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Delle Alpi
24/03/1991
h.15.00
TORINO - GENOA 1893 5-2 (3-1)
Torino
: Marchegiani, Bruno, Policano, Baggio, Benedetti S., Cravero, Lentini, Sordo (all'88' Annoni), Bresciani (al 79' Carillo), Romano, Skoro. A disposizione: Tancredi, Cois, Brunetti. All.: Mondonico.
Genoa 1893: Piotti, Torrente, Branco, Eranio, Caricola II, Signorini, Ruotolo, Bortolazzi, Aguilera, Skuhravy, Onorati. A disposizione: Ghizzardi, Collovati, Fiorin, Ferroni, Pacione. All.: Bagnoli.
Arbitro: Baldas di Trieste.
Reti: Skoro 7', 28' (T), Bresciani 17' (T), Aguilera 39', 52' (G), Baggio 60' (T), Aut.Caricola 79' (T).
Spettatori: 40.266 di cui 22.072 abbonati e 18.194 paganti per un incasso di 447.611.000 lire.
Note: Giornata piovosa, campo allentato, ottima la rappresentanza genoana sugli spalti. Ammoniti Torrente, Branco, Bresciani; calci d'angolo 10-6 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da Stampa Sera del 25 marzo 1991]
[Sciopero dei giornali]
I granata fanno cinquina. Mezz'ora di grande, gradissimo Toro bastano a piegare una delle squadre rivelazione del campionato. Pur giocando un incontro dignitoso, il Grifone incassa cinque reti che sono - statistiche alla mano - un terzo di quelle subite nei precedenti tredici incontri disputati fuori casa. Un passivo pesante che Bagnoli non riesce a spiegarsi e che i giocatori rossoblù vogliono dimenticare in fretta. E in casa granata, intanto, si festeggia. Anche se in sordina, senza grandi clamori. Si fa festa più per lo spettacolo di cui la squadra è stata artefice, protagonista e al tempo stesso spettatrice, che per la goleada vera e propria. La squadra ha ritrovato quel desiderio inconscio (che pareva averla condotta in letargo durante l'inverno) di approdare verso i lidi europei. La squadra nella sua complessità e completezza è conscia di potercela fare. Indipendentemente da quello che sapranno conquistare le tre italiane ancora impegnate in Coppa. Sei posti sono sicuri per la cosiddetta ''zona internazionale'' e il Torino oggi è sesto, ex aequo con il Parma che come avevano pronosticato molti santoni del calcio nello sprint finale avrebbe finito per cedere il passo. La legge con le matricole è spietata. E dire che anche il Torino è matricola; una matricola un po' particolare: dal secondo posto di qualche anno fa alla serie B della passata stagione; dall'alloro degli scudetti all'umiliazione del campionato cadetto. D'altronde, il campionato non è soltanto per i bravi, gli innovativi, i volenterosi, i fuoriclasse. E' per tutti questi nella loro continuità, nell'alternarsi delle stagioni. E' un anno intero di sacrifici. E il Torino ha vissuto come una metamorfosi l'evolversi delle stagioni: focoso e irresistibile durante l'estate; più pacato, con qualche sprazzo nell'autunno; attendista, certe volte rinunciatario o addirittura remissivo durante l'inverno. Ed ora, con la primavera sembra nuovamente risorto. L'esempio lampante è Haris Skoro. Lo jugolsavo, capocannoniere dell'estate con 12 reti all'attivo, in campionato non era ancora riuscito a mettere a segno una rete. ''Colpa dei bubboni sul campo e del freddo'' s'era giustificato un paio di settimane fa, quando qualcuno gli aveva rimproverato di non essere in alcun modo utile alla squadra. Nell'icontro con il Genoa, su un terreno che la pioggia aveva trasformato in una patinoire, l'attaccante è stato impeccabile nelle sue sgroppate sulle fasce, determinante per la doppietta messa a segno e generoso nei confronti dei compagni: ha percorso, infatti, chilometri e chilometri avanti e indietro, dal limite dell'area granata a quella avversaria. Indomito, davvero un altro Skoro. E il Torino con tutti gli uomini a posto (compreso Cravero che ha ripreso ad orchestrare in difesa a modo suo, ma ancora senza Martin Vazquez) ha dimostrato che può tenere testa a qualunque compagine: ne sanno qualcosa la altre grandi prima fra tutte la Samp che proprio a Marassi dovette subire lo smacco più grosso del campionato. E ne sa anche qualcosa l'Inter, l'altra grande rivale nella lotta allo scudetto. Adesso a Mondonico non resta che sperare che certe ingenuità non si ripelano (vedi certe squalifiche) e che gli acciaccati tornino tutti sui''blocchi'' nello sprint finale.