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San Paolo
01/06/1983
h.20.30
NAPOLI - TORINO 0-0
Napoli
: Castellini, Bruscolotti, Citterio, Marino, Ferrario, Amodio (al 46' Carannante), Scarnecchia (al 46' Vagheggi), Dal Fiume, Diaz, Cimmaruta, Pellegrini. A disposizione: Pellegrini, Della Pietra, De Vitis. All.: Pesaola.
Torino: Terraeo, Van de Korput, Beruatto, Rossi E., Danova, Galbiati, Ferri, Dossena, Selvaggi (all'84' Bonesso), Hernandez, Borghi (al 68' Comi). A disposizione: Copparoni, Benedetti, Salvadori. All.: Bersellini.
Arbitro: Pieri di Genova.
Reti: -
Spettatori: 31.243 paganti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 2 giugno 1983]
Tra Torino e Napoli secondo round per una partita vera, giocata per far risultato e mantenere, con il proseguimento in Coppa, la speranza di rientrare nel calcio internazionale. Il pubblico napoletano, che crede con una fiducia ammirevole nella sua squadra, ha risposto ben oltre le previsioni al richiamo un po' spento di questa partita. L'impressione è che alle sorti della società tenga più il semplice tifoso o il calciatore, per definizione mercenario, che non i dirigenti, impegnati nella battaglia attorno a Totonno Jullano, e non solo in quella. Pesaola, allenatore anche lui pro tempore, ha cercato di mettere in campo una squadra con ambizioni offensive. Due punte fisse, Diaz e Pellegrini, con Scarnecchia a lavorare in posizione più arretrata a contatto con 1 centrocampisti. Tra i pensatori di questo settore che deve creare gioco, debutta il ventunenne Antonio Clmmaruta. Ottimo tocco, buona visione del gioco, fisico un po' gracile per contatti appena rudi. In difesa, assente il divino Rudy Krol, operato proprio ieri al menisco. Ferrario è il libero dotato di buona autorità, con Bruscolotti assegnato alla marcatura non sempre facile di Selvaggi. I granata debbono difendere il risultato della prima partita e partono con uno schieramento di copertura dichiarata, pur senza rinunciare agli spunti di Selvaggi e Borghi, mentre Hernandez gioca più arretrato del solito. L'assenza di Corradini, impegnato con la Nazionale militare, ha fatto inserire fin dal primo minuto Ezio Rossi che è un buon marcatore, ma ha il piede piuttosto ruvido: caso ha voluto che toccassero a lui due bei lanci in profondità e i suol tentativi di controllo della palla sono risultati del tu: toinutili. Schierato con le sue linee arretrate, chiuse attorno a Galbiati, il Torino ha retto bene, quasi senza fatica, al primo quarto d'ora di attacchi un po' zoppicanti del Napoli. Diaz si muove meglio che non in un recente passato: ha tirato sempre dalla sinistra, sua posizione preferita, al 15' e 17', mancando prima la porta di poco e poi cogliendo Terraneo pronto alla deviazione. Dopo questo piccolo primo brivido, i granata si aprono un poco di più e sprecano qualche azione offensiva, se non altro per mantenere il controllo della palla più a lungo- Al 29' Ferrarlo cerca di scuotere i compagni, parte da lontano, sgroppa fino all'area avversaria, manda un pallonetto preciso nel mucchio: respinge corto Danova e Citterio cicca la conclusione. I granata manovrano senza affondare i colpi, ma a poco a poco irretiscono il Napoli che non riesce più a portarsi in avanti fino alla fine del primo tempo. Per la ripresa, Pesaola tenta due carte nuove con Vagheggi, terza punta al posto di Scarnecchia, e con il giovane Carannante in sostituzione di Amodio. Non cambiano molto le cose, ma in compenso muta lo spirito e il Napoli attacca deciso. Il pubblico cerca nell'arbitro un capro espiatorio, per una qualificazione che ritiene già decisa a tavolino, ma è soltanto l'alibi per un po' di teppismo spicciolo, perché, In realtà. Pieri non sbaglia più di tanto. Il forcing degli azzurri dura pochi minuti, poi rimangono spunti individuali. E' Marino che ha le occasioni migliori, ma sbaglia due volte, la prima (66') clamorosamente a due passi dalla porta, e la seconda (69') con un tiracelo alto. Per la Coppa, disco verde al granata, un po' fiacchi e senza troppi meriti nella serata, ma dalla parte della ragione perché il Napoli ha fatto ben poco per ribaltare il due a zero dell'andata.