversaria. Al 12', l'episodio che ha sicuramente handicappato Castellini. Claudio Sala, con un preziosismo in più, ha perso una palla ai limiti dell'area favorendo il tocco di De Ponti largo per Bertarelli scattato sulla destra. Il centravanti ha puntato dritto verso la porta allungandosi un po' troppo la palla, Castellini è uscito con coraggio e buona scelta di tempo, ma gli sono rovinati addosso compagno ed avversario. Involontariamente, di certo, Bertarelli ha toccato il portiere al capo e Castellini è rimasto svenuto a terra. L'arbitro Menegali ha chiamato il massaggiatore, Castellini s'è ripreso dopo qualche cura, ma non era completamente lucido, come ha dimostrato infatti il gol preso allo scadere del tempo. Con il Torino a quel punto in vantaggio, il Cesena ha inscenato due o tre avanzate e su una sulla sinistra Santin ha compiuto un fallo sui tre quarti del campo. La palla è stata battuta larga per Zuccheri, il quale ha fatto qualche passo sulla fascia laterale, ha centrato lungo e forte in area granata. Caporale e altri due difensori hanno mancato l'intervento sulla traiettoria della sfera, Castellini se l'è vista picchiare davanti troppo tardi ed infilarsi in rete dopo aver fatto carambola contro il montante basso alla sua sinistra. Così, dopo tanto lavorare, il Torino è andato al riposo in parità. Nella ripresa, come si è detto, il Cesena ha preso coraggio, si è portato in avanti con decisione, ma al 9' i granata meritavano di tornare in vantaggio. E' scattato Sala a centrocampo, ha lanciato Graziani sul cui cross, lungo e basso, Pulici si è buttato di testa sorprendendo i difensori ma non Boranga che ha fermato la palla sulla linea a filo del montante. Sulla risposta c'è stato l'unico vero tiro del Cesena di tutta la partita. Ancora Zuccheri per De Ponti, ma la staffilata trasversale dell'attaccante (l'autore della splendida rete contro il Milan) si è persa sul fondo. La partita ha poi fatto registrare una lunga serie di avanzate del Cesena interrotte da contropiedi del Torino che però vedevano solo Graziani combattivo. Qualche brivido per Cazzaniga su centri provenienti dalle fasce laterali ma nessun pericolo reale sino allo scadere del tempo. Il Torino nel finale ha cercato di capovolgere il gioco, si è rivisto Sala che per una lunga parte della ripresa si era limitato ad un gioco di interdizione, ma Graziani era troppo solo e Garritano fuori dal clima della gara non poteva dargli un efficace appoggio. E' finita così uno a uno con strette di mano e complimenti reciproci al centro del campo.