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Olimpico di Roma
27/02/1977
h.15.00
ROMA - TORINO 1-0 (1-0)
Roma
: Conti P., Chinellato, Maggiora, Boni, Santarini, Menichini, Conti B., Di Bartolomei, Musiello, De Sisti, Prati (al 46' Bacci). A disposizione: Quintini, Sabatini. All.: Liedholm.
Torino: Castellini, Danova (al 72' Garritano), Salvadori, Sala P., Mozzini, Caporale, Sala C., Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Butti. All.: Radice.
Arbitro: Michelotti di Parma.
Reti: Musiello 18'.
Spettatori: 54.415 di cui 12.701 abbonati e 41.714 paganti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 28 febbraio 1977]
Il calcio è un gioco ed è soggetto, quindi, a regole scaramantiche. In un sol giorno il Torino ha perso la partita, la sua imbattibilità in campionato che durava da un anno, il suo gioco abituale, e ha visto uscire Pulici in barella a tre minuti darla fine per un incidente che al momento era parso grave (il giocatore è rimasto quindici minuti privo di conoscenza) e che comunque, è stato molto spiacevole. Ha perso anche il primato in classifica, ma questo può essere un fatto provvisorio nel rispetto dell'altalena con la Juventus unica sua antagonista al titolo. La scaramanzia s'identifica pure nel minuto in cui è stato subito il gol decisivo (17') La Roma ha trattato, Insomma, il Torino come aveva fatto venti giorni prima con la Juventus. Il suo compito, rispetto ad allora, non è stato altrettanto agevole, spettacolare, privo di ombre, ed è stato facilitato anche dall'arbitro Michelotti, che non ha visto, o non ha voluto vedere, due falli da rigore a favore dei granata, Il primo su Graziani, il secondo su Garritano.. Va aggiunto che i giallorossi, una volta in vantaggio, hanno puntato sul contropiede per abbàttere definitivamente il Toro, ma anche soprattutto su un gioco intimidatorio con Maggiora, il custode di Claudio Sala, ih prima linea. Maggiora, altro ex bianconero, ha mirato qualche volta alla palla e qualche' volta alle caviglie di Claudio Sala, che dei granata ancora una volta, è apparso il migliore. Nel secondo tempo Radice, dopo un'ulteriore, pestata al suo capitano, non ci ha visto più ed è balzato dalla panchina invocando la tutela dell'arbitro: Michelotti gli ha risposto indicando il cartellino giallo, quello dell'ammonizione. Non pago, Maggiora ha poi steso Pulici e l'ha restituito agli spogliatoi in barella, quando ormai la partita era entrata nelle battute finali. Così la gara sempre tesa, sempre incerta, mai bella però, è finita tra gli insulti e il nervosismo, con un espulso e un , infortunato. Disperatamente Radice ha schierato negli ultimi venti minuti le tre punte, ma più che di Graziani, Pulici e Garritano, al Torino sarebbe bastato uno Zaccarelli in forma. Invece Zac ha sbagliato partita e soprattutto i tiri decisivi, uno dei quali (al 22' della ripresa) fallito in, modo clamoroso da sei-sette metri, tutto solo. In precedenza, al 9', sempre della ripresa, aveva almeno potuto appellarsi alla bravura di Paolo Conti che gli era uscito tempestivamente incontro. Queste per il Torino non sono attenuanti, anche se potrebbero apparire come tali. La squadra granata non ha perso soltanto per colpa di Musiello, o di Maggiora, o dell'arbitro. Ha perso perché all'Olimpico ha confermato certe smagliature nel suo gioco, un certo, calo psicofisico nel rendimento del. Suoi uomini chiave e soprattutto una rilassatezza iniziale che può anche essere interpretata come un'incertezza inizialo. La svolta, tuttavia, si è avuta al 16' quando Claudio Sala si è svegliato per dare la carica ai suoi, come da copione. E' partito da .centrocampo, ha dribblato due uomini, ha tagliato uh pallone ideale sulla fascia destra verso lo smarcatissimo Pulici, il quale, giunto in area solo, di destro ha alzato ben oltre la traversa. Un minuto dopo la Roma andava in gol: cross di Boni dalla destra, lieve correzione di un granata, Castellini esce, preso leggermente in contropiede dalla deviazione. Musiello lo anticipa con un colpo di testa, c'è un rimpallo, Musiello è il giocatore che rimane più vicino alla palla e batte a rete infilandola fra Castellini, Caporale e Mozzini, d'esterno destro. Un pezzo di bravura, il suo. Una volta in svantaggio, il Torino ha mostrato i denti ma non le idee lucide, tanto che al 20' la Roma sfiorava il raddoppio cori Prati il quale proprio sulla linea, con Castellini fuori causa, si faceva precedere di un soffio da Danova sui eros di Bruno Conti. Dalia mezz'ora in sii un monologo granata, arruffato, rabbioso, non sempre ben organizzato, comunque un monologo. Graziani cadeva ripetutamente sotto la spinta degli avversati (Menichini ed altri) e non sempre Michelotti vedeva (accecato anche lui dal sole e rammollito dal caldo?). Al 44' una grossa possibilità per pareggiare. Santarini stendeva con un vistoso fallo di ostruzione Graziani in piena area. Michelotti indicava il calcio a due dal vertice dell'area piccola: tocco di Claudio Sala per Pulici, gran botta e rinvio sulla linea. Pulici protestava furiosamente, Michelotti lo ammoniva. Che cosa aveva visto Pulici? Una respinta con la mano di Bruno Conti. Ripresa. Dentro Bacci, fuori Prati per rafforzare la linea del centrocampo romano. Dopo pochi minuti Radice dispone Danova su Bruno Conti, Patrizio Sala su Bacci, Salvadori su Di Bartolomei in attesa di piazzare le tre punte inserendo Garritano e facendo uscire Danova. Conti offre, ancora una palla comoda a Musiello, che da buona posizione sfiora li montante sinistro di Castellini. Poi ancora Toro, sempre Toro fino al termine. Nell'area giallorossa, assediata, si creano mischie furiose, però Zaccarelli sbaglia, Conti para. Graziani viene steso in area, Garritano viene tenuto da un avversario a terra mentre si rialza per avventarsi su una comoda palla offertagli da Conti che aveva respinto un precedente tiro di Claudio Sala. Non era la giornata del Toro, e l'immagine di Pulici che esce in barella è l'ultima e malinconica. Dopo un anno di gloria, un giorno amaro. Però non c'è niente da rifare, non è il caso di versare lacrime o di strapparsi i capelli. Anche il Toro può perdere, senza che con questo cambino le sue ambizioni. Ogni tanto una caduta serve, per rialzarsi meglio.