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Ernst Grübe Stadion
05/11/1980
h.13.00
1.FC MAGDEBURG - TORINO 1-0 (1-0)
1.FC Magdeburg
: Heyne, Ragust, Cramer, Tyll, Mewes, Stahmann, Pommerenke, Steinbach, Streich, Windelnand, Dobbein. A disposizione: Bahar, Decker, Seguin, Halata. All.: Urbanczyk.
Torino: Terraneo, Volpati, Salvadori, Sala P., Danova, Van De Korput, D'Amico (all'89' Pulici), Pecci, Graziani, Zaccarelli, Sclosa. A disposizione: Copparoni, Masi, Spagnuolo, Mariani. All.: Rabitti.
Arbitro: Keizer (Olanda).
Reti: Tyll 24'.
Spettatori: 14.500 circa.
Note: Temperatura rigida, attorno ai tre gradi sotto lo zero, con leggero vento. Ammoniti Mewes, Van de Korput, Salvadori e Zaccarelli, tutti per gioco scorretto. Presenti circa 150 sostenitori del Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 6 novembre 1980]
Il Torino va avanti in Coppa Uefa, con merito: aveva inventato il 3-1 dell'andata su un Magdeburgo come stordito dallo slancio dell'avversario, ha contenuto ieri la sconfitta in limiti utili, lo 0-1 premia infatti la condotta di squadra dei granata. Hanno incassato un gol dopo 25' al termine di una incredibile carambola, in un momento di piena spinta del Magdeburgo, ma sempre hanno reagito coi gioco, senza farsi chiudere per scelta propria, anche se il Magdeburgo una volta in vantaggio ha ovviamente tentato il tutto per tutto per arrivare al 2-0 che gli avrebbe consentito di passare il turno. Mai però i tedeschi, pur scatenati, vigorosi, privi di Hoffmann e con Seguin in panchina ma con Streich difficilmente contenibile, sono riusciti a creare una palla gol su azione. Hanno tentato a lungo la manovra aggirante e, quando nella ripresa i minuti passavano senza che arrivasse il raddoppio, hanno scelto la strada della piena bagarre. Forti del vento alle spalle, hanno ricacciato palloni su palloni davanti a Terraneo, ma la difesa granata non ha sbagliato un intervento, sempre cercando di impostare la manovra offensiva, al punto da terminare il match nella metà campo tedesca, palleggiando sotto gli occhi degli ormai esausti avversari, in attesa che l'arbitro olandese Keizer (una buona direzione la sua, con qualche tolleranza sullo scontro atletico, tolleranza alla quale il nostro football non è abituato) desse il segnale di chiusura. Soltanto dopo il gol, realizzato da Tyll dopo un calcio d'angolo (lunga battuta da destra di Steinbach, Stahmann dalla parte opposta schiaccia di testa in area, Mewes con la fronte fa sponda per Tyll il quale infila ancora di testa, in una difesa granata sorpresa dalla rapidità degli scambi) il Torino ha avuto uno sbandamento. Prima e dopo questo momento difficile, i granata sono apparsi sempre lucidi, attenti a tradurre in pratica sul campo le raccomandazioni di Rabitti. Soltanto Graziani ha pagato la sbornia di elogi dopo Italia-Danimarca: aveva un compito difficile, contro rivali che entravano duro e lo sovrastavano fisicamente, ma soltanto nel finale si è risvegliato in pieno facendosi vedere e sentire. Sclosa ha patito le consegne: doveva presidiare la fascia sinistra, impedire cioè al forte Raugust di avanzare a sostegno dell'attacco, lo ha fatto con impegno ma perdendo la consueta efficacia. Van de Korput ha rimediato a qualche incertezza con altri interventi perentori. Terraneo ha stretto i denti faticando negli scatti e nei rinvii per una botta alla gamba ricevuta in mischia, gli altri sono stati tutti splendidi. Danova, al rientro, ha sofferto soltanto per dieci minuti la strapotenza fisica di Steich, Volpati ha frenato bene Steinbach, Salvadori ha patito sullo scattante Windelband ma a gioco lungo ne ha avuto ragione. Il pacchetto di centrocampo merita gli elogi pieni. Ha faticato all'inizio per la vivacità di Tyll, ma è stato sempre lucido facendo da filtro, tentando il pressing, per rompere la continua azione del Magdeburgo i cui difensori erano pronti a venire avanti in appoggio. Grande Pecci, forza e cervello, anche i tackles che Bearzot spesso non vede, tutta la furbizia e l'astuzia necessarie. Se la classe vale ancora, sarà meglio che Pecci sia visto più a fondo: ha guidato la squadra faticando e pensando. E con lui Zaccarelli, splendido nel primo tempo, sino a sfiorare due volte il gol, accorto nel tenere la posizione nella ripresa, finalmente a posto nel fisico (sono i terzi 90' consecutivi, che regge a pieno ritmo), D'Amico che ha dato una nuova prova di quanto sia cambiato, di quale continuità di gioco sia capace. Cosi, in una giornata difficile (freddo, vento, campo stretto, avversario scatenato e più forte atleticamente) il Torino è riuscito a limitare i danni, e ha trovato nuova convinzione. Il Magdeburgo ha iniziato il match in attacco e cercando di intimidire l'avversario (subito tre falli consecutivi, due dei quali su Graziani), ma i granata hanno ribattuto colpo su colpo. La pressione iniziale dai tedeschi ha creato il primo grosso pericolo al 18' quando l'arbitro Keizer ha lasciato correre un fallo di Streich su Danova, Mewes ha raccolto la palla lanciando Pommerenke in un corridoio utile, chiuso al momento del tiro da Salvadori. Al 25' il gol che ha portato in vantaggio il Magdeburgo, poi il momento di paura del Torino, e una serie di offensive della squadra di casa, sostenuta a gran voce dal pubblico. Venivano ammoniti prima Mewes e poi Salvadori per gioco scorretto, quindi i granata chiudevano il primo tempo in attacco. Una botta di Volpati è stata deviata in angolo fortunosamente da Stahmann, quindi al 44' dopo una punizione di Pecci ancora respinta alla meglio dalla difesa, Zaccarelli è entrato dalla sinistra, ha calciato di mezzo volo, Heyne non ha trattenuto la sfera che è stata respinta sulla linea da Mewes. Il Magdeburgo ha iniziato la ripresa con veemenza, Terraneo ha avuto un'indecisione al 49' su lungo cross dalla destra di Mewes e la palla è andata a spiovere contro l'incrocio dei pali per rimbalzare nella mischia, risolta da Danova. Ammonizione al 57' anche per Sclosa, il quale dopo aver perso palla ha commesso un brutto fallo in rovesciata su Steinbach. Poi col passare dei minuti le bordate dei tedeschi sono state sempre meglio controllate dalla difesa torinese. I rischi maggiori Terraneo finiva per patirli sui calci di punizione e sui calci d'angolo, ma la fatica cominciava a farsi sentire nelle gambe dei giocatori del Magdeburgo i quali perdevano via via in lucidità, tanto che nel finale, come si è detto, il Torino poteva portare in fase di alleggerimento la palla nella metà campo avversaria.