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Arena Garibaldi
28/05/1989
h.16.00
PISA - TORINO 1-0 (1-0)
Pisa
: Grudina, Cavallo, Lucarelli, Faccenda, Elliott (al 25' Dianda), Boccafresca, Bernazzani, Cuoghi, Incocciati, Been, Severeyns (al 78' Piovannelli). A disposizione: Bolognesi M., Gazzaneo, Dolcetti. All.: Giorgis.
Torino: Marchegiani, Brambati (al 71' Catena), Ferri, Rossi, Cravero, Sabato, Skoro, Comi, Muller, Fuser, Edu (al 69' D.Bolognesi). A disposizione: Lorieri, Benedetti, Landonio. All.: Vatta.
Arbitro: Lanese di Messina.
Reti: Incocciati 29'.
Spettatori: 12.022 di cui 7.912 paganti per un incasso di 118.333.000 lire e 4.110 abbonati per una quota partita di 149.731.000 lire.
Note: Ammoniti Edu, Incocciati, Cavallo, Muller e Bernazzani.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 29 maggio 1989]
Sergio Vatta ha fatto il massimo, richiamando la squadra al coraggio, al cuore, all'impegno. Non poteva regalarle il gioco, è solo riuscito a mandare in campo un Torino almeno logico nella disposizione sul terreno. E' stato utile l'inserimento di Edu, fedele interprete della consegna, sino a quando il fisico ha retto. Ma che non tenesse i 90 minuti è cosa nota. Non è bastato il salto psicologico di questo Torino anche perché uno dei soliti pasticci difensivi, complice Marchegiani e in parte il pur ottimo Ferri, ha regalato ad Incocciati (il migliore in campo) la palla che ha deciso la partita. Ferri, sul corner calciato da Been, era sul primo palo e non è riuscito ad intervenire, ma Marchegiani ha perso la palla facendola carambolare sulla testa di Bernazzani e di qui ricadere sul piede di Incocciati. Chi può usare le mani ha un vantaggio da non sprecare, ha poche scuse in occasioni del genere. Era destino. Perché fra le qualità di Marchegiani, la sicurezza sui palloni alti è forse la principale. Su questo gol il Pisa ha costruito la sua speranza, il Torino ha visto acuirsi il suo dramma. Nel finale del primo tempo e per tutto il secondo i granata hanno preso alla gola i toscani chiudendoli nella loro metà campo, ma se la pressione si può inventarla con la grinta e la concentrazione, il gol (se non casuale, come quello pisano) va costruito. E va anche cercato dalle punte: ieri Muller e Skoro non possono essere accusati di scarso impegno, ma da uomini della loro qualità ci si attende che vincano almeno un dribbling e che sotto rete inventino qualcosa. Il terzino pisano Dianda (subentrato allo sfortunatissimo Elliott, altro infortunio ad una caviglia) ha pareggiato il conto dei regali deviando (35') un cross di Sabato sui piedi di Muller, ma il brasiliano è riuscito solo a passare il pallone a Grudina. In tutta la ripresa, Muller si è liberato una sola volta, per un tiro che si è smorzato sulla rete esterna. Altro, per i granata, le punizioni di Edu belle ma sia pur di poco fuori misura e una cannonata della disperazione di Fuser a un minuto dalla fine, un pallone forte ma un po' alto sulla traversa pisana. Allo scadere del primo tempo, prima di chiudersi sotto la pressione avversaria (spinta anche da Comi, fortunatamente in crescendo pure se la sua prestazione non è bastata), il Pisa aveva sfiorato il raddoppio con una punizione di Been che finiva sul fondo dopo aver carambolato sull'esterno del montante alla destra di Marchegiani, sorpreso. L'arbitro Lanese ha diretto a suo modo, con valutazioni che hanno scontentato entrambe le squadre, in un match teso e duro. I granata hanno alzato le braccia al cielo e gridato (Muller più di tutti, ammonito) quando al 55' Cravero lanciatosi oltre la difesa è stato stoppato di brutto da Faccenda, libero toscano. Uno scontro corpo contro corpo, il rigore ci stava, ma ne avevamo visto perdonare uno a Sabato, all'inizio del match, per un aggancio al piede di Incocciati un metro dentro l'area granata. Il Torino deve comunque tenere a mente la lezione di ieri, a Pisa per la prima volta nella stagione ha ritrovato le sue caratteristiche: aggressività e grinta. Possono ancora essere preziose, a meno che il contraccolpo del gol di Incocciati non faccia ritornare il fatalismo che ha portato la squadra in fondo alla classifica. All'Arena Garibaldi si è visto Giacomo Ferri deciso anche nell'appoggio delle azioni offensive, Comi andare al tiro con un'iniziativa della quale si era perso il ricordo. Forse meno brillante Fuser a centrocampo (ormai si era specializzato nel ruolo di esterno) ma sempre deciso e redditizio. Edu ha cercato il lancio lungo, ma ha pur fatto da filtro per quanto gli consenta il fisico esile. La classifica peggiore del Torino '88-'89 è paradossalmente arrivata in una giornata nella quale la squadra ha ritrovato almeno la capacità di lottare. Sergio Vatta è stato di parola: "Se non ho la pretesa di aver la bacchetta magica, voglio almeno vederli concentrati e decisi". Le sue parole, i discorsi della settimana, sono serviti a tutto meno che per il gol. Non sembri ironia, la realtà del calcio è questa. Un pasticciaccio difensivo ha dato ad Incocciati il pallone da spingere in rete. E un secondo tempo con i difensori a met&afgrave; campo o quasi non è servito a nulla. Chi ha le punte di ruolo e chi non le ha: né Muller né Skoro sono attaccanti centrali, offrono le cose più belle sulle fasce laterali. Per la salvezza, insomma, valgono più tre giornate di Casagrande (tre gol, due dei quali hanno portato da soli quattro punti) che un campionato di Muller. Anche ieri il brasiliano ha offerto tocchi deliziosi, ma ci vuole altro per sfondare le difese italiane, soprattutto se fanno muro come il Pisa. Adesso, è comunque importante che il Torino non sprechi la prestazione in Toscana. Meritava largamente il pareggio (polemiche sterili su rigori e altro a parte) e ha almeno trovato una fisionomia Di certo la partita di domenica con l'Ascoli è l'ultima spiaggia Pescara-Como e Cesena-Pisa le altre sfide senza appello. Se Junior trova ancora energie e vitalità, i pescaresi possono fare un salto in avanti lasciando gli altri nel caos. Il Pisa gioca la sua ultima debole carta in Romagna, il presidente Anconetani ha promesso: "Da domani (oggi, ndr) comincia la campagna per il viaggio dei tifosi a Cesena. Li voglio portare tutti, non dobbiamo perdere l'occasione". E poi, con un sorriso strano: "Mi spiace aver sgambettato il Torino, i granata in B non li vorrei proprio come avversari. Sarebbero troppo forti". Borsano per fortuna non lo ha sentito, ha meno esperienza di Anconetani che sa leggere dentro le partite e le classifiche. Ancora domenica il Bologna cercherà a Verona quel punto che far&afgrave; comodo anche ai padroni di casa. Il Lecce andrà a Firenze, la Lazio riceverà l'Inter campione. Altri pareggi alle porte. Nella mischia sono ormai rimaste soprattutto le altre, quelle che appunto dovranno misurare paure e qualità guardandosi negli occhi.