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Adriatico
20/11/1988
h.14.30
PESCARA - TORINO 2-0 (2-0)
Pescara
: Zinetti, Di Cara, Bergodi, Bruno, Junior, Ciarlantini, Pagano (all'88' Ferretti), Marchegiani, Gasperini, Tita, Berlinghieri (all'85' Caffarelli). A disposizione: Gatta, Zanone, Edmar. All.: Galeone.
Torino: Lorieri, Rossi, Ferri, Landonio (al 53' Bresciani), Benedetti, Cravero, Zago, Sabato (al 77' Fuser), Muller, Edu, Skoro. A disposizione: Marchegiani, Brambati, Catena. All.: Radice.
Arbitro: Paparesta di Bari.
Reti: Berlinghieri 16', Pagano 43'.
Spettatori: 20.876 di cui 5.243 paganti e 15.633 abbonati per un incasso di 431.723.944 lire.
Note: Ammoniti Skoro, Bruno e Zago; calci d'angolo 3-1 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 21 novembre 1988]
L'escalation del Torino verso il fondo classifica non si ferma e siamo arrivati un pelo sopra la linea rossa del quart'ultimo posto, con una seconda trasferta a Roma in programma fra sette giorni. Guaio grosso è che contro il Pescara il Torino è affondato ben oltre lo zero a due maturato sul campo. Potevano essere tre o quattro i gol di differenza, ma tutto è dipeso dal Pescara: suo il gioco, sua ogni iniziativa, sua la capacità di sbagliare d'un soffio ma comunque di divertire. Una giornata felice per Galeone, con Torino, oltre al Torino, a dargli nuovo respiro: ne avremo presi otto noi, ma pure i cinque della Juventus in casa.. In campo vanno i giocatori, ma mosse giuste ed errori dalla plancia, danno frutti e si pagano. Galeone ha assestato la difesa arretrando il libero (solitamente Bergodi, ieri Ciarlantini per via della squalifica di Campione) un paio di metri dietro la linea dei difensori. Ha abbandonato la zona dicono i puristi, più semplicemente ha tirato dalla botte il vino che c'era. Con l'esperto Zinetti in porta (e il funambolo Gatta in panchina a maditare sulle promesse mancate) a guidare gli spostamenti, la difesa ha ritrovato certezze, e poi a centrocampo il filtro ora funziona con Marchegiani a tutto campo, Gasperini saggio e misurato e Junior più che mai sublime, tanto bravo da dover essere trattato a parte. In avanti il tecnico ha avuto il coraggio di togliere la controfigura di Edmar, dando fiducia a Tita come riferimento centrale, e ponendo Pagano e Berlinghierì a stantuffo sulle fasce laterali, quindi anche in copertura. E i due lo hanno premiato ieri coni due gol. 16', un fallo inutile sulla destra manda Junior alla punizione. Parte il traversone preciso, troppo corto per l'uscita di Lorieri, giusto per Berlinghieri che arriva da lontano e schiaccia in porta. Il libero, Cravero, dov'era? 42'. Edu perde palla con Berlinghierì. Capita Ma poi va lui solo in caccia, e pur intervenendo su Gasperini non può impedirgli di aprire a trenta metri su Pagano già lanciato in corsa. Ci vuole una bella convinzione in se stessi (anche questo è un merito indiretto di Galeone), per fare altri venti metri a chiudere verso la porta e poi sparare sicuro, rasoterra, con Lorieri in uscita disperata. Giacomo Ferri, il marcatore, ha seguito senza mai intervenire. I meriti del Pescara vanno oltre i due gol (la traversa di Junior, le parate di Lorieri sui contropiede di Pagano e Berlinghieri, e ancora piccoli errori di mira) ma ecco intrecciarsi l'insipienza granata. Né Ferri né Ezio Rossi, hanno mai saputo controllare gli avversari diretti, appunto Pagano e Berlinghieri, mentre Benedetti ha fatto più falli che mai per bloccare Tita: e le punizioni a una squadra che ha in campo due brasiliani veri è meglio non regalarle. Cravero non è un libero spazzatutto per caratteristiche naturali, e purtroppo non è più nemmeno il regista arretrato. Se la difesa è sempre sotto pressione c'è sempre però qualcosa che non va a centrocampo. Nel caso del Torino c'è molto. Sabato e Landonio (persino peggio Fuser) sono stati travolti dal tocco rapido, dai passaggi di prima intenzione degli avversari, e Zago è rimasto un gradino più su soltanto grazie ai mezzi atletici sicuramente migliori. Il solo Edu ha dimostrato continuità nell'interdizione, svenandosi in questo lavoro che ha imparato da poco, e fatalmente perdendo in lucidità al momento di rilanciare il gioco. Ma poi verso chi si può rilanciare con Muller e Skoro davanti! Il brasiliano fa bene soltanto la sponda quand'è a tre quarti campo, ma diventa un ectoplasma in area o nei dintorni. Skoro non fa più bene nulla, una palla appoggiata su di lui è statisticamente persa in nove casi su dieci e il decimo è sicuramente lontano da zone, pericolose. Il ricordo personale di Skoro a far dannare Borowka e poi Brehme nell'immediata vigilia degli europei, svanisce di fronte alla realtà di oggi. E dire che allora era utilizzato a tutto campo con maggiore dispendio di energie.