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Grezar
06/05/1990
h.16.00
TRIESTINA - TORINO 3-3 (3-2)
Triestina
: Biato, Costantini, Cerone (al 53' Di Rosa), Polonia, Consagra (al 78' Papais), Butti, Trombetta, Danelutti, Lerda, Catalano, Romano. A disposizione: Gandini, Pasqualini, Russo. All.: Giacomini.
Torino: Marchegiani, Mussi, Rossi, Enzo, Benedetti, Cravero, Lentini, Romano, Venturin (al 59' Pacione), Sordo (al 46' Policano). A disposizione: Martina, Ferrarese, Carbone. All.: Fascetti.
Arbitro: Amendolia di Messina.
Reti: Catalano 13' rig (Tr), Lerda 26', 38'(Tr), Lentini 36', 63' (To), Romano 45' (To).
Spettatori: 10.044 di cui 4.052 abbonati e 5.992 paganti.
Note: Giornata estiva, terreno in ottime condizioni, calci d'angolo 8-3 per il Torino. Ammonito Sordo per scorrettezze. Con questo pareggio il Torino, dopo un solo anno di cadetteria, è matematicamente promosso in serie A.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 7 maggio 1990]
C'è stato l'invito romitiano a produrre in letizia aziendale persino quelle cose non troppo sentimentali che sono le automobili, e il Torino a Trieste lo ha raccolto sul piano calcistico, e ha prodotto in letizia un punto operaio che significa la Serie A, ha prodotto una partita con tre gol presi e 3 dati, ha prodotto emozioni per 63 minuti, sino al definitivo 3 a 3, ha prodotto commozioni finali nei mille tifosi al seguito. I minuti di noia per un pareggio annunciato già dai cori delle tifoserie sono stati appena 27: dal 63' (il minuto del 3 a 3) al 90' quando Amendolia ha fischiato la fine senza nessun recupero, Amendolia sapeva tutto, li ha fatti rientrare dopo appena 10' di intervallo, aveva fretta di fischiare il 3 a 3, quasi giusto e quasi atteso dai diecimila dello stadio di Valmaura: sufficienza dunque all'arbitro, nonostante una svista grossa e una piccola di cui diremo. Così inquadrato, ambientato, il match è interessante specie per fatti statistici e per ipotesi speciali. Prima volta che il Toro prende tre gol in questo campionato, prima volta che ne fa più di uno fuori casa. Prima volta che rimonta due reti. Prima volta che la Triestina ne segna tre. Le ipotesi speciali con cui trastullarci adesso: se subito all'inizio della ripresa Mussi e poi Cravero avessero segnato due gol facili, soli davanti al portiere, invece di cercare rispettivamente il pallonetto diabolico e il tocco angelico, i minuti da scolare nella noia sarebbero stati almeno 40. Altra ipotesi, e terrificante: e se a qualcuno della Triestina come del Torino, fosse scappato il piede negli allunghi al portiere, nei passaggi all'indietro, insomma se fosse scappato il gol, magari a poco dalla fine, come rimediare? Ma nessuno scandalo, per carità. Sei gol, 63 minuti di football veloce, la giusta dose di errori arbitrali (e a danno del più forte: terzo gol della Triestina segnato da Lerda in fuorigioco, rigore negato al Torino per spintonata a Cravero sullo 0 a 2), cavalleria, velocità nonostante il caldaccio. Partite così, senza interpreti validi, finiscono sempre con il più squallido zero a zero. Nessun giocatore insufficiente, qualcuno sufficientissimo: Romano su tutti, poi Lentini e Lerda, non solo per i quattro gol in due (Cerone e Benedetti hanno patito molto i due ragazzi). E sei lampi da raccontare. Primo lampo al 17': Lerda riceve da Polonia che ha sfruttato un errore di Skoro per prendere palla, zig-zaga, si spalanca un corridoio verso Marchegiani, Cravero un po' lo tiene un po' lo abbatte. Catalano segna il rigore tirando molle ma fintando duro, così che Marchegiani si tuffa e la palla entra quasi a centro porta. Secondo lampo al 26': regalo di palla stavolta ad opera di Sordo, Catalano lancia Lerda che brucia tutti sul tempo, zompando veloce e zampando la palla felinamente. Terzo lampo al 36': testa di Benedetti su corner, mezza rovesciata di Lentini, pallonetto respinto da Consagra e riga superata, l'arbitro vede bene. Quarto lampo al 38': la gente locale aspetta il pareggio del Toro, invece c'è il terzo regalo (Sordo, ci pare) di palla, Cerone a Catalano che lancia Lerda in off-side classico, rete e proteste granata intense ma composte. Quinto lampo al 45': Romano dal limite dribbla, fa sponda su Skoro, riceve, controlla, tira. Segna, molto bello. Seso lampo al 63': rimessa laterale di Rossi, Policano di testa per Lentini, stop di coscia, tiro, gol. Il resto è stato assai più Torino che Triestina, nonostante che i granata (in bianco) avessero regalato ai rossoalabardati un attacco spuntato, con Venturin numero 9 costretto a far finta di avventarsi in area. Cravero sempre assai avanzante, molti tiri, pressione testimoniata anche dal totale dei corner, 8 a 3. La gente granata chiedeva a Fascetti più manovra d'attacco, ma ci sarebbe voluto l'ingresso in campo di Martin Vazquez. Comunque un Torino così poco in soggezione, così poco in affanno, così tanto sicuro ancorché niente fortunato o aiutato dall'arbitro (anzi), fuori casa quest'anno non si era forse mai visto. Per questo voti buoni a tutti: anche a Sordo, spentino (e ammonito per tiro dopo fischio), anche a Benedetti, fisicamente un po'giù. E ammirazione e rispetto per la Triestina capace di correre, di contrastare, di non esagerare, sul 2 a 0 e sul 3 a 1, nelle perdite di tempo, nei passaggi al portiere. Così che alla fine possiamo scrivere di una bella giornata di sport, di sole, di cavalleria, e a chi chiede perché non anche di gioco chiediamo noi cosa vuole dalla vita, a maggio, con due squadre in cerca di un punto per rivivere o sopravvivere.