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Delle Alpi
24/11/1991
h.14.30
TORINO - VERONA 0-0
Torino
: Marchegiani, Annoni, Mussi (al 77' Cois), Fusi, Venturin, Cravero, Sordo, Lentini, Bresciani, Martin Vazquez, Casagrande. A disposizione: Di Fusco, Sottil, Ferina, Vieri. All.: Mondonico.
Verona: Gregori, Calisti, Icardi, Rossi E., Pin C., Renica, Pellegrini II, Magrin, Serena M. (all'82' Fanna), Prytz, Raducioiu (all'88' Stojkovic). A disposizione: Zaninelli, Piubelli, Zermiani. All.: Fascetti.
Arbitro: Cesari di Genova.
Reti: -
Spettatori: 30.007 di cui 26.060 abbonati e 3.947 paganti per un incasso di 92.597.000 lire.
Note: Ammoniti Bresciani, Icardi, Magrin, Sordo, Rossi e Annoni.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 25 novembre 1991]
Una settimana di deliri e di chiacchiere non poteva che finire così, in questa melassa stucchevole e appiccicosa dalla quale nessuno è riuscito a liberarsi e che ha fatto di Torino-Verona una partita inutile da vedere. Tanto inutile che persino gli spettatori della terza età, quelli entrati con l'invito di Borsano, si sono uniti al popolo che ha fischiato nei minuti finali: a nessuno piace sprecare una domenica, anche quando è gratis. Qualcosa era nell'aria. Come davanti a un film giallo che al decimo minuto ha già svelato la propria trama, abbiamo sperato fino in fondo in un tranello dello sceneggiatore per assopire gli animi e svegliarli all'improvviso con un'emozione forte. Invece nulla. Il match è scivolato via nella banalità di un Torino troppo compreso delle proprie ferite e del Verona timido e cieco. Pascetti infatti ha portato via il punto che voleva e che temeva di non prendere sospettando che il Toro venisse ricompensato di quanto aveva perso nel derby. Ma ha peccato di prudenza. Il Verona ha impiegato tutto il primo tempo per capire che in realtà i granata, in undici, erano assai meno pericolosi di una settimana fa quando avevano fatto tremare, in nove, la Juventus. E pure nella ripresa i veneti si sono preoccupati di non correre rischi, quando, alzando appena il ritmo, avrebbero messo, in grave difficoltà la difesa del Torino. Con Stojkovic tenuto in panchina fino all'87' e Fanna gettato in campo negli ultimi nove minuti, gli attacchi del Verona hanno avuto in Raducioiu l'unico e dissennato interprete. Il romeno ricorda il Laudrup juventino. Si muove molto, è veloce e ha una buona tecnica, tutte doti che hanno complicato la partita di Annoni. Però si mette sempre nella condizione più difficile per segnare ed è quanto ha salvato Marchegiani al 56', quando gli si è trovato a tu per tu. A quel punto, dopo una fuga di trenta metri, Raducioiu si era riservato appena uno spiraglio di porta largo un metro e lì si è piazzato l'attentissimo portiere torinista. Diversa invece l'azione che nel primo tempo ha fatto gridare il Verona al rigore, con qualche ragione, perché dalla tribuna è sembrato che Marchegiani mettesse a terra l'ex barese, ormai pronto a scavalcarlo. Le immagini della tv hanno invece confortato la decisione dell'arbitro: il contatto appare involontario. E' l'unico episodio sul quale discutere. Tutto il resto lo si potrebbe scrivere sopra un francobollo, dal tiro di Sordo che ha dato dopo tre minuti l'illusione di rivedere un Torino "tremendista" al salvataggio miracoloso di Fusi, bravissimo e fortunato a respingere di testa sulla linea un gran tiro di Magrin, l'uomo che avrebbe dovuto piallare il mito di Platini e che invece, nella Juve, fu piallato. Insomma per una volta il Toro non deve recriminare se non contro se stesso e certi balzi di Mondonico dalla panchina, a pugni chiusi ad inveire contro i granata, lo testimoniano. Sul finire del primo tempo Cesari ha dovuto persino accorrere per invitarlo a calmarsi, non si sa se per preservargli le coronarie o per un moto di compassione verso Bresciani e Casagrande, l'oggetto dei furori dell'Emiliano. Ma non si è capito perché, nel secondo tempo, il tecnico non abbia provato Vieri, che sarà giovane e grezzo, ma non si vede come avrebbe potuto far peggio di Casagrande. Il brasiliano non sta bene, lo si vede nelle movenze impacciate, che lo costringono a giocare arretrato, perché se aspetta la palla in area non la vede mai. Così Bresciani, sempre più nervoso e inconcludente, rimane senza una spalla valida e Lentini deve fare il rifinitore e la punta, con il rischio di spegnersi, com'è successo ieri, dopo un tempo. C'è da chiedersi cosa sarebbe cambiato con Scifo e con i due della maxisqualifica: probabilmente nulla, il Toro non segna in campionato da quattro partite e mezzo, il problema evidentemente è più antico di quanto non l'abbiano creato le decisioni del giudice sportivo.