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Arena Garibaldi
12/11/1989
h.14.30
PISA - TORINO 0-0
Pisa
: Simoni, Cavallo, Lucarelli (all'82' Neri), Argentesi, Calori, Bosco, Dolcetti, Cuoghi, Incocciati, Been, Piovanelli. A disposizione: . All.: Giannini.
Torino: Marchegiani, Mussi, Rossi, Enzo, Benedetti, Cravero, Lentini, Romano, Pacione (all'88' Skoro), Policano, Venturin (al 73' Sordo). A disposizione: . All.: Fascetti.
Arbitro: Longhi di Roma.
Reti: -
Spettatori: 17.762 di cui 2.014 abbonati per una quota partita di 53.252.632 lire e 15.748 paganti per un incasso di 306.576.000 lire.
Note: Giornata di sole, temperatura mite, terreno in buone condizioni. Espulso Cravero al 71' per fallo di reazione su Piovanelli. Ammoniti Policano, Lucarelli, Bosco e Mussi, calci d'angolo 6-4 per il Pisa. Al 58' Simoni para un calcio di rigore a Cravero.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 13 novembre 1989]
Partita non eccelsa ma a tratti vibrante tra le capolista della serie B. Nessuno si illudeva che Pisa e Torino si scannassero per la vittoria, molti temevano però la noia del "facciamo-solofinta". Invece no, è stata gara vera. Più Toro che Pisa in campo, almeno fino al rigore non realizzato da Cravero e poi, ovviamente, paura tutta granata nella ventina di minuti conclusivi per l'espulsione dello stesso capitano. Match nervoso in maniera misurata se si esclude la rissa seguita alla decisione di Longhi, peraltro ineccepibile, di allontanare dal campo il libero granata. Comunque incontro che l'arbitro ha dovuto con perizia spezzare, per interventi naturali, dettati più dalle marcature strette che da eccessi di cattiveria. Infine gara che è andata lì lì per sbloccarsi in un paio di occasioni, avrebbe potuto schiodarsi con quel rigore decretato giustamente per entrata gladiatoria di Argentesi su un bel Lentini, scattante come sempre desidereremmo vedere. Ma Simoni, giovane speranza tra i pali, addirittura eletto dal presidente Anconetani miglior portiere del momento, ha tolto dall'angolino la botta di Cravero, precisa e forte. Si sono spente in quel momento le speranze della squadra di Fascetti, mai quanto ieri vicina alla prima vittoria in trasferta, proprio sul campo dell'antagonista più accreditata. Il Toro avrebbe meritato di più se non altro per i pericoli fatti correre all'estremo difensore nerazzurro, il Pisa non ha però rubato nulla in assoluto, c'era da aspettarselo forse più convinto ma nella mancanza di tale caratteristica c'è molto, anzi quasi tutto, di Toro. Senza stranieri (Skoro come previsto da Fascetti alla vigilia non ce l'ha fatta a scendere in campo facendo numero solo nel finale) la formazione torinese s'è stretta attorno al suo regista Romano, sempre più ispirato, ha tratto dall'umiltà la forza per tener testa, anzi sovente dominare, la rivale con cui divide il vertice della classifica (per entrambe un meno 1 in media inglese che parla da solo). Forse la miglior prestazione granata lontano dal Comunale. Ci è piaciuta nel Toro la coralità di movimenti dai quali, per ragioni che solo il giocatore potrà spiegare ma hanno radici anche nel recente infortunio e nella sua struttura stessa, s'è estraniato il solo Pacione, rimasto isolato è vero, ma non in maniera brutale. Pacione non è riuscito a offrire un appoggio alla manovra del Toro anche se non gli sono mancati rifornimenti di un certo tipo. Ma lo stopper pisano Calori l'ha quasi sempre anticipato. Venturin e Lentini si sono disposti subito bene, larghi sulle fasce, la cerniera di centrocampo è apparsa mobile, imperniata da destra a sinistra su Mussi, Enzo, Romano, Policano e ha imbrigliato ogni iniziativa pisana, Cravero ha diretto con perizia la difesa, arcigna in Rossi, implacabile su Incocciati, e concreta in Benedetti, facilitato dalla giornata non felicissima di Piovanelli. Marchegiani ha visto sibilare ben lontano dai pali le conclusioni quasi sempre su calci piazzati di Been, Dolcetti e Cuoghi. Per contro Marchegiani ha tremato un po' di più nella ripresa quando su tiro-cross di Argentesi (65'), Incocciati è arrivato in ritardo per la deviazione in spaccata e all'84' su centro di Neri sul quale Rossi ha anticipato, accanto al secondo palo, Incocciati. E ha una certa dose di colpe sul tiro di Cuoghi (71'), non trattenuto. Cravero ha liberato, Piovanelli è venuto a contatto con Mussi, il pallone è rimasto tra le gambe del pisano, il libero granata ha avuto un gesto di stizza al fischio di Longhi che ha punito l'intervento del terzino torinista. Ha colpito Piovanelli con il pallone; appena Longhi ha estratto il cartellino rosso, Cravero ha capito di averla fatta grossa e ha consegnato la fascia di capitano a Rossi abbandonando il campo. Forse Cravero non si era ancora riavuto completamente dall'episodio che avrebbe potuto decidere la partita. Lui che con coraggio e buona scelta di tempo e mira aveva calciato dagli undici metri (58') e s'era visto il pallone respinto dal bravo Simoni. Già l'anno scorso Cravero aveva sbagliato un penalty contro l'Ascoli, quello che forse è costato la retrocessione. Stavolta la colpa era meno grave, ma psicologicamente la situazione è sembrata ripetersi come in un incubo. E' stato lui, insomma, a impedire al Toro, ieri, di vincere la partita, chi potrà mai convincerlo che Simoni è stato più bravo di lui? Un match che già Policano (2') aveva tentato di sbloccare con tiro da fuori respinto a stento da Simoni, tradito dal sole e da un rimbalzo. E dopo l'ex romanista aveva tentato Romano (9'), altra prodezza di Simoni. Perfino Pacione (16') con un diagonale nell'unica azione in cui s'è messo in mostra. Forse poteva segnare Venturin se Longhi, su segnalazione del guardalinee, non l'avesse fermato per un fuorigioco alquanto dubbio al termine di una bella manovra PacioneLentini susseguente a un errore di Argentesi in disimpegno.