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Olimpico di Roma
27/11/1988
h.14.30
ROMA - TORINO 1-3 (0-1)
Roma
: Tancredi, Gerolin, Nela, Manfredonia, Ferrario, Andrade (al 59' Collovati), Conti (al 59' Policano), Rizzitelli, Völler, Giannini. A disposizione: Peruzzi, Oddi, Di Mauro. All.: Liedholm.
Torino: Lorieri, Brambati, Ferri, Rossi, Benedetti, Cravero (al 35' Fuser), Zago, Sabato, Skoro, Comi, Edu. A disposizione: Marchegiani, Muller, Landonio. All.: Radice.
Arbitro: Magni di Bergamo.
Reti: Edu 25' (T), Fuser 71', 83' (T), Policano 75' (R).
Spettatori: 31.891 di cui 13.236 paganti per un incasso di 271.374.000 lire e 18.655 abbonati per una quota partita di 555.230.000 lire.
Note: Ammoniti Edu e Conti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 28 novembre 1988]
?Ci deve essere un equivoco. L'allenatore da licenziare chi è: Radice o Liedholm? Il tre a uno conquistato dal Torino a Roma rende piuttosto ardua l'operazione tanti saluti, Gigi che sarebbe dovuta scattare nelle prossime ore. La vita riserva le più mirabolanti sorprese, ma un cambio della guardia recitato sugli allori di un tecnico trionfante, costituirebbe il massimo dell'audacia calcistica. Attendiamo lo sviluppo degli eventi. E, nell'attesa, addentriamoci nell'incredibile vicenda. Incredibile in quanto neppure Tiresia avrebbe osato emettere, per l'occasione, un vaticinio favorevole ai granata. Nella giornata delle decisioni supreme, il Torino s'è trovato davanti un avversario ideale, una formazione che sembrava costruita apposta per sollevare lo spirito degli afflitti, per rimettere in carreggiata i deragliati. La bravura del Toro sta tutta nel semplicissimo fatto d'aver saputo approfittare della sorprendente nullità del rivale. Non è sempre facile mantenere l'ordine e la calma al cospetto dei grandi regali. Non di rado gli accadimenti straordinariamente propizi causano in chi è chiamato a goderli la cosi detta sindrome dell'epifania. Non è possibile, non ci crediamo, ci dev'esser sotto un tranello. Macchè: nessun'ombra d'inganno. La Roma distribuiva di sé l'immagine peggiore degli ultimi vent'anni. Ed ecco, allora, accendersi di nuovi vigori lo jugoslavo Skoro; ecco zampillare la giovane vena di Zago. Brambati e Benedetti duellavano con Rizzitelli e Voeller assumendo una sempre maggiore baldanza: le due esimie figure giallorosse sbiadivano sino a scomparire tra i piedi di quei felicissimi difensori. Per un insieme di circostanze, graditissime ai granata, la squadra di Liedholm soprassedeva sull'importanza del prorio centrocampo, giungendo all'eccesso di abolirlo. In quel settore il brasiliano Andrade si esprimeva con il passo dei venditori di caldarroste i quali, come è ben noto, sostano immobili agli angoli delle strade. Nell'incantesimo andradico cadevano i compagni di reparto, mentre la difesa si impegnava nell'inusitata professione di non difendere. Tra quelle maglie smagliate nascevano i contropiede di Zago, di Skoro e di Edu. La partita s'era appena iniziata e già Skoro aveva sfiorato la segnatura. Poi c'era stato un periodo di pressione romanista, una di quelle pressioni ornamentali che servono soltanto a partorire le illusioni. Al 24', decisosi a tentare il dietro-front, il Torino si allungava in un'azione da nessuno disturbata e conclusasi con il primo gol firmato dal tremulo Edu. Questo gracile prodotto del Sudamerica avrebbe potuto raddoppiare tranquillamente al 40' se non avesse inciampato su se stesso, dimostrando la propria scarsa attitudine all'incisività. Prima di tale disgraziato inciampo, era uscito dalla sfida Cravero infortunatosi in uno scontro con Voeller. Il destino s'era riservato di concedere a Fuser, sostituto del capitano, un pomeriggio di gloria. Una regale parata di Lorieri su Giannini convinceva ulteriormente i granata della loro fortuna. Skoro volava in un ennesimo attraversamento delle retrovie giallorosse, ma al momento del tiro smarriva il senso della mira. Liedholm al colmo della demoralizzazione, estraeva dalla sua squinternata pattuglia il dormiente Andrade e lo spremuto Conti per affidarsi a Collovati e a Policano. Otti-ma idea. Dopo un bis di Lorierl su Voeller, Fuser festeggiava il mutamento tattico dei rivali segnando, sempre su gentile Concessione della difesa giallorossa, il 2 a 0. Il paziente pubblico romano perdeva a quel punto la pazienza e emergendo dalla pioggia di fischi e berci, Policano su punizione riusciva a mettere in porta il pallone del 2 a 1. Rifioriva in Liedholm la speranza che, lo sanno anche gli utopisti, ha il vizio di deludere. Infatti, a chi toccava la prossima marcatura? Ma al Torino, naturalmente. Ancora Fuser si introduceva al galoppo nella retroguardia giallorossa e sarebbe stato davvero uno sgarbo nei confronti di quel magnanimo complesso se non avesse terminato l'operazione con un chiarificante e risolutivo 3 a 1. Si canti dunque al clamoroso successo. Le tribolazioni del Torino sono tutt'altro che finite, La società è alle prese con problemi di varia e spinosissima natura. Ma gli ostacoli si affrontano con cuore più saldo quando si è reduci dalla vittoria.