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Sinigaglia
11/04/1976
h.15.30
COMO - TORINO 0-1 (0-1)
Como
: Rigamonti, Melgrati, Boldini, Garbarini, Fontolan, Mutti (al 69' Garlini), R.Rossi, Correnti, Scanziani, Pozzato, Cappellini. A disposizione: Tortora, Torrisi. All.: Bagnoli.
Torino: Castellini, Santin, Salvadori, P.Sala, Mozzini, Caporale, C.Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Garritano, Gorin II. All.: Radice.
Arbitro: Il signor Agnolin di Bassano del Grappa ha diretto con qualche sbavatura ma senza commettere errori degni di nota.
Reti: Graziani 10'
Spettatori: 21.061 di cui 16.024 paganti (circa 10 mila da Torino) per un incasso di lire 63.522.500.
Note: Giornata di sole, con lieve brezza, temperatura dolce, terreno in buone condizioni. Presente in tribuna d'onore assieme ai presidenti delle due squadre l'ex presidente del Milan Albino Buticchi. Ammoniti per gioco scorretto Scanziani e Santin. Sottoposti al controllo antidoping Santin, Caporale e Pulici, Garbarini, Correnti e Pozzato.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 12 aprile 1976]
Il Torino non sa cosa sia lo choc da primo posto. Mai quest'anno, In trasferta, avevamo visto una squadra granata così votata all'offensiva, tanto concentrata nello spostare in avanti di molti metri la linea di difesa, tanto svelta nel passare dalla fase di interdizione a quella di attacco: ed un attacco ben sostenuto, non solo fiondato per le punte Pulici e Graziani, ma sorretto dai centrocampisti, tant'è vero che Pecci ha colto due traverse ed ha costretto Rigamonti alla più difficile parata della giornata. I tifosi che hanno fatto il viaggio a migliaia, fino a Como, sono stati ben ripagati. Al di là del risultato, e prima ancora di esso, conforta chi crede ad un certo tipo di football, fatto di generosità e di slancio, privo di calcoli, la conferma piena del carattere della squadra di Radice, forte e sanguigna, capace ancora di premere sull'acceleratore alla notizia del pareggio dell'Ascoli a Bergamo, ma indenne da reazioni negative all'annuncio della rete del gran vecchio José Altafini. Il Como ha avuto dalla sua i primi cinque minuti, quando gli attaccanti hanno sprecato due occasioni propizie obbligando anche Castellini ad un'uscita spericolata, a freddo, mentre i granata stavano ancora registrando le marcature e Santin mostrava di patire d'acchito la vivacità di Rossi. Ancora per i lariani una mischia a metà tempo ed un'altra davanti a Castellini quasi in chiusura di partita, ma per il resto il gioco è sempre stato in mano ai granata, i quali hanno segnato una splendida rete secondo il solito cliché che prende avvio dal piede felpato di Claudio Sala, e ne hanno fallite altre per sfortuna (Pecci) o per imprecisione del tiro (Caporale, libero con licenza di attaccare, Zaccarelli, Graziani e Pulici). Alla manovra di attacco granata, ha nuociuto in parte nella ripresa l'individualismo spinto dimostrato da Graziani il quale in alcune occasioni ha cercato cocciutamente l'azione personale invece di vedere il compagno con il quale dialogare (o da lanciare a rete, nel caso di Pulici). Il rilievo è doveroso, anche se Graziani negli spogliatoi ha dichiarato di non aver nessun motivo di rivalità o di egoismo. Pub darsi che il miraggio della classifica cannonieri sia una cosa impalpabile, ma che comunque lo attiri comprensibilmente, ma questo non deve costituire un rischio per il Torino né minare l'efficacia della manovra offensiva. Fra la graduatoria dei marcatori e lo scudetto non c'é confronto, ne converrà anche Graziani il quale - ripetiamo - dice comunque di non pensarci. Può darsi anche che l'attaccante sbagli per eccesso di entusiasmo, qualità che del resto ha dimostrato nel finale quando è tornato più volte a difendere nella propria metà campo. Dire del Torino di oggi è piuttosto facile. Il Como, abituato a tenere l'iniziativa nelle gare in casa (anche se spesso ciò non gli è bastato a fare punti per la mancanza di sfondatori) si è visto aggredito sul proprio terreno da una squadra ricca di verve, in salute, forte fisicamente al punto da arrischiare in difesa, sicura di poter recuperare In qualche modo. Con Malgrati su Pulici e Fontolan su Graziani, i lariani hanno fronteggiato i cannonieri avversari, ma i due difensori hanno potuto dar ben poco del consueto apporto alle manovre offensive impegnati com'erano dal diretti avversari. A centrocampo Correnti ha perso il duello con Pecci, Mutti è stato impegnato allo spasimo da Claudio Sala, Scanziani, per altro sempre bravo, ha trovato un Salvadori migliore di lui. Vinti tutti o quasi i duelli diretti, il Torino ha condotto la partita con un'autorità che l'uno a zero non spiega a sufficienza. E' comprensibile che i tifosi granata sobbalzassero o ammutolissero sulle gradinate ad ogni accenno d'offensiva degli avversari, ma in realtà il Como ha creato ben pochi pericoli per Castellini. Il Torino ha così vinto la terza gara in trasferta della stagione dopo San Siro (Milan) e Firenze la quarta con il derby, offrendo una dimostrazione di solidità e di voglia di vincere che ha finito per consolare il deluso pubblico comasco. Il quale vede affievolirsi le speranze di salvezza della simpatica squadra di casa. La formazione di Radice ha impressionato per la caparbietà con la quale ha vinto la battaglia a centrocampo e la rapidità con la quale ha saputo ogni volta scattare all'offensiva. Pecci è stato il solito punto di riferimento prezioso, ma Claudio Sala e Zaccarelli gli hanno dato una valida mano, mentre Salvadori e Patrizio Sala sono stati i più continui nell'offrire al regista la possibilità di aperture sulle fasce laterali. La partita, all'avvio, aveva dato speranze al lariani. Subito Mutti, saltato Claudio Sala, ha lanciato rasoterra a Renzo Rossi e Castellini è stato costretto ad anticipare l'attaccante con una uscita spericolata. Al terzo minuto Correnti ha lanciato ancora Rossi, stavolta a destra, e l'ala ha evitato Santin e Caporale, ha tirato balordamente sul fondo. La risposta della coppia Pulici-Graziani è stata sventata in angolo da Fontolan, quindi la squadra di Radice ha iniziato a condurre il solito pressing sui difensori avversari per impedire loro di impostare con comodità le manovre. I risultati si sono visti quasi subito. Il Como ha cominciato a muoversi con minore autorità e a denunciare chiari affanni difensivi. All'8' sulla punizione di Sala deviata di testa da Pulici, Zaccarelli a tre metri dalla porta ha tentato la botta al volo mandando la palla altissima, ma due minuti dopo e arrivato il gol. Corner provocato da Santin, esecuzione dalla bandierina di Claudio Sala, velo di Pulici e palla perfetta per Graziani il quale arrivando dalle retrovie l'ha Infilata quasi nel sette alla destra di Rigamonti. Il Torino saliva ancora di tono, andava via Pulici al quarto d'ora sul filo del fuorigioco con uno scatto perentorio, ottimi erano i surplaces sul fondo ed il tocco indietro per l'accorrente Pecci: gran botta d'incontro e palla contro la traversa e poi sul fondo. Insisteva il centrocampista, più avanzato grazie alla protezione di Claudio Sala, ed al 18' riceveva la sfera da Salvadori dieci metri fuori dell'area: due passi in corsa e nuova botta, altra traversa stavolta proprio all'incrocio dei pali. Pecci non si scoraggiava, riprendeva al 22' su Invito di Claudio Sala (punizione per fallo su Graziani) e stavolta era Rigamonti in tuffo a deviare la botta in corner. Il Como cercava di scuotersi, al 28' creava una mischia sotto Castellini dopo un colpo di testa di Fontolan. Ostacolato da Scanziani il portiere non tratteneva la palla, poi Santin strattonava Renzo Rossi che cercava di dare alla sfera la botta decisiva. Agnolin (una direzione di gara imprecisa e casalinga) chiudeva gli occhi su entrambe le irregolarità ed il Torino poteva riprendere la sua partita d'attacco senza danni. Claudio Sala cominciava a diventare il bersaglio di troppe scorrettezze, Santin commetteva una ingenuità fermando la palla con le mani dieci metri fuori dell'area credendo un'azione interrotta dall'arbitro. Partiva bene il Como ancora con Rossi in apertura di ripresa (lo scatto del lariano era per altro propiziato da una incertezza di Agnolin sull'assegnazione della rimessa laterale). Replicava Pecci, ma Graziani iniziava la serie degli assurdi tentativi personali e calciava fiacco su Rigamonti, per non vedere subito dopo Pulici solo dalla parte opposta e battere di nuovo malamente in porta. Aumentavano gli scontri, Claudio Sala era messo a terra malamente da Mutti, poi il Torino chiudeva in attacco, lasciando al Como rari contropiede. Ancora piede di Patrizio Sala. Pulici, un bel triangolo Caporale Pecci Caporale con botta sul fondo del libero entrato solo in area. I lariani cercavano ancora di reagire, ma il Torino era troppo superiore per dare loro respiro.