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Appiani
11/03/1990
h.15.00
PADOVA - TORINO 1-1 (0-0)
Padova
: Bistazzoni, Murelli, Bellemo, Sala, Pasqualetto, Ruffini, Di Livio (al 79' Miano), Camolese, Galderisi, Pasa, Maniero (al 72' Faccini). A disposizione: Dell'Armi, Siviero, Bonaventura.All.: Colautti.
Torino: Martina, Rossi, Bianchi, Enzo, Benedetti, Cravero (al 79' Ferrarese), Lentini, Romano, Muller, Policano, Sordo (all'85' Venturin). A disposizione: Perrone, Porfido, Baggio. All.: Fascetti.
Arbitro: Magni di Bergamo.
Reti: Muller 50' (T), Maniero 61' (P).
Spettatori: 14.996 di cui 1.854 abbonati per una quota partita di 42.015.000 lire e 13.142 paganti per un incasso di 236.321.000 lire.
Note: Ammoniti Sordo, Pasqualetto e Ferrarese. Calci d'angolo 5-2 per il Padova, terreno di gioco in ottime condizioni, stadio Appiani virtualmente esaurito.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 12 marzo 1990]
?Muller, il "desaparecido" della vigilia, ha giocato ed ha segnato. Il giallo che aveva avuto come protagonista il bizzarro campione brasiliano si è dunque risolto nella maniera migliore? Forse sarebbe ottimismo ecessivo. E' più opportuno prendere atto delle spiegazioni ufficiali - che hanno accreditat un improvviso malessere di Pacione - per giustificare l'inatteso ripensamento di Fascetti. Tanto più che la rete, molto bella, formata dal brasiliano è stata decisiva ai fini del risultato e ha reso più limpida una prestazione per il resto ben poco entusiasmante. Il Torino è stato più utilitaristico e furbo che bello e ciò non si concilia troppo con le esigenze degli spettatori. Per capire che di fronte avevano avversari di scarsa caratura tecnica ma ben decisi a tirar loro un grosso dispetto, i granata hanno impiegato parecchio, correndo anche un serio pericolo al 6', quando per ferm,are Galderisi, messo in movimento dal dinamico Maniero, c'è voluta un'uscita spericolata di Martina. Grazie ai suggerimenti del tranquillo, ma autorevole Cravero e di un Romano che ha gettato nella lotta tutta la sua sapienza tattica, il Torino è progressivamente cresciuto senza per altro giustificare entusiasmi. Molto gioco a centrocampo, qualche tentativo velleitario e nulla più (come quelli del Padova affidati essenzialmente a Galderisi il quale, per sua disgrazia, si è ritrovato di fronte ad un implacabile Benedetti) anhe perché Lentini appariva piuttosto disordinato e Muller poco combattivo. Al 45', però, l'area granata ribolle di proteste perché su cross da punizione, il pallone vola alto e Maniero, sospinto da Benedetti, vola a terra. Rigore, come pretendono i veneti, o normale contrasto come sostengono i granata? Magni risolve il dubbio scegliendo la seconda interpretazione e portando con sè negli spogliatoi l'eco di diecimila fischi. Si avvia la ripresa e Muller si ricorda di essere un campione. E' il 50' quando il brasiliano riceve un cross preciso da Lentini, anticipa Murelli e infila al volo l'angolo sinistro della porta padovana. Era ormai dalla remota trasferta di Brescia che all'estroso quanto discontinuo attaccante non accadeva di esultare lontano da casa. Tutto il Torino, giustamente esulta ma la reazione del Padova è rabbiosa e produce più di una palla gol. La sarabanda comincia al 55' quando Galderisi, giusto sul fondo, attira su di sè mezza difesa, compreso Martina e porge in mezzo all'area all'accorrente Di Livio che, icredibilmente, spara chissà dove. Toro graziato, ma non salvato perché sei minuti dopo lo stesso tornant veneto si riscatta chiamando in causa il giovane Maniero che devia in rete nonostante sulla traiettoria del pallone si siano alzate ben tre teste di difensori granata. E' l'1-1 ed è anche uno specchio piuttosto fedele di meriti e demeriti in campo. Il Torino sembra percorso da una scossa che però non produce effetti mentre èancora il Padova a rendersi pericoloso con un'improvvisa incursione di Maniero, la bordata del quale è respinta a pugni uniti dallo scattant Martina. Siamo soltanto al 63' e da questo momento non succederà più nulla: però è proprio questa assenza di episodi concreti a suscitare impressioni negative sulla mentalità dei granata, poiché una squadra come il Torino, tecnicamente più forte e fisicamente valida, debba abbassarsi ad espedienti per far trascorrere il tempo e accontentarsi visibilmente del pareggio che, se può corrispondere ai programmi di una formazione comprimaria come quella veneta, non dovrebbe accontentare una grande protagonista del campionato. Poiché non è la prima volta che ciò accade, si tenderà a spiegare nuovamente il fenomeno parlando del solito "Toro da trasferta": ma per dire cosa, e plascare quali velleità?