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Comunale di Firenze
23/04/1978
h.15.30
FIORENTINA - TORINO 2-0 (2-0)
Fiorentina
: Gall, Galdiolo, Orlandini, Pellegrini, Della Martira, Zuccheri, Caso, Braglia, Sella, Antognoni, Desolati. A disposizione: Carmignani, Casarsa, Prati. All.: Chiappella.
Torino: Terraneo, Danova, Santin (al 46' Salvadori), Sala P., Mozzini, Caporale, Sala C., Pecci, Graziani, Butti, Pulici. A disposizione: Castellini, Gorin II. All.: Radice.
Arbitro: D'Elia di Salerno.
Reti: Antognoni 27', Aut.Danova 29'.
Spettatori: 50.513 di cui 14.267 abbonati e 36.246 paganti.
Note: Ammonito Galdiolo.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 24 aprile 1978]
E' un Torino in disarmo, un Torino che gioca finché, regge il risultato. Al primo infortunio - uno stupendo gol di Antognoni, che rientra dopo alcune settimane di riposo - la squadra si disunisce; viene subito il secondo gol sotto forma di autorete di Danova, e tutto crolla. Il gioco diventa frammentario, saltano i collegamenti, la geometria si perde in un dedalo di passaggi senza senso, troppi portano la palla, nessuno ragiona, nessuno tira a rete. Lo zero a due rimane pertanto valido anche al fischio di chiusura. E' un risultato che umilia, che offende, che richiama i giocatori granata al senso del loro dovere professionale. Si può perdere. Capita anche alle grandi squadre, ma bisogna saper reagire, controbattere, e specialmente bisogna combattere. La rinuncia, la rassegnazione, non s'addicono a giocatori di rango. E' umiliante essere alla mercé di un avversario che ha sì bisogno di vincere, ma che gioca con tanta paura di perdere da abborracciare una manovra tutta i scatti, generosa ma per nulla trascendentale. La Fiorentina si aggrappa alla speranza e conquista i due punti con la volontà del naufrago che raggiunge a nuoto l'ultima tavola galleggiante. Sono punti preziosi. Basteranno? Non basteranno? Si vedrà a fine campionato. Oggi non c'è alternativa: o si vince o si va in serie B. I ragazzi di Chiappella soffrono e segnano due gol. Li difendono con determinazione, anche forse con qualche errore e un po' di fortuna, ma li portano sani e salvi alla fine e tornano a sorridere. Non è una grande Fiorentina, e questo aggiunge critica alla prestazione del Torino. La differenza del valori tecnici è tale che neppure invertendo il risultato si otterrebbe un quadro chiaro del potenziale di classe. Invece il Torino cade in una sconfitta che non ha attenuanti. Poteva anche andare peggio. Sarebbe bastato un po' più di determinazione, e forse un po' meno paura da parte dei toscani perché il punteggio assumesse proporzioni addirittura allarmanti. Che cosa è successo a questo gioiello che è la squadra granata? L'indagine sarebbe lunga e non è neppure il momento di tentarla. Limitiamoci ad alcune considerazioni che emergono dalla prova fiorentina. La difesa è in difficoltà. Perché troppi uomini non sono in forma atletica. L'applicazione del trucco del fuorigioco crea distrazioni gravi e vengono pericoli seri. Basta che un terzino avversario avanzi per determinare il caos. E questo anche perché i centrocampisti soffrono l'usura della fatica. Non è brillante neppure Claudio Sala che pure è stato per lunghe settimane l'inventore del gioco, non è deciso Patrizio Sala, è lento più del lecito Pecci, non è colpevole invece Butti che prende il posto di Zaccarelli infortunato. L'assenza di Zac è determinante. Manca l'elemento che ragiona, e tutta la manovra sa di improvvisazione e di fragilità. Alle punte arrivano pochi palloni utili, ma nelle rare volte in cui la manovra si sviluppa Graziani e Pulici confermano una crisi piuttosto seria. Non vuole essere un esame della squadra, ma un semplice giudizio dopo la delusione di Firenze: Alla base di queste prestazioni sta forse un'involontaria abdicazione all'alta classifica. E' un sentimento inconscio, una situazione anomala, ma è realtà. I granata si sono convinti da tempo che la Juventus è irraggiungibile. Perso di mira il risultato pieno, la squadra si adatta ad un gioco di ordinaria amministrazione. Manca la grinta, non parliamo di pressing, non scomodiamo la volontà. E' difficile rimanere sempre tesi per lunghe settimane. Diventa impossibile quando ci si accorge che il traguardo non pub più essere raggiunto. Il terzo posto in classifica, in, coabitazione col Milan (ma con differenza reti inferiore, quindi si potrebbe parlare addirittura di quarto posto) potrebbe scuotere i dormienti. Il Torino vale di più. Ha ragione Radice quando afferma: "lo ho ancora fiducia in questa squadra". Ma la fiducia deve essere corrisposta. Non sempre si può vincere, ma sempre bisogna combattere, soffrire e rinunciare alla personalità a favore del collettivo. La Fiorentina continua a sperare. Dice Chiappella: "Non è finita, ma abbiamo fatto un grosso passo avanti". Domenica i viola vanno a Pescara con il morale a mille, poi verrà a Firenze il Genoa per una partita che potrebbe decidere tutto. La squadra di Chiappella appare in ripresa. Il ritorno di Antognoni è importante. Antognoni, pure accusando difficoltà per scarsa preparazione, dà al complesso il tocco della classe. Il suo gol è perfetto, i suoi allunghi sovente (non sempre però) essenziali, la sua presenza completa il reparto più debole che è il centrocampo. Antognoni non ha continuità, ma dagli artisti non si può pretendere un lavoro costante. Deve essere lasciato libero. Non è un regista, è un estemporaneo che inventa e crea. In questa partita Antognoni fa tutto, anche il difensore. Nei momenti di maggior pressione torna per proteggere la rete di Galli, l'altro fuoriclasse toscano. Ma Galli non ha lavoro difficile. Rimane disoccupato per la scarsa vena di Graziani e di Pulici e anche di Claudio Sala. Il Torino comincia bene, con ordine, dimostra quasi di voler giocare la sua partita. Ma non è in un momento felice. Lo si vede presto quando a pochi minuti dall'inizio Claudio Sala centra da destra un pallone dosatissimo per Graziani, solo davanti a Galli. Il colpo di testa del centravanti è nettamente j sbagliato (8'). Il pubblico tace. Il rischio di cominciare male raggela i tifosi toscani. Lo scampato pericolo consiglia ai viola di accentuare il ritmo. Il Torino tenta di imporre il suo gioco, ma molti appaiono in difficoltà. La manovra è lenta, ma più che altro manca la determinazione. La Fiorentina prova timidamente ad attaccare. E' un gioco di assaggio. Al 26' Mozzini atterra Sella pochi metri fuori dall'area di rigore in posizione centrale. Caso tocca per Antognoni che con tiro prepotente batte Terraneo: uno a zero al 27'. Non c'è tempo per riflettere. L'accenno di risposta del Torino è controllato sul nascere. Graziani è fermato da Della Martira che lancia Pellegrini. La palla sembra danzare in zona morta. Pellegrini rincorre, arranca e riesce a tenerla in campo crossando in una zona piena di gente. Nessun toscano è pronto. Interviene Danova che di piatto manda in rete: autogol classico, è il due a zero e siamo appena al 28'. Nel risultato c'è un pizzico di fatalità, ma sbaglia chi si attende una pronta reazione. Il gioco continua sullo stesso ritmo. Mollano un po' i toscani, non accelerano i torinesi. E' una gara al piccolo trotto. Senza slancio, senza scatti. Quasi una passeggiata collettiva. I padroni di casa vorrebbero finire presto, i granata dal canto loro non dimostrano decisione. Come se il risultato non interessasse. Pecci corre, ma Butti non trova la posizione, Claudio Sala viene sistematicamente anticipato da Zuccheri. Pulici sbaglia qualche tiro. Graziani inutilmente si adopera nel tentativo di dare ordine ad una manovra che non ha sbocco. Un'ammonizione di Galdiolo per fallo chiude il primo tempo. Nella ripresa entra Salvadori al posto di Santin. Ma il gioco non cambia. Il Torino attacca, ma in contropiede gli avanti viola filano verso Terraneo creando sgomento. Il trucco del fuorigioco non riesce sempre, e Terraneo a volte deve intervenire addirittura fuori area per evitare guai. E' un batti e ribatti senza senso, senza logica. I padroni di casa sono paghi, non vogliono correre rischi, si accontentano. I granata non hanno la forza di recuperare. Giocano di più ma non giocano meglio. Il pubblico scandisce i minuti dell'orologio. La vittoria è preziosa, guai a concedere spazio. Un tiro di Pulici è facile preda di Galli Tutto qui. Finché D'Elia manda le due squadre negli spogliatoi. E' finita. Per il Torino è il crollo di ogni sogno di scudetto, per la Fiorentina rinverdiscono le speranze di salvezza.